Investitori stranieri nell’Estremo Oriente

Aleksandr Galushka, ministro per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente (Foto: Alexei Kudenko / RIA Novosti)

Aleksandr Galushka, ministro per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente (Foto: Alexei Kudenko / RIA Novosti)

Firmato un memorandum d’intesa con sette grossi investitori internazionali, nell’ambito di un progetto finalizzato a creare zone avanzate di sviluppo economico. In questo modo il governo spera di attirare nella regione esportatori dall’Asia

Nell’ambito di un progetto finalizzato a creare zone avanzate di sviluppo economico, il Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente russo è riuscito a firmare alcuni memorandum d’intesa con sette grossi investitori internazionali. L’annuncio è stato dato dal Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente, Alexander Galushka, al Sochi Investment Forum. In questo modo il governo auspica di attirare nella regione esportatori dall’Asia. Tuttavia, per il momento non sono stati resi i nomi di queste società.

“La legge per le zone avanzate di sviluppo economico in Russia non è stata ancora approvata, ma abbiamo firmato alcuni memorandum di intesa con sette investitori globali che hanno a disposizione svariate decine di miliardi di dollari”, ha detto Galushka. Egli ha anche aggiunto che, seguendo le disposizioni impartite dal Presidente russo Vladimir Putin, il disegno di legge sarà sottoposto alla decisione della Duma di Stato durante la sessione autunnale.

Meccanismi all’opera

Durante i lavori per l’approvazione della legge, sono state prese in considerazione oltre 400 località potenziali che potrebbero offrire l’opportunità di ospitare zone avanzate di sviluppo economico. In particolare, il ministero ha condotto un accertamento per appurare quanti nuovi posti di lavoro e quale gettito fiscale potrebbe generare ciascuna specifica zona avanzata di sviluppo economico. Alexander Galushka ha spiegato che i Kpi (Key Performance Indicators, gli indicatori chiave di prestazione) per le nuove zone saranno il volume di investimenti attirati, il numero di posti di lavoro ben retribuiti, e la crescita del Pil.

L’idea di predisporre una zona avanzata di sviluppo economico in Siberia e nell’Estremo Oriente russo era stata lanciata durante il discorso del Presidente Putin all’Assemblea federale (l’equivalente russo del discorso negli Usa sullo Stato dell’Unione) nel dicembre 2013. “Propongo di predisporre una rete di zone avanzate di sviluppo economico nell’Estremo Oriente e in Siberia, offrendo condizioni preferenziali per aprire stabilimenti manifatturieri e di lavorazione destinati, tra altre cose, ai mercati delle esportazioni”, aveva detto Putin. Il Presidente ha altresì proposto che i nuovi stabilimenti di produzione che sorgeranno in queste zone godano di facilitazioni fiscali quinquennali applicate all’imposta sui profitti, l’imposta sui terreni, l’imposta sulle proprietà e così via. Le autorità sperano che queste condizioni preferenziali concorrano a creare un ambiente imprenditoriale che sia competitivo rispetto ai centri chiave d’affari della regione Asia-Pacifico.

A differenza delle zone economiche speciali già operanti in Russia, lo status di zone avanzate di sviluppo economico dovrebbe essere garantito a territori che potrebbero godere di privilegi più sostanziali e di esenzioni dai regolamenti generali. L’idea di predisporre zone avanzate di sviluppo economico in Russia non è appoggiata dal Ministero per lo sviluppo economico. Secondo il viceministro Evgeny Yelin, l’esperienza decennale delle zone economiche speciali ha dimostrato che non hanno avuto alcun impatto sulla crescita economica del paese.

“La creazione di un posto di lavoro in una zona economica speciale costa in media sei milioni di rubli (156mila dollari). Per quella stessa cifra di denaro si potrebbero creare migliaia di posti di lavoro”, ha osservato Yelin. Di conseguenza, il ministero ritiene minimo l’impatto sull’economia in genere.

L’esperienza internazionale

Il Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente russo spiega che l’idea di organizzare zone avanzate di sviluppo economico si basa sull’esperienza internazionale. “Abbiamo messo a confronto le condizioni di lavoro nell’Estremo Oriente russo e nei vicini paesi dell’Asia-Pacifico”, ha detto Alexander Galuska. In particolare, il governo ha studiato l’esperienza di quei paesi dell’area nei quali le zone economiche speciali non hanno funzionato, per esempio il Giappone. “Il meccanismo delle zone economiche speciali non funziona e il Giappone vi ha rinunciato, preferendo introdurre zone strategiche speciali. Oltre a ciò, nell’ambito della riforma, è stato previsto un ministero speciale per governare queste zone” ha continuato Galushka.

L’idea di fondo dietro queste zone strategiche è la medesima delle zone avanzate di sviluppo economico: esentare un ampio territorio dai regolamenti vigenti, instaurare differenti tipi di normative, compresi gli sgravi fiscali, le libertà economiche e le imposte più basse. “Anche in altri paesi si è fatto ricorso a questo sistema. La Corea del Sud è un esempio di sviluppo tramite il capitale umano e lo sostegno statale, che produce il 90 per cento dell’economia del paese” ha fatto notare Hazem Galal, partner PwC. Secondo Alexander Galushka, dall’inizio del XXI secolo c’è stato un esaurimento sostanziale dalla regione dell’Estremo Oriente russo, che di fatto è la regione a maggior crescita al mondo.

“Soltanto il Circondario autonomo della Chukotka, una regione di quella parte della Russia, è riuscita a raggiungere una crescita industriale del 187 per cento su base annua, per lo più grazie a specifiche decisioni microeconomiche. Quella è al momento l’unica regione dell’Estremo Oriente russo nella quale la popolazione sta aumentando” ha aggiunto Galushka. Egli ha continuato facendo notare che negli anni Novanta la Russia aveva scelto la strategia macroeconomica per sviluppare le proprie regioni, laddove i paesi asiatici, al contrario, avevano optato per specifiche soluzioni microeconomiche. “La Cina ha iniziato coll’instaurare quattro zone economiche speciali. Questo è un esempio di come la microeconomia applicata ha dato i suoi frutti”, ha aggiunto il ministro.

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