La Russia potrebbe raddoppiare il pil entro il 2035

L'ex ministro russo delle Finanze Aleksej Kudrin.

L'ex ministro russo delle Finanze Aleksej Kudrin.

: Komsomolskaya Pravda/Global Look Press
Crollato per via della crisi, inizierà a crescere già nel 2017. E, con una serie di riforme strutturali, nei prossimi anni il prodotto interno lordo potrebbe superare il 4%. Previsioni del tutto realistiche secondo gli economisti

La Russia potrebbe raddoppiare il pil entro il 2035. Ne è convinto l'ex ministro russo delle Finanze Aleksej Kudrin, autore del nuovo programma economico preparato per il Presidente Vladimir Putin e capo di uno dei principali istituti di ricerca del Paese, il Centro per la ricerca strategica della Russia. Per fare ciò, ha detto, è necessario realizzare serie riforme per cambiare la struttura dell'economia nazionale.

Dalla crisi alla crescita

“L'economia russa oggi si sta sviluppando peggio che ai tempi della stagnazione in Urss", ha affermato Aleksej Kudrin al Forum economico Gaidar di Mosca il 13 gennaio. La crisi e la svalutazione del rublo nel 2014 hanno portato al fatto che nel 2015 il pil è diminuito del 3% e nel 2016 si prevede un calo dello 0,5%, come testimoniano i dati del Ministero russo delle Finanze ancora in fase di elaborazione.

Correggere la situazione è del tutto realistico. Per farlo però è necessario avviare le riforme strutturali di cui il governo sta parlando da molti anni, sostiene Kudrin.

"Le mosse che dovrebbero fare il Paese, il governo, il Presidente, sono fuori dal comune e piuttosto serie", ha detto Kudrin

Secondo lui le riforme strutturali dovrebbero risolvere, tra le altre cose, i problemi demografici, la mancanza di investimenti, compresa la questione delle sanzioni, la distanza dai mercati finanziari mondiali, l'arretratezza tecnologica, la bassa produttività e la bassa qualità della pubblica amministrazione.

Nell’analisi di Kudrin, i colleghi del Centro per la ricerca strategica, gli economisti Pavel Trunin ed Evsej Gurvich, riferiscono che nel medio termine la crescita annuale del pil sarà 2-2,5%, ma dal 2025-2030 accelererà al 4-4,4%, cita il documento il giornale economico RBK. Il raddoppiamento del pil in 19 anni "non è un obiettivo così ambizioso", ritengono gli economisti.

Si prevede che l'economia russa inizierà a crescere già nel 2017. L'Agenzia Moody prevede che, dopo due anni di recessione, la Russia registrerà una crescita positiva del pil dell'1% nel 2017.

Il rischio stagnazione

“Il problema per l'economia russa non è come ripristinare la crescita in seguito alla crisi, bensì come, dopo una breve fase di crescita, non ricadere nella stagnazione”, ha detto Ksenja Judaeva, primo vice capo della Banca centrale della Russia, intervenendo al Forum Gaidar durante la relazione della Banca mondiale. Proprio per questo sono necessarie riforme strutturali, ha detto.

I principali settori in cui la Russia si è specializzata nel commercio estero sono quelli del petrolio, del gas, della  metallurgia, ha commentato Judaeva. 

"La nostra economia deve cambiare specializzazione e produrre ciò che gli altri non fanno e diventare più flessibile nel rispondere alle sfide del mercato globale", ha detto Judaeva

La crescita negativa del pil della Russia negli ultimi due anni è il risultato delle dinamiche negative dei prezzi delle materie prime. D’altro canto, proprio questa dinamica negativa incoraggia lo sviluppo di misure alternative per aumentare la crescita economica, dice Sergej Khestanov, consigliere per la macroeconomia del direttore generale di "Open Broker".

Nelle sue parole, i fattori della crescita possono essere la diversificazione dell'economia, la rimozione delle barriere amministrative e il miglioramento della protezione del diritto di proprietà, previsti nelle riforme strutturali proposte da Aleksej Kudrin. "Questi fattori non sottintendono il verificarsi di una crescita repentina, ma renderebbero la crescita molto più stabile", ha affermato Khestanov.

Le previsioni di Aleksej Kudrin e del Centro sono realizzabili nel caso si mantengano le attuali politiche fiscali e monetarie del governo e della Banca centrale della Federazione Russa, ha detto Timur Nigmatullin, analista del gruppo Finam. "Il problema principale che l'economia russa ha dovuto affrontare ancora prima delle sanzioni e della caduta dei prezzi del petrolio è la ‘trappola del reddito medio’, che spinge l'inflazione verso l'alto", ha detto Nigmatulin. Per evitare questa trappola, ha concluso l’analista, la Banca centrale russa deve continuare a mantenere l'inflazione programmata al 4%.

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