La Duma e le nuove regole per le Ong

Le organizzazioni in questione potranno incorrere in sanzioni amministrative e responsabilità penali (Foto: Sergei Fedeichev / TASS)

Le organizzazioni in questione potranno incorrere in sanzioni amministrative e responsabilità penali (Foto: Sergei Fedeichev / TASS)

La Russia sta cercando di inasprire i controlli sull’attività delle organizzazioni straniere che operano nel paese. Alcune di esse potranno essere proibite nel caso in cui venga stabilito dalle autorità che costituiscono una minaccia “alla sicurezza e al sistema di difesa”

La Duma di Stato prenderà a breve in esame un disegno di legge che vieta la presenza di organizzazioni straniere e internazionali in Russia la cui attività sia ritenuta “indesiderata” nel territorio del paese. Il divieto riguarderà quelle organizzazioni, che secondo le autorità, costituiscono una “minaccia” alla sicurezza o al sistema di difesa dello Stato, o all’ordine sociale e alla salute della popolazione”. Tali organizzazioni potranno incorrere tra l’altro in sanzioni amministrative e responsabilità penali. A stabilire chi è “nocivo” al paese saranno, per procedura stragiudiziale, la Procura Generale e l’Fsb, in accordo con il Ministero degli Esteri. Alla Camera bassa del parlamento è stato annunciato che a incorrere nel decreto non saranno solo le Ong, ma qualunque holding o società internazionale.

“Impedire la destabilizzazione”

Come ha spiegato a Rbth uno degli autori dell’iniziativa, il deputato del Partito liberal-democratico Anton Ishchenko, la legge avrà carattere preventivo.”Per ora potrebbe anche non sussistere una necessità del divieto, ma nell’immediato potrebbe giungere il momento in cui si renda necessaria l’adozione di misure straordinarie” sostiene il parlamentare. Il deputato ha sottolineato come uno degli scopi della legge sia quello di rafforzare la potenzialità degli organi di sicurezza. A suo avviso, l’esperienza dell’Ucraina e i recenti episodi avvenuti in Francia sono stati una conferma del fatto che lo Stato deve avere la possibilità di ‘impedire la destabilizzazione del paese’”. Tra l’altro, come ha dichiarato il deputato, non saranno elencati i criteri concreti secondo i quali verrà deciso se conviene o no includere un’organizzazione nella “lista nera”. “Non abbiamo neppure cercato di formularli perché questo elenco risulterebbe troppo ampio. Ciò di cui si fa menzione nel disegno di legge verrà risolto in una forma o nell’altra a livello legislativo. A nostro avviso, il nostro testo normativo è del tutto chiaro”.

Occorre aver fiducia negli organi di sicurezza

Alla Duma di Stato si ritiene che una duplice azione dei dicasteri addetti alla sicurezza e del Ministero degli Esteri garantiranno la trasparenza e l’indipendenza della procedura. “Esistono tre dicasteri su cui deve fondarsi anche la nostra stabilità sul piano dell’osservanza giuridica. A essi collaborano professionisti in grado di capire quali organizzazioni potrebbero rivelarsi davvero pericolose per i nostri valori e il nostro sistema  politico” afferma Anton Ishchenko. Di fatto, la legge consentirà di interdire nel paese l’attività di qualunque organizzazione, incluse le società commerciali, ma i rappresentanti dell’imprenditoria per ora possono stare tranquilli. “Sono sicuro al 100% che la legge non intenda colpire l’imprenditoria privata, che, oggi, tra l’altro, è a caccia di investitori” sostiene il presidente di “Opora Rossii” (Supporto alla Russia), un’organizzazione che si occupa di piccola e media impresa.

Una drastica espulsione

Denis Primakov, responsabile legale della filiale russa di Transparency International, l’organizzazione internazionale non governativa che si occupa di corruzione, ritiene che questo “assurdo” progetto di legge sia volto in massimo grado  all’espulsione di persone giuridiche indesiderate dallo spazio giuridico della Russia. Secondo l’avvocato, a essere colpite sarebbero organizzazioni come “Otkrytaja Rossija” (Russia aperta), fondata dall’ex proprietario della compagnia petrolifera Yukos, Mikhail Khodorkovsky, o media holding con beneficiari stranieri.

Tuttavia, Iury Nikolaev, presidente dell’Associazione avvocati di Mosca “Nikolaev e soci”, puntualizza che la Russia si comporterebbe in questo caso come qualunque altro paese straniero quando si rende conto che alcune forme di attività costituiscono una minaccia alla sua sovranità. “Sul suo territorio la Russia ha il diritto di redigere qualunque atto normativo che sancisca la cessazione di simili organizzazioni. È normale, tutti si comportano così” ricorda Nikolaev. “Noi non costringeremmo mai altri stati ad attuare le nostre richieste come invece cercano di fare alcuni paesi” constata l’avvocato. 

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