South Stream salverà l'Europa

Nel 2012 la Federazione Russa ha fornito ai Paesi dell'Unione Europea 160 milioni di tonnellate di petrolio e 125 miliardi metri cubi di gas naturale (Foto: Itar-Tass)

Nel 2012 la Federazione Russa ha fornito ai Paesi dell'Unione Europea 160 milioni di tonnellate di petrolio e 125 miliardi metri cubi di gas naturale (Foto: Itar-Tass)

Alla tavola rotonda che si è tenuta a Milano, Oleg Aksyutin, ad della società del gasdotto assicura: “Saremo la locomotiva che porterà il Vecchio Continente fuori dalla crisi”

Venerdì 27 settembre 2013 sono arrivati a Milano i russi di rango: il vice ministro dell'Energia Anatoly Yanovsky, l’ad di South Stream Transport BV Oleg Aksyutin, il Deputy Head of Project Management Department di Gazprom Aleksandr Syromyatin per parlare di South Stream, il progetto nato dall’accordo del 2007 fra il Ministero dell’Energia russo e quello dello Sviluppo Economico italiano e portato avanti da Gazprom ed Eni, cui si sono aggiunti dopo la tedesca Wintershall e la francese Edf. 

Credit: Gaia Russo
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Il 7 dicembre 2012, alla presenza del Presidente russo Vladimir Putin fu inaugurato l’inizio della costruzione del gasdotto (la saldatura dei primi tubi che porteranno gas russo in Europa) e dopo questo evento i lavori sono proseguiti in silenzio.

Per aggiornare il pubblico qualificato sullo stato attuale della pianificazione e sullo sviluppo del progetto, per analizzarne l'impatto sociale, ambientale ed economico sull'Italia, Natural Gas Europe ha organizzato la conferenza “South Stream: The Evolution of a Pipeline”, terzo appuntamento, stavolta a Milano, dopo gli incontri di Sofia e di Belgrado, cui faranno seguito altri, nei prossimi mesi, quelli a Lubiana, Budapest e Bruxelles.

“Nel 2012 la Federazione Russa ha fornito ai Paesi dell'Unione Europea 160 milioni di tonnellate di petrolio e 125 miliardi metri cubi di gas naturale - ha detto il vice ministro dell'Energia e responsabile per i rapporti internazionali, Anatoly Yanovsky - questo dimostra che Russia ed Ue sono importanti partner in campo energetico”.

E l’Italia ha un ruolo privilegiato: “Si era ancora nel lontano 1974, quando il primo gas dall’Urss arrivò in Italia. Si potrebbe festeggiare l’anniversario di questo evento nel 2014. Eni ed Enel sono grandi investitori in Russia così come lo sono diventate le società russe nel Belpaese. Basti ricordare gli accordi tra Lukoil ed Erg, tra Rosneft e Saras. Gazprom ed Eni hanno costruito Blue Stream, e South Stream rappresenta una soluzione a lungo termine per assicurare le forniture di energia ai cittadini europei, consentendo la connessione diretta tra i consumatori e le più consistenti riserve mondiali di gas, che si trovano tuttora in Russia. L'Italia otterrà particolari benefici perché il progetto, oltre a garantire la sicurezza energetica per il Paese, attirerà investimenti creando posti di lavoro”, ha aggiunto Yanovsky. 

Foto: Evgeny Utkin

Da sinistra a destra, On. Riccardo Migliori, ex presidente OSCE PA, Anatoly Yanovsky, vice ministro dell'Energia della Federazione Russa, e Oleg Aksyutin, del Management Commitee di Gazprom e ad di South Stream Transport BV, a Milano (Foto: Evgeny Utkin)

Il nuovo ceo di South Stream Transport BV, Oleg Aksyutin ha confermato che il primo gas in Europa arriverà già alla fine del 2015, mentre in Italia (via Tarvisio) nel 2016, e che, entro la fine del 2017, l'infrastruttura avrà raggiunto il suo pieno volume, di 63 miliardi mc.

Adesso sono invece in corso i tender per la fornitura dei tubi (300.000) e per la scelta della società cui affidare la loro posa sul fondale marino. “Ci sono cose alle quali non posso e non sono autorizzato a rispondere - ha continuato Aksyutin, - ma posso dire una cosa: Saipem è uno dei partecipanti alla gara e noi stiamo valutando le proposte, che sono ora due”. 

A margine della conferenza, Aksyutin ha anche sottolineato che le decisioni a tal proposito dovrebbero arrivare per gennaio 2014 e che solo allora si potrà parlare del costo del progetto, anche se si cercherà di stare entro i 17 miliardi di euro (per la parte offshore e terrestre in Europa): il 30 per cento del costo sarà coperto dagli azionisti, mentre il resto lo si otterrà dal mercato. I lavori di posa sotto il mare dovrebbero iniziare a giugno 2014. “Saremo la locomotiva che porterà l’Europa fuori dalla crisi”, ha concluso Aksyutin.

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sul gas russo in Europa

I consumi di gas in Europa (e in Italia) sono però in calo sia per la crisi economica, che per il boom delle rinnovabili: saranno necessari, dunque, nuovi gasdotti come South Stream? “Certamente, - ha risposto Yanovsky - South Stream è un'infrastruttura che verrà utilizzata per un minimo di 30-40 anni, periodo che, nel mercato del gas, e nell'economia tutta in genere, è molto lungo. E in questo periodo possono crearsi situazioni diverse e la congiuntura può cambiare, così come pure la domanda. Intanto, le analisi delle società di consulenza mostrano che, indipendentemente dalla congiuntura economica, il progetto South Stream sarà necessario all'Europa, soprattutto per lo sviluppo dei Paesi del Sud. E i prezzi saranno concorrenziali in confronto a quelli del gas che arriva su questo mercato da altri fornitori”.

“Il metano costituisce la maggior parte del consumo energetico dei Paesi europei – gli ha fatto eco Aleksandr Syromyatin, vice capo dell'Ufficio progettazione di Gazprom- la domanda in un futuro prossimo supererà l'offerta, questo anche in conseguenza della riduzione della capacità estrattiva dell’Unione Europea. Il progetto South Stream colmerà dunque il deficit di gas dei prossimi anni. Inoltre, Gazprom resta l'unico fornitore affidabile per l'Italia e, dato che anche il canale dall'Algeria è chiuso, a fine anno l'import di gas russo in Italia toccherà un livello record”.

Foto: Evgeny Utkin

Da sinistra a destra, Anatoly Yanovsky, vice ministro dell'Energia della Federazione Russa, Oleg Aksyutin, del Management Commitee di Gazprom e ad di South Stream Transport BV, e Aleksandr Syromyatin, vice capo dell'Ufficio progettazione di Gazprom, a Milano (Foto: Evgeny Utkin)

Che dire però dei rapporti con l’Europa e, soprattutto, delle discussioni riguardanti lo statuto del progetto al fine di escluderlo dalle normative del Terzo pacchetto energia? “Noi abbiamo preparato i documenti ed entro la fine del 2013 vogliamo avere le consultazioni con i partner europei per poter chiudere”, la risposta di Yanovsky. 

“L’obiettivo finale del legislatore europeo – secondo l’onorevole Gianni Pittella, vice presidente del Parlamento Europeo, intervenuto con un videomessaggio  – dev’essere quello di preservare l’accesso alle fonti per le famiglie e per le imprese, garantendo efficienza nel servizio e bassi costi per i consumatori. Traguardi che è possibile raggiungere solamente rafforzando le infrastrutture del nostro mercato interno e diversificando le fonti. Per questo, il progetto South Stream rappresenta un’importante soluzione alla crescente domanda europea di gas naturale”.

Attesi all'appuntamento di Milano erano anche ministri e autorità italiane. La loro assenza si è fatta sentire, ma secondo un sondaggio condotto da WorldThink risulta che il 44 per cento degli italiani sostiene South Stream.

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