Operai al lavoro (Foto: Alexei Denitshev / Ria Novosti)
Le società straniere aiuteranno le imprese russe ad attuare le strategie di sostituzione delle importazioni, grazie anche all’avvio di nuove attività produttive in aree speciali, come quelle dei parchi industriali. A darne l’annuncio è stato Denis Zhuravsky, amministratore delegato dell’Associazione parchi industriali, nel suo intervento al Forum internazionale di Mosca, dedicato al tema dei parchi industriali. A suo avviso, saranno proprio queste aree organizzate a favorire l’afflusso di investimenti stranieri e la crescita industriale. Come ha rilevato Zhuravsky, l’Associazione dei parchi industriali è particolarmente attiva sul versante asiatico con gli investitori giapponesi e sudcoreani. Sul fronte europeo i maggiori investitori provengono da società tedesche, italiane e francesi.
Mosca corteggia gli investitori italiani |
La cooperazione con gli stranieri
In particolare, l’associazione di imprenditori italiani Confindustria Russia ha siglato un accordo di cooperazione con l’organizzazione russa. Come ha dichiarato in un’intervista a Rbth il suo presidente, Ernesto Ferlenghi, le imprese italiane sono interessate a immettere sul mercato della Russia i loro investimenti e le loro competenze. “Dobbiamo agire in fretta per non rischiare di perdere definitivamente il mercato russo” ha affermato Ferlenghi. A suo avviso, nell’export italiano in Russia si sarebbe verificato nel 2014 un calo dell’11,6% pari a 9,5 miliardi di euro. “L’export è sempre consistito al 40% di prodotti metalmeccanici, destinati soprattutto alle esigenze del settore gas-petrolifero: pompe, rubinetti, ecc. Perciò le società italiane di questo settore risultano particolarmente interessate ad avviare un’attività produttiva in Russia”, spiega Ernesto Ferlenghi. A detta di Ferlenghi, a interessare le società italiane non sarebbe soltanto il mercato interno russo, ma anche l’export in Kazakhstan e Bielorussia e in prospettiva anche nei mercati europei.
Ai primi di luglio è entrata in vigore in Russia una legge sulla politica industriale volta a potenziare il processo di attuazione delle strategie di sostituzione delle importazioni. Il documento prevede misure statali di sostegno e per la prima volta viene di fatto normativizzato il concetto di “parco industriale”. Attualmente si contano in tutta la Russia 120 parchi industriali attivi tra cui il 50% in media occupati dai residenti. “Ciò dimostra da un lato che il parco industriale ha acquisito importanza, ma dall’altro resta ancora un potenziale di aree libere da sfruttare per i nuovi investitori” afferma Zhuravsky.
Le regole di lavoro
Per le società che operano nei parchi industriali sono previste agevolazioni fiscali. Inoltre, le regioni possono ottenere regimi fiscali privilegiati a causa dei parchi. È ciò che è accaduto, per esempio, col parco industriale “Zavolzhe” nella provincia di Ulyanovsk (sito a 880 km a est di Mosca); la regione stanzia elevati sussidi per la formazione di quadri per le imprese. “Riteniamo che il parco industriale debba essere una sorta di area off-shore, che nessuno può controllare” ha dichiarato a Rbth il governatore della provincia di Ulyanovsk Sergey Morozov. In ultima analisi, a suo avviso, nel parco per ogni rublo investito dal bilancio nelle infrastrutture si ricevono in media 18 rubli di investimenti privati.
Per gli investitori, inclusi quelli stranieri, sono un comodo mezzo d'investimento e di localizzazione dei propri prodotti, afferma assicura il viceministro per lo Sviluppo dell'Estremo Oriente, Sergey Kachaev. "Finora la maggioranza degli investitori stranieri distribuisce i propri prodotti in Russia, orientandosi sul mercato interno" sostiene Ekaterina Bryazgina, viceamministratore delegato della holding Kri, che offre consulenze nel settore dei parchi industriali. Secondo le stime di Frank Schauff, amministratore delegato dell’Associazione delle imprese europee (Aeb), tra gli operatori stranieri esistono società che hanno cominciato a esportare merci prodotte in territorio russo in altri paesi”. È il caso di una holding tedesco-giapponese, attiva nella provincia di Ulyanovsk e specializzata nella produzione di macchine utensili che vengono esportate nei paesi della Csi.
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