“La nuova gioventù”, l’ultimo libro di poesie pubblicato in vita da Pasolini e oggi tradotto in russo.
: Vitalij Mikhajlyuk“Una lingua non sua, ma materna; non sua, ma parlata da coloro che egli amava con dolcezza e violenza, torbidamente e candidamente”. Così, parlando di sé in terza persona, il 30enne Pasolini parlava della lingua friulana, nella quale scrisse “La nuova gioventù”, l’ultimo libro di poesie pubblicato in vita dallo stesso Pasolini. Adesso, dopo 41 anni, anche i lettori russi possono godere di queste poesie, grazie al poeta Kirill Medvedev che ha tradotto il volume in russo, pubblicato dalla casa editrice “Svobodnoe marxistskoe izdatelstvo”. Il 19 novembre l’opera è stata presentata alla libreria Pioner Bookstore di Mosca.
La presentazione è stata aperta da Angela Felice, direttrice del Centro Studi Pasolini, arrivata nella capitale russa proprio per questo evento. “Pasolini scrisse sette libri di poesie, di cui due in friulano, la lingua di sua madre che proveniva dalla Casarsa (in provincia di Pordenone, ndr) – ha raccontato Angela Felice -. Una volta, mentre si trovava nella casa materna, Pasolini sentì un giovanotto parlare in friulano. Era così commosso dal suono della lingua che decise di scrivere qualche verso in friulano”.
Angela Felice, direttrice del Centro Studi Pasolini. Fonte: Vitalij Mikhajlyuk
Queste poesie vennero raccolte da Pasolini che le pubblicò poi a Roma nel 1942. “Molti critici pensano che queste opere siano tra le migliori di Pasolini. Era giovane e la sua poesia era piena di sentimenti – ha spiegato la direttrice del Centro -. Lui scelse la lingua di sua madre e dei contadini per esprimere in modo diverso un’altra parte del proprio mondo. Con questa scelta Pasolini voleva anche opporsi al regime fascista, perché all’epoca i dialetti erano proibiti”.
La lingua friulana venne usata da Pasolini in questo suo ultimo libro pubblicato nel 1975, ultimo anno di vita del poeta. “Comincia dalla speranza giovanile, dalla gioia e arriva alla disperazione. Si vede come il giovane Pasolini all’inizio usi una lingua più musicale. La parte finale invece è scritta in un friulano spento, freddo, non più lirico. Ed è proprio nei suoni che si esprime questa perdita di speranza. Lui riscrisse le sue poesie come se volesse fare una parodia di sé stesso”.
Il compito di tradurre gli ultimi versi del poeta è stato affidato a Kirill Medvedev, saggista, fondatore della casa editrice “Svobodnoe marxistskoe izdatelstvo”, che aveva già tradotto alcuni libri di Pier Paolo Pasolini. Un anno e mezzo fa Medvedev si era infatti recato a Casarsa insieme a un gruppo di studiosi per capire l’ambiente in cui era nata “La nuova gioventù”. Il risultato di questo viaggio è la selezione delle poesie presentate al Pioner Bookstore.
Kirill Medvedev, traduttore del libro. Fonte: Vitalij Mikhajlyuk
“Ho avuto due obiettivi. Il primo era quello di non mutare il senso e di non cercare di esprimermi. L’altro era portare ai lettori il fascino, l’originalità del friulano, quello che attirava Pasolini – ha detto Kirill Medvedev –. Questa lingua incantava il poeta perché aiutava ad esprimere l'essenza delle cose. Non a caso lui usa frequentemente parole che indicano concetti generali, come per esempio il sole”.
Sulla copertina della raccolta sono stati disegnati dei cavalli, in riferimento a un verso che dice “Bello come un cavallo”. Questa frase doveva essere il titolo del libro tradotto in russo, però un erede di Pasolini non lo ha permesso.
Il libro contiene anche alcune poesie scritte in lingua rutena: i ruteni sono un popolo che abita in Ucraina, Bielorussia e Serbia. Così come il friulano, il ruteno è ritenuto dagli scienziati in parte una lingua, in parte un dialetto. E inserendo nel libro dei versi in ruteno, Medvedev voleva mostrare la differenza tra l'italiano e il friulano, e come quest'ultimo possa essere considerato una lingua “ufficiale”.
“Questa raccolta può essere interessante per il lettore russo grazie alla combinazione dell’estetica e della politica. Pasolini bada al linguaggio, ma nello stesso tempo cerca di trasmettere idee politiche. In Russia se uno si dedica all’estetica, non si interessa più della politica”, ha spiegato Medvedev.
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