Passione gioielli. Dall'Italia alla Russia

Roberto Coin (Foto: archivio personale)

Roberto Coin (Foto: archivio personale)

Roberto Coin crea gioielli da oltre 30 anni e ha saputo conquistare il mercato russo grazie alla qualità e al savoir-faire Made in Italy

Innamorato della vita e del lavoro. Si definisce così, Roberto Coin, l'imprenditore veneto che nel 1977 ha fondato a Vicenza l'omonima azienda di gioielli e in breve tempo ha imposto i suoi prodotti sui mercati internazionali tanto da contare attualmente oltre 800 punti vendita nel mondo.

Pur non essendo “nato gioielliere”, la passione per l’eleganza e il mondo della moda hanno convito Roberto Coin a lasciare il settore dell'hotellerie, sua prima attività, per vivere una nuova avventura.

“Mi sono lanciato in questo progetto di vita con grande slancio - afferma l'imprenditore -, ma anche con gradi punti di domanda. Con il senno di poi credo di essere stato un business man innamorato della creatività”.

Da oltre 10 anni, i gioielli firmati Roberto Coin sono presenti in Russia con diversi punti vendita in collaborazione con importanti brand sia a Mosca che a San Pietroburgo, ma anche a Ekaterina e in Siberia. Al momento solo Mosca può vantare un franchising monomarca. Roberto Coin preferisce infatti conoscere e gestire i suoi clienti personalmente.

“Desidero conoscere il cliente - afferma l'imprenditore -, solo così capisco se è affidabile o no. Mi affido al mio intuito e alle informazioni delle persone del settore che conoscono molto bene il mercato”. Una strategia che ha accompagna da sempre la diffusione dei gioielli vicentini nella Federazione.

“Ci siamo mossi direttamente attraverso le fiere internazionali di settore - racconta Coin -. Ma abbiamo anche potuto contare sulla collaborazione di alcuni colleghi, in particolare i produttori di orologi svizzeri”. In che modo gli orologiai hanno potuto sostenere un produttore di gioielli? “Gli orologiai non sono nostri competitor diretti - spiega l'imprenditore - quindi possiamo collaborare e sostenerci a vicenda. Ad esempio nei grandi negozi di orologi svizzeri ci sono gioielli Roberto Coin. Si tratta di un reciproco apprezzamento che restituisce ai clienti un'immagine di qualità e di affidabilità. Oltretutto possiamo contare su consigli reciproci e sullo scambio di informazioni sui diversi mercati in cui siamo presenti”. Tra i 63 paesi in cui la Roberto Coin è presente con le sue creazioni, si evidenziano soprattutto il mercato USA, quello degli Emirati e il mercato dell'Ex Unione Sovietica.

“Ritengo che abbiamo grandi potenzialità ancora da esplorare in Russia - precisa Roberto Coin -. Ad oggi il fatturato proveniente da questo mercato è del solo 5%, ma si è creata una fidelizzazione notevole con i clienti russi. Molti di loro viaggiano spesso e sono ottimi acquirenti anche in paesi come la Repubblica Ceca, la Turchia, la Grecia e la Spagna”.

Qual è il segreto di questo successo della gioielleria Made in Italy nella Federazione? “Sono convinto che la varietà e la continua presentazione di nuove collezioni ci permettono di riservare ai nostri clienti sempre nuove sorprese. Con loro evidenziamo una continua evoluzione anche sulle preferenze. La mia azienda produce ogni anno oltre 600 nuovi modelli per ascoltare le voci di tutti e per dare ogni volta la scelta di qualcosa di nuovo e personale ai nostri clienti. Ad esempio il diamante Cento è amatissimo nel mercato russo, come anche altre collezioni quali Pois Moi e Ipanema”. Il brevetto di “Cento”, diamante a cento sfaccettature contro le 57/58 del taglio brillante, è stato lanciato dalla società nel 2003 e attualmente più dell’80% dei gioielli e delle collezioni include i diamanti.

Roberto Coin partecipa a tutte le fasi della creazione dei suoi gioielli. “Mi occupo personalmente, insieme al mio team di giovani designer, di disegnare le nostre collezioni”, precisa l'imprenditore.  Ma è possibile immaginare che un designer russo possa partecipare un giorno al processo creativo Made in Italy? “Durante l’ultima conferenza della Confederazione Mondiale della Gioielleria (Cibjo), che si è tenuta a Mosca lo scorso maggio, lo stesso governo russo ha chiesto che venisse promossa questa collaborazione e sono sicuro che in futuro si apriranno nuove strade in tal senso. Personalmente credo che potremo chiamare a collaborare con noi qui a Vicenza un designer russo”.

Per il gioielliere veneto la creatività è importante tanto quanto la qualità del servizio. La sua azienda si preoccupa quindi di condividere con i responsabili dei punti vendita in Russia, come negli altri mercati,  le proprie linee guida per la presentazione al pubblico del brand, includendo periodi di training al personale. L'obiettivo a medio termine per la società vicentina è di continuare a gestire direttamente la distribuzione. “Ovviamente è molto difficile programmare in questo momento storico – afferma Roberto Coin -, ma noi restiamo concentrati sulla cura del cliente per continuare a coccolarlo. Bisogna sempre ricordare che è facile perdere un cliente, molto più difficile è recuperarlo”.

La società ha aderito al Kimberley Process (KP), l'accordo delle Nazioni Unite che vede impegnati tutti i Paesi produttori di diamanti e le organizzazioni non governative contro il traffico dei diamanti provenienti da zone di conflitto. Un impegno che ha permesso al brand Roberto Coin di ricevere, il 18 maggio 2013, l'International Palladio Award per la responsabilità sociale.

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