Lavrov: "Tutto il possibile per battere l'Isis"

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante l'intervista radiofonica (Foto: Ilia Pitalev/RIA Novosti)

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante l'intervista radiofonica (Foto: Ilia Pitalev/RIA Novosti)

La Russia considera il gruppo terroristico “Stato Islamico” il suo principale nemico. Così il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov in un'intervista radiofonica

Mercoledì 22 aprile il capo del Ministero degli Esteri russo ha rilasciato un'intervista di due ore alle stazioni radiofoniche “Sputnik”, “Echo Moskvy” e “Govorit Moskva”. Durante la conversazione, Sergei Lavrov ha dichiarato di considerare il gruppo estremista ISIS “il principale nemico attuale”. “(...) Centinaia di cittadini russi, centinaia di cittadini europei, centinaia di americani combattono al fianco dell'IS”, ha detto Lavrov. Secondo le sue parole, “molti di loro stanno tornando: dopo un breve periodo di combattimento, vanno a riposo e talvolta sono capaci di provocare danni nelle proprie patrie per puro intrattenimento personale”.

La delusione in Obama

Rispondendo alla domanda sulle possibili minacce alla Russia da parte della Cina, il ministro ha affermato che l'unica minaccia alla sicurezza del paese è il sistema americano di difesa antimissile. “Io non vedo pericoli da parte della Cina. In generale, per quanto riguarda il fronte orientale, non vedo di che temere, esiste solo un rischio: la difesa antimissile, che è un sistema globale creato dagli Stati Uniti e diffuso tanto in territorio americano, quanto in territorio europeo e che nel teatro del nord-est asiatico disegna mirabilmente il perimetro dei confini della Federazione Russa”, ha detto Lavrov.

Parlando della politica degli Stati Uniti e del suo Presidente, Lavrov ha detto che Mosca aveva riposto molte speranze nella figura del Presidente americano Barack Obama, nel periodo della sua presidenza però si sono succeduti molteplici conflitti“Io non vorrei parlare ora della sua personalità, ma c'erano davvero molte speranze, c'è stato anche il Nobel per la pace, ma a seguito di tutto ciò ci sono state però molte guerre e per di più del tutto illogiche, in nessun modo corrispondenti agli interessi di stabilità inerenti alle regioni coinvolte”, ha dichiarato il ministro.

Gli USA e la crisi ucraina

Parlando della possibilità di coinvolgere Obama nel cosiddetto “formato normanno” di risoluzione della crisi ucraina, Lavrov ha evidenziato il ruolo del Presidente francese Francois Hollande. Secondo le sue parole, il “formato normanno” è stato inaugurato dal Presidente della Francia, pertanto la domanda su una probabile partecipazione di Obama ai negoziati sarebbe da indirizzare ad Hollande. Ciò dicendo, il capo degli Esteri russo ha dichiarato di non essere certo che i negoziati di Minsk di febbraio di quest'anno sarebbero stati più effettivi con un'eventuale partecipazione di Barack Obama. Lavrov ha inoltre espresso la sua opinione in merito agli obiettivi americani in Ucraina. Secondo le sue parole, per gli USA è importante ostacolare un approfondimento dei rapporti fra Russia ed Europa, in particolare fra Mosca e Berlino. “E non si tratta di congetture, io dispongo delle relative informazioni”, ha aggiunto.

 
La Russia nella lotta contro l'Isis

Mettere da parte la propria ostinazione”

Nell'intervista Lavrov ha delineato i compiti politici della Russia nei confronti dell'Ucraina. Secondo le sue parole, bisogna “conservare l'unità dell'Ucraina,” dato che uno scisma “significherebbe solo una cosa: immediati tentativi da parte dell'Occidente e della NATO di rendere l'Ucraina anti russa...”. A sostegno dell'unità del paese, il ministro ha consigliato agli ucraini di “abbandonare l'ostinazione nel voler conservare a tutti i costi un'Ucraina unitaria, ciò di cui tutt'ora parlano Poroshenko e i ministri del governo ucraino. Rinunciare a quanto rientri sotto il titolo di “ucrainizzazione”. Secondo le parole del ministro, l'Ucraina deve rimanere “neutrale in senso politico e militare”.

S-300 per l'Iran

A Lavrov è stato chiesto della recente decisione del presidente della Russia di cancellare il divieto sulla fornitura in Iran di sistemi di difesa aerea S-300. Il capo del Ministero degli Esteri russo ha sottolineato che l'invio di S-300 verrà effettuato direttamente da Mosca, dato che la Russia non vuole che l'Iran diventi l'ennesimo bersaglio di un uso illegittimo della forza. Una volta che Teheran avrà ricevuto gli S-300, chiunque sia intenzionato ad attaccarlo ci penserà due volte prima di intervenire. Con questo, aggiunge il ministro, un'unione militare tra Russia e Iran non è necessaria. E' anzi addirittura irreale. Parlando invece della collaborazione militare in altre direzioni, il ministro ha dichiarato che Mosca non intende piazzare le sue armi nucleari all'estero. Ha detto inoltre di non vedere il motivo di creare massicce basi militari sul modello USA in territori come ad esempio il Venezuela, di cui gli avevano appunto chiesto gli intervistatori.

Pretese nei confronti di Gazprom

A Lavrov è stato chiesto di commentare le accuse ufficiali della Commissione Europea all'indirizzo del gigante del gas russo Gazprom, in relazione alla violazione della legge anti monopolio, risuonate nella giornata di mercoledì. Secondo le parole del ministro russo, tutti gli accordi di Gazprom corrispondono al regime di norme in vigore. Lavrov ha inoltre ribadito che la Russia è pronta a rinnovare il dialogo energetico con l'Europa.

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