Brodskij secondo Sokurov: lo spettacolo arriva in Italia

Aleksandr Sokurov al Teatro Olimpico di Vicenza.

Aleksandr Sokurov al Teatro Olimpico di Vicenza.

: Francesco Dalla Pozza
Dopo il debutto vicentino, il Maestro porta sui palcoscenici di Milano e Pordenone (7 ottobre-4 novembre) la sua prima regia teatrale: lo spettacolo “Go Go Go”, liberamente ispirato a “Marmi” del poeta russo. Un omaggio a Fellini e Anna Magnani. “Amo il cinema italiano. I vostri registi? Dei combattenti. E sono fiero di considerarmi loro erede”

Ogni incontro con Aleksandr Sokurov lascia nuove chiavi per comprendere il mondo, le stesse celate in quella sua opera filosofico-estetica che è riduttivo chiamare cinema. Alla presentazione della sua prima regia teatrale, Go Go Go/Brodskij Miraggi, dal 7 al 30 ottobre al CRT Teatro dell’Arte di Milano che ne è produttore, il Maestro arriva discretamente, abbraccia e invita accanto a sè i tanti autori e attori italiani di uno spettacolo corale. Quasi schermendosi da tanta attenzione afferma che più delle parole potrà dire lo spettacolo, ma la sua statura di intellettuale e uomo di cultura, emergerà con forza nel corso del colloquio.

A lungo ci si soffermerà sui debiti e le libertà nei confronti del testo da cui è tratto, Marmi di Josif Brodskij, scomparso 20 anni fa e sepolto a Venezia, non lontano dalla città del debutto della pièce: il Teatro Olimpico di Vicenza. “Brodskij è uno dei personaggi principali - spiega il regista -, ma portarlo in scena, farlo rivivere in quella dimensione, è stata un’impresa. Secondo la mia opinione registica il suo testo non poteva collegarsi in alcun modo al Teatro di Palladio, così è stato scritto uno spettacolo completamente diverso. Sono nati nuovi personaggi, che Brodskij non aveva pensato e che forse non lo avrebbero interessato. Poi c’è la gente, che avrei voluto anche più numerosa, perché ha un ruolo paritetico ai protagonisti. Un elemento per giudicare un drammaturgo è come riesce a mettere in scena il popolo: è difficile, anche molti cineasti ne hanno paura, ma noi no. Io stesso, in quanto autore, non dipendo dai mezzi di informazione, dalla polizia o dal KGB, bensì da voi, dalla gente, la sola che possa spiegare l’arte.”

Una scena dello spettacolo "Go.Go.Go" al Teatro Olimpico di Vicenza. Fonte: Francesco Dalla Pozza.Una scena dello spettacolo "Go.Go.Go" al Teatro Olimpico di Vicenza. Fonte: Francesco Dalla Pozza.

Un’opera in fieri, viva com’è il teatro, aperta anche all’improvvisazione purché organica allo spettacolo, dice chiaramente Sakurov, alla vigilia del debutto milanese impegnato nel non semplice compito di trasferire la sua creazione dalla scenografia palladiana agli spazi razionalisti del Teatro dell’Arte. “Ne risulterà uno spettacolo più teatrale, meno popolare. Non sono un fautore dell’adattamento di una pièce da uno spazio all’altro, ma è andata così. È come se una donna cercasse di mettere al mondo lo stesso figlio in luoghi diversi…  A Vicenza è stato un evento artistico, a Milano siamo partiti dall’atmosfera, dalla luce, dai principi estetici di questo teatro, immerso nella metropoli autunnale. Voi giudicherete.”

Tra i personaggi ci sono anche Federico Fellini e Anna Magnani (interpretata dalla nipote dell’attrice, Olivia) che si riconoscono tra la gente. “Sì - conferma il Maestro -, non hanno alcun fondamento logico, ma mi sono lasciato trasportare dall’emotività. Sin dai tempi della scuola amo il cinema italiano degli anni d’oro e in particolare Anna Magnani, le cui interpretazioni mostro spesso alle mie attrici, dicendo loro che così bisogna recitare! Credo che i vostri registi oltre a rafforzare le fondamenta del cinema, siano stati dei combattenti, che hanno difeso e continuano a difendere, con le loro opere, voi italiani. Li ritengo i miei maestri e sono fiero di considerarmi loro erede.”

Una scena dello spettacolo "Go.Go.Go" al Teatro Olimpico di Vicenza. Fonte: Francesco Dalla Pozza.Una scena dello spettacolo "Go.Go.Go" al Teatro Olimpico di Vicenza. Fonte: Francesco Dalla Pozza.

Forse anche per questo non è stato difficile per lui lavorare con un team e un cast tutti italiani. “La dolcezza di carattere ci unisce. Voi italiani parlate e gesticolate molto, noi russi meno, ma amiamo seguire la vostra intonazione, le espressioni del viso, i movimenti delle mani. Abbiamo un modo di lavorare diverso, ma i problemi si dissolvono e con il tempo restano solo i bei ricordi”. Tanto che, dopo la sua prima regia teatrale, Sakurov non smentisce il progetto a lungo accarezzato di un film italiano, ambientato forse in Vaticano.

7-30 ottobre, Milano, Teatro dell’Arte: www.triennale.org

3-4 novembre, Pordenone, Teatro Comunale Giuseppe Verdi: www.comunalegiuseppeverdi.it

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