Ad approvare il documento sono stati 494 deputati, mentre 135 hanno votato contro e 69 si sono astenuti (Foto: EPA)
Il 10 giugno è stata approvata dagli europarlamentari la risoluzione sullo stato dei rapporti tra Russia e Ue. Ad approvare il documento sono stati 494 deputati, mentre 135 hanno votato contro e 69 si sono astenuti. Non hanno appoggiato la risoluzione esponenti di partiti della destra quali il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito e il Fronte nazionale francese e anche membri di alcune formazioni della sinistra. Nella risoluzione la Russia viene accusata di aver violato principi democratici e valori fondanti e le basi del diritto internazionale, e nel testo si fanno ripetute allusioni all’“annessione illegale della Crimea”. Oggetto di critica risultano un gran numero di atti della politica estera e interna di Mosca, dalle “violenze e le persecuzioni nei confronti dei rappresentanti della comunità Lgbt” fino ai voli dei velivoli militari russi che “minacciano la sicurezza degli aerei di linea civili”. Sulla base di ciò i parlamentari invitano l’Ue a sospendere gli accordi di partenariato con la Russia e a elaborare, nell’ambito della concezione del cosiddetto “soft power”, un piano per contrastare la politica della Federazione Russa definita aggressiva dai deputati.
“Un carattere dichiarativo”
I giudizi degli esperti russi sulla rilevanza del documento approvato dagli europarlamentari sono discordi. Come sostiene un esperto di diritto europeo, Kirill Entin, collaboratore del Centro di studi e documentazione sui problemi europei e internazionali dell’Alta scuola di Economia di Mosca “nell’ambito della politica estera il Parlamento Europeo non ha praticamente alcun potere”. La risoluzione del Parlamento Europeo ha un carattere puramente dichiarativo, le istituzioni [dell’Ue] non sono tenute assolutamente a reagire” sottolinea l’esperto. A suo avviso, l’approvazione della risoluzione sarebbe una reazione dell’Ue all’introduzione delle “liste nere” stilate dalla Federazione Russa nei confronti di alcuni politici europei, causa del recente scandalo nei rapporti tra Federazione Russa e Ue, e sarebbe anche collegata all’imminente summit dei leader dei paesi Ue nel corso del quale verranno presumibilmente prorogate le sanzioni contro la Russia.
A mettere in relazione il summit dell’Unione Europea, che avrà luogo dal 25 al 26 giugno, con il passo compiuto dal Parlamento Europeo è anche Andrey Suzdaltsev, politologo, professore presso l’Alta scuola di Economia di Mosca, che lo giudica un elemento della campagna di pressione esercitata su Mosca dall’Ue. Al tempo stesso l’esperto ricorda che già in precedenza, il 5 maggio, il Parlamento Europeo aveva ammesso un inasprimento delle sanzioni volte a colpire la Federazione Russa. Suzdaltsev ritiene che, malgrado il carattere non vincolante della risoluzione approvata, l’Unione Europea presterà comunque ascolto alle esortazioni dei deputati e tra qualche tempo cambierà rotta sulla partnership strategica con Mosca. A sua volta, Kirill Entin sostiene invece che ciò non accadrà. L’esperto sottolinea che la concezione stessa di una partnership strategica tra Federazione Russia e Unione Europea risulta alquanto astratta, che la“designazione di partner strategico” non ha alcun significato particolare e che le relazioni tra Federazione Russa e Ue avranno comunque un carattere peculiare”.
Al tempo stesso entrambi gli esperti sono concordi nel ritenere che i successivi passi dell’Ue saranno finalizzati a un inasprimento delle sanzioni. Ciò è implicitamente testimoniato proprio dall’approvazione della risoluzione che dimostrerebbe un’unità di intenti non solo tra i paesi membri, ma anche tra le forze politiche della stessa Ue. Come rileva Entin, il fatto che la risoluzione sia stata approvata con una maggioranza schiacciante di voti e che sia stata sostenuta dai più eminenti partiti politici testimonia come le posizioni delle forze di destra e di sinistra sulla Federazione Russa concordino. “In qualità di alleati della Federazione Russa sono intervenuti solo i rappresentanti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra che non hanno un reale peso politico all’interno dell’Unione Europea” sintetizza Entin.
“Un duplice standard”
Nella risoluzione si critica la politica della Russia anche nei confronti dei partiti politici europei. Mosca, si legge nel documento, “sostiene e finanzia i partiti più estremisti e radicali nei paesi membri dell’Ue”. Sotto tale riguardo i deputati esortano la Commissione Europea a creare un “meccanismo di selezione, monitoraggio e scambio di informazioni” su un eventuale appoggio di tipo finanziario, politico e tecnologico fornito dalla Federazione Russa a partiti politici europei e ad altre formazioni. Secondo Suzdaltsev, questo sarebbe un chiaro esempio di utilizzo di un duplice standard poiché si tratta degli stessi parlamentari che criticano aspramente Mosca per la legge “sugli agenti stranieri” che si prefigge di limitare le possibilità di ingerenza dei paesi stranieri nella vita politica interna della Federazione Russa. Oltre alla creazione di un meccanismo di monitoraggio i deputati propongono all’Ue di finanziare più attivamente una serie di progetti per contrastare “la propaganda russa all’interno e fuori dell’Ue” e per sostenere la società civile nella Federazione Russa.
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