Effetto Crimea per la Transnistria?

La Transnistria auspica la separazione da Chisinau e l’unione con la Russia (Foto: Reuters)

La Transnistria auspica la separazione da Chisinau e l’unione con la Russia (Foto: Reuters)

Un altro stato non riconosciuto vuole entrare a far parte parte della Federazione Russa

La situazione della Transnistria si è aggravata. Le autorità della repubblica non riconosciuta hanno accusato la Moldavia per le sanzioni, e l’Ucraina per l’assedio. Ispirata dall’esempio della Crimea, la Transnistria vuole la separazione da Chisinau e l’unione con la Russia. A Mosca si sono dimostrati pronti a “schierarsi contro ogni aggressore dell pace”.

Del fatto che i rappresentanti della Transnistria non parteciperanno alle negoziazioni previste per il 10 e l'11 aprile nel formato "5+2" a Vienna si parla nella lettera del capo della Transnistria Nina Shtanski; il documento è stato inviato il 5 aprile a tutti i partecipanti al processo di negoziazione. Il rifiuto a partecipare all’incontro di Vienna viene motivato dal fatto che Chisinau non ha mantenuto le promesse di rescindere le accise di importazione per le aziende della Transnistria. In relazione a ciò Shtanski ha annunciato “l’impossibilità di realizzare un dialogo costruttivo in condizioni di costanti restrizioni e sanzioni” e ha affermato: “La Transnistria non è pronta ad accettare un’altra riunione in formato “5+2".

Il fallimento dei negoziati è la nuova conferma del deterioramento delle relazioni tra Chisinau e Tiraspol. La ragione non risiede solo nelle reticienze economiche. Tra le parti in conflitto sono emerse con nuova forza le dispute territoriali relative ad alcuni villaggi del governo moldavo che la Transnistria reputa propri.

 
Transnistria, una riserva
nel cuore d'Europa

Anche l’Ucraina avanza delle rivendicazioni

Tiraspol è in conflitto non solo con Chisinau ma anche con Kiev che più di un mese fa ha irrigidito il regime di attraversamento del confine ucraino per i cittadini della Federazione Russa. In Transnistria, situata tra Moldavia e Ucraina, la cittadinanza russa la possiede quasi un abitante su due, e le azioni di Kiev sono state vissute come un assedio. "A marzo loro (le autorità ucraine) hanno impedito a più di 200 abitanti della Transnistria con passaporti russi di attraversare il confine. Nella nostra repubblica vivono circa 200mila abitanti della Federazione Russa, ancora quasi 100mila hanno la cittadinanza ucraina, molti hanno legami di parentela nei paesi limitrofi, e queste misure alimentano la tensione”, ha lamentato il leader Evgeny Shevchuk.

Kiev ha inoltre dichiarato che l’irrigidimento delle misure per l’attraverso del confine “è un affare interno all’Ucraina”. Mosca tuttavia ha una visione diversa. Della questione “dell’assedio esterno” della Transnistria il presidente russo Vladimir Putin ha parlato il 29 marzo durante un colloquio telefonico con il collega americano Barack Obama. "Il presidente della Federazione Russa ha attirato l’attenzione sulla questione dell’assedio esterno della Transnistria il quale porta a un notevole aggravarsi delle condizioni di vita degli abitanti della regione, ostacolando i loro spostamenti e la normale attività commerciale ed economica", ha dichiarato il servizio stampa del Cremlino. Anche Putin lo ha ribadito il 31 marzo alla cancelliera tedesca Angel Merkel. Il ministro degli Esteri russi Sergei Lavrov ha sollevato la questione dell’assedio nel corso dell’incontro parigino con il segretario di stato degli USA John Carry.

 
La Transnistria e quel
referendum del '92

Se i peacekeepers russi stanno solo svolgendo delle esercitazioni, invece i militari della Transnistria si stanno seriamente addestrando. Nella settimana scorsa il Ministero della Difesa della Repubblica separatista ha parlato delle esercitazioni militari che hanno coinvolto i carristi, gli artiglieri, gli addetti ai cannoni contraerei e i lanciagranate, nonché dell’addestramento delle unità ingegneristiche e di sminamento, che lavorano all’organizzazione del passaggio ponte attraverso il Dnestr. Il Ministero della Difesa ha sottolineato che tutte le esercitazioni previste e la loro realizzazione devono essere viste come “misure di difesa dall’aggressore”.

Alla difesa della Transnistria è pronta anche la Russia. Commentando la situazione che sta attraversando la repubblica non riconsociuta, nel programma “La Questione russa” del canale TVZ, il vice-premier della Federazione Russa Dmitri Rogozin ha affermato: “Noi utilizzeremo tutti i mezzi politici, diplomatici, economici a disposizione e se serve faremo anche delle azioni di forza contro ogni aggressore della pace, della tranquillità e del rispetto delle norme democratiche”. In Transnistria questo annuncio è stato immediatamente diffuso.

Le autorità a Tiraspol, ispirate dalla modalità con la quale Mosca ha risolto la questione della Crimea, non nascondono che vorrebbero al più presto condividere lo stesso destino della penisola. E fanno affidamento sulla Russia. "Nel 2006 nel referendum in Transnistria più del 97% dei votanti si è pronunciato a favore dell’unione con la Russia. Noi abbiamo fiducia nel fatto che, considerati i rapidi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo, i partners internazionali che si occupano della situaizone della Transnistria riconoscano che la giusta soluzione sia percorribile solo attraverso il riconoscimento della volontà del popolo della Transnistria”, afferma Evgeniy Shevchuk.

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