Mosca ha dato il via ai raid aerei in Siria. La notizia arriva a poche ore dall'approvazione da parte del Parlamento russo dell'uso delle truppe in Siria, come richiesto dal Presidente Vladimir Putin
ReutersIl Consiglio della Federazione Russa durante una seduta a porte chiuse ha autorizzato l’impiego di contingenti militari russi all’estero. La richiesta era stata presentata alla Camera alta del parlamento russo dal Presidente Vladimir Putin. In precedenza il Presidente siriano Bashar al Assad si era rivolto a Putin chiedendogli un aiuto militare.
Come ha rimarcato il 30 settembre, subito dopo la decisione, il capo dell’amministrazione presidenziale, Sergey Ivanov, il numero dei combattenti russi tra le fila dell’Isis [fuori legge in Russia, Rbth] cresce in misura esponenziale, “non si parla ormai più di decine, bensì di centinaia, e forse di migliaia” di persone e questo è un problema che si può risolvere in modo adeguato solo in terra straniera. “Questa decisione si basa sull’interesse nazionale” ha spiegato. Ivanov ha quindi ricordato che non è la prima volta che la Russia coopera con le sue forze militari all’estero nella lotta contro il terrorismo. “All’inizio degli anni ’90 siamo intervenuti allo stesso scopo in Tagikistan”.
“L’impiego delle forze armate nei territori di paesi terzi è consentito previa autorizzazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu o su richiesta dei legittimi governanti del paese”, ha affermato il portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov. In questo caso la Russia di fatto sarà l’unico paese a realizzare questa operazione su base legale, proprio perché su legittima richiesta del Presidente siriano”.
Sul fatto che altri paesi che stanno compiendo incursioni aeree in territorio siriano, agiscono bypassando il diritto internazionale, ha focalizzato la sua attenzione anche il capo dell’amministrazione presidenziale Sergey Ivanov. “C’è una differenza radicale tra il nostro approccio e quello dei nostri partner occidentali. Loro non osservano le regole, mentre noi le osserviamo” ha dichiarato Ivanov.
L’accordo è siglato
Alcuni giorni più tardi, alla vigilia della riunione plenaria dell’Assemblea generale dell’Onu, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente americana Cbs, Vladimir Putin aveva dichiarato che la Russia non avrebbe preso parte a nessuna operazione militare in territorio siriano, né in altri stati. “Perlomeno finora non l’abbiamo pianificato” aveva detto il Presidente.
Tuttavia, come ha spiegato Aleksey Arbatov, direttore del Centro di ricerca sulla sicurezza internazionale dell’Istituto per le relazioni economiche e internazionali dell’Accademia delle Scienze russa, il discorso riguardava esclusivamente le operazioni di terra. “Ma non includeva l’intervento dell’aviazione e le incursioni aeree contro le postazioni dell’Isis”, sottolinea Arbatov. Viktor Litovkin, esperto militare e colonnello in congedo, è dello stesso avviso: “Putin si riferiva alle operazioni di terra a cui la Russia non intende partecipare, acconsentendo invece a intervenire con le forze dell’aviazione e dell’intelligence per colpire le basi dei terroristi. E, com’è evidente, dopo i colloqui con Barack Obama [avvenuti nell’arena dell’Assemblea Generale] sono state approvate alcune soluzioni in merito alla partecipazione della Russia a questa operazione”.
L’accordo stipulato tra i leader di Russia e Stati Uniti è stato in effetti confermato all’ambasciata americana nella Federazione Russa, che ha commentato la decisione del Consiglio della Federazione. Secondo quanto riferito alla missione diplomatica, i presidenti dei due paesi avrebbero convenuto che la lotta contro i terroristi dell’Isis nella regione è nel loro comune interesse.
In realtà ciò non significa che la Russia acconsentirà a entrare a far parte della coalizione internazionale anti-Isis sotto l’egida degli Stati Uniti. “È assai più probabile che si intensifichi la cooperazione tra la Russia e i suoi alleati: Iraq, Iran e Siria. Di fatto si realizzerà una collaborazione tra due coalizioni diverse”, ha dichiarato a Rbth Ivan Konovalov, direttore del Centro di ricerca sulle congiunture strategiche ed esperto di sicurezza internazionale. Ivanov ha aggiunto inoltre che affinché l’intervento delle forze dell’aviazione russa nelle operazioni militari sia legale è necessario che la decisione venga approvata dal Consiglio della Federazione [l’eventuale impiego all’estero di forze militari della Federazione Russa è previsto dalle norme della Costituzione del Consiglio della Federazione Russa]. L’ultima volta che si è ricorsi a tale procedura risale al marzo dello scorso anno quando la Camera Alta del parlamento russo ha autorizzato il presidente a utilizzare le forze militari russe in Ucraina. “Alla fine allora gli venne impedito di entrare” ha ricordato l’esperto.
Questa volta però la Russia prevede di utilizzare l’autorizzazione ottenuta. Come ha dichiarato Sergey Ivanov, tutte le questioni di ordine sociale e finanziario legate all’intervento militare sono già state risolte, ma, “per ragioni comprensibili”, non è stato ancora reso noto con quali modalità e quando la Russia interverrà in Siria.
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