All’interno dei grandi magazzini Gum di Mosca, il tempio del lusso moscovita, i maggiori ricavi deriverebbero dalle vendite dei prodotti di lusso Made in Italy. Lo ha annunciato il managing director e presidente di Gum, Teymuraz Guguberidze, secondo il quale le vendite dei prodotti italiani hanno addirittura superato quelle dei prodotto francesi.
“Nonostante la svalutazione del rublo, il mercato russo resta ancora oggi un mercato fondamentale per l’Italia, così come sono fondamentali i turisti russi high spender, che non sono stati toccati dalla crisi - commenta Giulio Gargiullo, online marketing manager specializzato nel business del lusso legato alla Federazione -. A risentire di più di questo periodo è, ovviamente, la classe media. Insieme a cinesi, arabi e americani, i russi sono infatti tra gli stranieri che più spendono in Italia”.
“I russi - prosegue Gargiullo - restano fra i top spender, soprattutto per quel che concerne il tax-free, così come dimostrano i dati di Global Blue relativi all'estate 2015, secondo i quali i cittadini della Federazione sono tra coloro che più hanno speso nella Costiera Amalfitana, nella Riviera Ligure e in Versilia”.
“Secondo le previsioni di Prometeia e del Centro Studi di Confindustria, fatte nell'ambito del progetto “Esportare la Dolce Vita”, Mosca dovrebbe ripartire nel 2017. Anche dal 2016 arriveranno segnali di ripresa grazie al “Progetto speciale Russia” voluto da Ice, Smi e Ministero dello Sviluppo Economico avviato nel 2015 con un budget di un milione di euro. Fra le iniziative, atte a sviluppare il business del fashion di lusso, quello di portare buyer russi in Italia nei principali eventi del settore moda del Bel Paese. La rinascita è prevista nel segmento di fascia medio-alta da qua al 2020 e dovrebbe aumentare del 26,7 % verso la Federazione Russa, raggiungendo quota 1,3 miliardi di euro. Tale crescita permetterebbe di lasciarsi alle spalle così le perdite fra il 13 e il 30% registrate negli ultimi mesi dall'Italia verso Mosca”.
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