Per contrastare la corruzione, il Ministero russo del lavoro e della previdenza sociale ha proposto di effettuare un test psicologico sui funzionari pubblici per stabilire la loro predisposizione alla corruzione (Foto: Ramil Sitdikov / Ria Novosti)
Transparency International, ormai alla ventesima edizione, ha pubblicato in Russia il suo indice sulla corruzione percepita. Secondo tale indice, la Russia avrebbe perso rispetto allo scorso anno 9 posizioni e condividerebbe lo stesso posto con Nigeria, Camerun, Libano e Kirghizia (tutti questi paesi si collocano al 136esimo posto sui 175 dell’indice).
Al contempo è stata di fatto annunciata l’ennesima misura anticorruzione: il Ministero del lavoro e della previdenza sociale della Federazione Russa ha proposto di effettuare un test psicologico sui funzionari pubblici per stabilire la loro predisposizione alla corruzione. A tale scopo è stata adottata in Russia una legge che vieta ai funzionari dello Stato di possedere beni e conti all’estero. Un altro provvedimento rilevante è quello dell’introduzione per i reati di concussione di sanzioni pecuniarie superiori da 25 a 50 volte all’entità della tangenterichiesta.
Nell’ambito dell’attività legislativa svolta negli ultimi anni, il calo della Russia nell’indice sopracitato viene visto con una certa diffidenza e il rapporto è stimato poco obiettivo. La vicepresidente di Transparency International-Russia, Elena Panfilova, ha spiegato a Rbth che l’“irritazione” era una reazione prevista dal momento che “quella dell’indice doveva essere un’idea stimolante”, finalizzata “a esasperare gli organi statali e a costringerli a intervenire”. La Panfilova ritiene, inoltre, che negli ultimi anni sia cambiato ben poco. “La situazione continua a essere grave”, osserva l’esperta. “Una buona notizia è che non abbiamo registrato lo stesso calo di Cina e Turchia che quest’anno per svariati fattori sono scesedi molti posti”.
Una scarsa volontà
Come viene reso noto nel comunicato stampa di Transparency International, la Russia si colloca nell’ultimo terzo dell’Indice sulla corruzione percepita, soprattutto a causa della mancanza di una decisa politica di contrasto alla corruzione.
La vicepresidente del centro anticorruzione ha rilevato che negli ultimi tempi sono stati registrati solo pochi casi eclatanti che hanno suscitato un grande clamore, mentre in generale questo genere di reati viene perseguito malvolentieri. “Esistono anche dei casi di concussione tuttora non indagati da parte di società straniere sul territorio russo. In particolare, i casi riguardanti Daimler AG e Hewlett-Packard. Queste ultime società sono state riconosciute colpevoli dai loro tribunali di avere corrisposto tangenti alla Procura generale della Federazione Russa nella metà degli anni Duemila. Ma da parte nostra c’è stato solo il silenzio. Dopo di ciò è difficile attendersi che qualcuno possa pensare che nel nostro paese si stia combattendo seriamente la corruzione”, afferma la Panfilova.
Il presidente della Commissione nazionale anticorruzione, nonché membro del Consiglio presidenziale russo per lo sviluppo della società civile e per i diritti umani, Kirill Kabanov, riferisce a Rbth di essere perplesso sul fatto che la Russia possa condividere lo stesso posto di Camerun e Nigeria, benché l’esperto riconosca che “lo stato della corruzione è gravissimo e che costituisce una minaccia alla sicurezza nazionale”.
A suo avviso, la situazione reale sarebbe diversa da quella percepita poiché i cittadini vengono poco informati sul lavoro effettuato. “Esiste un Piano nazionale di contrasto alla corruzione per il 2014-2015, un ottimo piano, ma che nessuno praticamente conosce. E c’è anche “Governo trasparente” (sistema creato nel 2012 su iniziativa del Presidente della Federazione Russa per risolvere i problemi relativi alla lotta contro la corruzione, ndr) che controlla i grandi appalti pubblici” spiega Kabanov. “Ma non disponiamo di nessuna risorsa speciale che ci consenta di informare sul lavoro svolto dallo Stato”.
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