Il poeta russo sovietico Evgenij Evtushenko.
: Viktor Vasenin / RGIl leggendario poeta sovietico e russo Evgenij Evtushenko è morto in America il 1º aprile. Aveva 84 anni. Evtushenko si era trasferito negli Usa e viveva a Tulsa, in Oklahoma, dove insegnava nella locale università fin dal 1991.
Sua moglie, Marija Novikova, aveva informato i media che il poeta era stato ricoverato il 31 marzo in gravi condizioni all’ospedale, ma che si stava ancora dedicando alla stesura del suo ultimo libro.
Evtushenko era l’ultimo rappresentante dell’iconica “generazione degli anni Sessanta”, quella del periodo del Disgelo chruscioviano, alla quale appartenevano tra gli altri Robert Rozhdestvenskij, Andrej Voznesenskij, Bulat Okudzhava e Bella Akhmadulina (la sua prima moglie).
Un verso del suo poema “Bratskij Ges”, “Un poeta in Russia è più che un poeta”, divenne un aforisma e una sorta di manifesto programmatico del poeta. Per la sua fedeltà al potere sovietico e le sue dediche a Lenin e Stalin nelle opere fu criticato da molti esponenti dell’intellighenzia, tra cui Iosif Brodskij.
Evtushenko scrisse più di 150 opere, tra cui poesie, poemi, racconti e canzoni. Uno dei suoi poemi più famosi, “Babij Jar”, descrive la tragedia del genocidio ebraico nel corso della Seconda guerra mondiale. Il poema ispirò in seguito al celebre compositore Dmitrij Shostakovich una sinfonia.
Evtushenko fu uno dei membri più giovani dell’Unione degli Scrittori. Le sue opere avevano un tono proclamatorio e il poeta nei suoi reading si rivolgeva ai proletari e alla gente comune, raccogliendo un folto uditorio nelle fabbriche e nelle sale di lettura. Nel 1963 fu candidato al Premio Nobel.
Nel 2013 Evtushenko subì un intervento di amputazione a una gamba, ma continuò comunque a insegnare e a scrivere. E nel 2015 effettuò un tour attraverso 26 città russe. In seguito gli fu impiantato un pacemaker cardiaco.
Rbth esprime il suo più sentito cordoglio alla famiglia del poeta e a tutti i suoi lettori.
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