Russia e Iran: amici, ma non alleati

Da sinistra, John Kerry, Philip Hammond, Sergey Lavrov, Frank Walter Steinmeier, Laurent Fabius, Wang Yi durante i negoziati di Losanna tra l’Iran e il gruppo dei “sei” (Foto: AP)

Da sinistra, John Kerry, Philip Hammond, Sergey Lavrov, Frank Walter Steinmeier, Laurent Fabius, Wang Yi durante i negoziati di Losanna tra l’Iran e il gruppo dei “sei” (Foto: AP)

Durante i negoziati di Losanna si è arrivati a “un’intesa politica organica” per un accordo definitivo sulla questione del nucleare iraniano. Ma chi beneficerà realmente di questi risultati?

Il Ministro degli Esteri della Federazione Russa ha ufficialmente annunciato che nel corso dei negoziati di Losanna tra l’Iran e il gruppo dei “sei” (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania) “si è riusciti a raggiungere un’intesa politica organica per un accordo definitivo sulla questione del nucleare iraniano”. Tale mediazione è vista da Mosca come un trionfo della prassi politico-diplomatica; strumento caldeggiato dalla Federazione Russa per la risoluzione delle controversie internazionali. Tuttavia, gli esperti ritengono che a beneficiare di tale mediazione non sarà tanto la Russia quanto l’Unione Europea.

Al dicastero degli Esteri russo si rileva che tutti i passi successivi che verranno attuati dalle parti saranno determinati dai principi di gradualità e reciprocità proposti a suo tempo dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov.  L’opinione di Mosca è che, dopo aver conseguito l’accordo sul programma nucleare, l’Iran potrà svolgere un ruolo più attivo nella risoluzione dei problemi e dei conflitti regionali.

Nel frattempo gli esperti russi valutano in modo diverso il futuro dei rapporti tra Russia e Iran dopo la cancellazione delle sanzioni.

Un esperto dell’Istituto di Rilevazione e regolamentazione dei conflitti politici, Aleksandr Kuznetsov, ha osservato in un’intervista concessa a Rbth, che la “stipulazione di un accordo sul programma nucleare non avrà alcuna influenza sull’immagine internazionale della Russia poiché nell’ultimo anno gli iraniani hanno condotto negoziati soprattutto con gli Stati Uniti, mentre la Russia, pur facendo parte del gruppo dei “sei”, si è impegnata nella soluzione  soluzione di altri problemi”.

Tuttavia, a suo avviso, i timori manifestati attualmente da Mosca in merito a un possibile avvicinamento tra Stati Uniti e Iran appaiono prematuri. “Benché Obama sia interessato alla distensione con l’Iran, la sua amministrazione sviluppa, invece, una politica di contenimento dell’espansione iraniana”, afferma Kuznetsov.

“Gli americani hanno rifiutato di appoggiare gli sforzi dell’Iran nella lotta contro l’Isis. In Siria si sta ancora una volta intensificando il conflitto tra il regime e l’opposizione armata, sostenuta dall’Occidente. Washington ha appoggiato l’intervento dell’Arabia Saudita in Yemen” spiega l’esperto.

Al tempo stesso Kuznetsov non prevede alcuna tensione nei rapporti tra Russia e Iran dopo la firma dell’accordo col gruppo dei “sei”. “Continua a esistere un interscambio politico tra Russia e Iran. A Mosca arrivano regolarmente alti funzionari iraniani. La Federazione Russa continua a offrire la sua cooperazione tecnico-militare all’Iraq. I due paesi cooperano per sostenere Assad. Tuttavia, è ancora prematuro parlare di una partnership. Da parte sua l’Iran ha i propri motivi di insoddisfazione. Vorrebbe, per esempio, tornare a far parte dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai, ma la Russia non gli sta offrendo un grande appoggio su questo piano poiché il Kazakhstan e la Cina si oppongono”.

L’Unione Europea ricaverà la maggior parte dei dividendi

Esistono dei fattori che limitano una cooperazione bilaterale in ambito economico:  “La Russia non ha approfittato del periodo delle sanzioni per rafforzare il proprio ruolo in Iran, ma ora le sue chance sono diminuite a causa della concorrenza dell’Unione Europea e della Cina. Il nostro apporto sarà necessario solo in una serie di settori: l’impiego pacifico dell’energia nucleare, le ferrovie, l’energia elettrica. Ma a beneficiare maggiormente dell’accordo sarà l’Unione Europea”. 

Se le sanzioni contro l’Iran saranno cancellate, la Russia dovrà competere in Iran con i paesi occidentali, mentre l’Iran otterrà “un campo più ampio di manovra” ha dichiarato a Gazeta.ru Fedor Lukyanov, capo del Consiglio per la Politica estera e la Difesa.

Dello stesso avviso è anche Aleksei Arbatov, esperto dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni internazionali dell’Accademia delle Scienze: “Si potrebbe potenziare la cooperazione economica, ma se nella vendita di armi riusciremmo a primeggiare, negli altri ambiti l’Iran, ampliando le sue relazioni, potrebbe sempre rivolgersi al Giappone e agli Stati Uniti”.

Più ottimista invece è il direttore della Sezione Caucaso dell’Istituto di studi sui paesi della Csi, Vladimir Evseev. Evseev ha dichiarato a Rbth che per la Russia si aprono degli spiragli di possibilità con Teheran dal momento che le sanzioni nei confronti dell’Iran non verranno cancellate in tempi brevi. “In autunno potrebbe essere avviata la costruzione di un’altra centrale nucleare a Bushehr e l’Iran ci ha chiesto di intervenire nei lavori di ammodernamento della rete ferroviaria. Stiamo inoltre per cooperare sul piano militare. Si prevede la fornitura di tecnologie destinate all’Aviazione e alla Marina, nonché finalizzate alla modernizzazione della difesa aerea; verrano effettuate manovre congiunte e si elaborerà un programma di addestramento del personale” ha puntualizzato l’esperto.

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