I bambini russi vestono italiano

Da Asolo alla Russia: per il marchio di abbigliamento “Il Gufo”, la Federazione è diventata il miglior mercato del brand (Foto: Ufficio Stampa)

Da Asolo alla Russia: per il marchio di abbigliamento “Il Gufo”, la Federazione è diventata il miglior mercato del brand (Foto: Ufficio Stampa)

L'azienda "Il Gufo" interpreta questa tendenza e rivendica la propria autonomia dall'ingresso nel mercato russo alla fine degli anni '90

Azienda familiare di abbigliamento Made in Italy, Il Gufo confeziona abiti per bambini dal 1992. Pochi anni dopo la sua fondazione, la società di Asolo (Treviso) decide di esplorare la Russia e da allora la Federazione è diventata il miglior mercato del brand, come racconta a Rbth l'amministratore delegato Guido Chiavelli. “I nostri primi viaggi a Mosca risalgono alla fine degli anni '90 - spiega l'a.d. - si iniziava a sentirne parlare e la cosa ci incuriosiva. Siamo partiti un po' all'arrembaggio, ma è stata un'ottima scelta, perché oggi rappresenta il nostro migliore mercato estero”. Chiavelli non evidenzia nessun problema particolare affrontato nell'ingresso nel mercato della Federazione, al contrario rivendica l'autonomia delle strategie aziendali portate avanti senza l'aiuto di nessuna  istituzione. “In passato abbiamo avuto delle esperienze con l'ICE, ma con scarsi risultati – racconta -. Noi lavoriamo da sempre nel rispetto delle norme internazionali e i nostri clienti si occupano autonomamente dell'importazione dei nostri capi tramite aziende di trasporti specializzate. Non abbiamo mai avuto particolari difficoltà”. 

Guido, figlio della fondatrice del marchio Giovanna Miletti, gestisce la società con la madre e la sorella Alessandra Chiavelli difendendo l'identità dell'azienda familiare come punto di forza della strategia imprenditoriale. “La scelta di restare azienda familiare conta moltissimo per mantenere la qualità, per il semplice motivo che la filosofia di prodotto è nata con l'azienda e la sua fondatrice 30 anni fa, e continua ad essere il filo conduttore che ci guida nella creazione di ogni nuova collezione. Per noi crescere vuol dire adattarsi a nuove esigenze e situazioni, ma senza mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo”. E vista la flessione della domanda interna del settore childrenswear, l'azienda si trova a rivolgere sempre più attenzione ai mercati esteri. Secondo uno studio diffuso da Sistema Moda Italia (SMI) alla vigilia di Pitti Bimbo 2013, il mercato italiano aveva chiuso la stagione autunno-inverno 2010/2011 con una modesta contrazione dello 0,6% del sell out di moda junior, ma ha accumulato un deciso calo delle vendite del 5,8% nell’autunno-inverno 2011/2012. 

L'amministratore delegato Guido Chiavelli (Foto: Ufficio Stampa)

Al contrario l'export resiste, trainato soprattutto dalla Russia. Nell'edizione 2013 di Pitti Bimbo, la Russia si è imposta come primo mercato di riferimento con 409 buyers provenienti dalla Federazione. “A Firenze si è parlato quasi esclusivamente russo nell'edizione 2013 di di Pitti Bimbo – conferma Chiavelli - i nostri clienti stanno crescendo molto bene e in più ce ne sono stati diversi nuovi che si sono presentati. La distribuzione si sta facendo sempre più capillare, espandendosi oltre il territorio di Mosca dove è ancora concentrata la maggior parte del business”. La Federazione rappresenta circa il 10% del fatturato della pmi di Asolo con la maggioranza del business che si concentra a Mosca e San Pietroburgo. “Per approcciare il mercato russo abbiamo sempre agito in maniera diretta, senza avvalerci di distributori locali – racconta l'amministratore delegato - e la scelta per il momento sembra essere giusta”. Nessuna joint venture o distributori locali. Il Gufo segue direttamente i clienti attraverso una rete di circa 350 negozi multibrand in Italia che salgono a 700 considerano i paesi esteri.

“In Russia non abbiamo ancora punti vendita monomarca – continua Chiavelli - anche se ci sono dei progetti di cui stiamo parlando con alcuni clienti. A breve apriremo un corner all'interno del mega complesso Endless Story, di proprietà del gruppo Vozrast”. Il core business dell'azienda è l'abbigliamento da 0 a 6 anni che conta in catalogo abiti e maglieria passando per pantaloni, accessori e intimo, con collezioni che arrivano fino ai 14 anni. Con 77 dipendenti e 700 pezzi a collezione, Il Gufo esporta i suoi prodotti in più di 35 paesi. Oltre alla Russia, Il Gufo vende in Europa, in Giappone, negli Stati Uniti e in Medio Oriente, con la recente aggiunta dei mercati della Corea del Sud e della Cina. 

“Ci rivolgiamo ad una clientela medio-alta, persone sicuramente benestanti, ma il nostro prodotto non è assolutamente esclusivo o troppo elitario – racconta Chiavelli – ed è raggiungibile da una grossa fetta di popolazione di ogni paese”. La pmi del childswear ha chiuso il 2013 con un fatturato aggregato di 27 milioni di euro di cui il 50% proviene dall'estero. Forte di questo risultato, la società di Asocli continua la sua crescita all'estero, pur mantenendo salde le proprie radici italiane. “Continueremo ad espanderci cercando di mantenere quegli equilibri che ci consentono di beneficiare di una distribuzione di alto livello”, conclude Chiavelli.

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