La preoccupazione per l'Afghanistan

Un poliziotto afghano siede di guardia su un muro che domina Kabul (Foto: AP)

Un poliziotto afghano siede di guardia su un muro che domina Kabul (Foto: AP)

La Russia e i suoi alleati dell'Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (Otsc) sono in allarme per la situazione che si creerà a Kabul dopo il ritiro delle truppe straniere nel 2014

A Sochi si sono radunati i leader dei Paesi membri dell'Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (Otsc): Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. I capi di Stato hanno constatato che attualmente le principali sfide e minacce per loro provengono dall'Afghanistan.

Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, "ci preoccupa il possibile sviluppo degli eventi in Afghanistan per effetto dell'imminente riduzione nel 2014 della presenza militare straniera, che potrebbe comportare un ulteriore peggioramento della situazione nel Paese, cosa che si ripercuoterebbe in maniera negativa sull'intera regione".  

Al summit, denominato Consiglio di sicurezza collettiva dell'Otsc, è stato dichiarato che l'Afghanistan oggi rappresenta un'area di instabilità, una fonte di diffusione delle idee del fondamentalismo islamico, un territorio dove hanno base i reparti armati di organizzazioni terroristiche ed estremiste, e che ospita persino campi di addestramento dei combattenti, tra i quali vi sono anche cittadini dei Paesi membri dell'Otsc. Inoltre, nel Nord del Paese sono attivi oltre duemila laboratori in cui vengono prodotti gli stupefacenti, che, poi, attraversando la Valle di Fergana, il Kirghizistan e il Kazakhstan, giungono in Russia e proseguono verso l'Europa Occidentale.  

Pertanto, il Consiglio ha stabilito delle misure volte a ridurre l'influenza negativa dell'Afghanistan a partire dal 2014. Esse comprendono un aumento dell'efficacia della sorveglianza lungo il confine tra il Tagikistan e l'Afghanistan. A tal fine verrà fornito un supporto tecnico e militare al Tagikistan. Si è parlato anche di rafforzare la frontiera con forniture di armamenti supplementari, e, qualora fosse necessario, con guardie di frontiera dei Paesi dell'Otsc e in primo luogo della Russia.   

Il turno di presidenza dell'organizzazione è passato dal Kirghizistan alla Russia e, perciò, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha illustrato le direttive prioritarie di azione dell'Otsc per il 2014.

Oltre all'incremento del potenziale militare degli Stati membri dell'Otsc in relazione ai cambiamenti nella situazione geopolitica in Afghanistan, è prevista l'entrata in vigore di misure per ottimizzare il sistema di sicurezza collettiva dell'Otsc nell'ambito della lotta al terrorismo internazionale, all'estremismo, al traffico illegale di narcotici e all'immigrazione clandestina.

Particolare attenzione sarà rivolta al perfezionamento delle forze e degli strumenti del sistema di sicurezza collettiva, con l'introduzione di un sistema unificato di difesa antiaerea, di aviazione militare e di forze collettive per le operazioni speciali. È stato posto l'obiettivo di sviluppare le forze di pace dell'Otsc, affinché esse siano preparate a sostenere la pace nei territori di ciascuno degli Stati dell'Otsc e a partecipare alle operazioni di pace sotto l'egida dell'Onu. I leader dei Paesi membri non hanno trascurato nemmeno il tema della cooperazione tra gli Stati dell'Otsc per il superamento delle conseguenze delle situazioni di crisi e delle calamità naturali e quello della creazione di una rete di basi per la custodia di scorte materiali, utili per fornire aiuto alle vittime delle situazioni di emergenza provocate da cause naturali, tecnologiche o militari.  

I leader dell'Otsc si sono scambiati pareri sulla situazione in Siria e nell'area circostante. Si sono trovati tutti d'accordo sul fatto che la composizione della crisi siriana è possibile solo per via politico-diplomatica. I Paesi dell'Otsc hanno appoggiato l'iniziativa che prevede la consegna delle armi chimiche siriane sotto il controllo internazionale, la loro successiva distruzione, e l'adesione di Damasco all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche.

In un apposito comunicato del Consiglio di sicurezza collettiva dell'Otsc sulla Siria, la cui approvazione è stata proposta dalla Russia, si sottolinea che i membri dell'organizzazione intendono proseguire gli sforzi comuni per difendere le norme e i principi del diritto internazionale e il ruolo centrale dell'Onu nelle questioni mondiali. 

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