In sala prove.
: Vladimir SevrinovskijIn sala prove. Fonte: Vladimir Sevrinovskij
Una leggenda legata alla danza caucasica Lezgi narra che, in tempi antichi, quando un giovane si innamorava di una ragazza, egli avrebbe dovuto danzare facendo passare il suo cappello da una mano all'altra dietro alla schiena di lei. Un gesto che dimostrava di essere pronti a rischiare la vita per la propria amata. Ma, nel caso in cui il giovane avesse accidentalmente toccato la giovane, i parenti di lei lo avrebbero ucciso.
Questa leggenda spiega bene il tabù di un uomo che tocca una donna sconosciuta: proprio per questo nel Caucaso orientale, a Est dell’Ossezia del Nord, fino a poco tempo fa del balletto non si è mai nemmeno parlato.
Cecenia, Inguscezia, Daghestan: tutte queste repubbliche musulmane erano famose esclusivamente per i loro gruppi di danza Lezgi. Anche il grande ballerino ceceno Makhmud Esambaev è riuscito a diventare una stella del balletto solo in Kirghizistan. Dopo il crollo dell'Urss, corpi di ballo del Caucaso settentrionale sono rimasti solo a Nalchik e Vladikavkaz, e di poco successo. Poi Musa Ozdoev, maestro del balletto proveniente dall’Inguscezia, si è trasferito a Makhachkala. E tutto è cambiato.
Ora nella capitale del Daghestan i ballerini sorreggono le loro partner con le braccia, volteggiano con loro in passi di valzer e a volte appare sul palco persino il leggendario campione della Sharia stesso, l'imam Shamil.
Il ballerino e coreografo Musa Ozdoev. Fonte: Vladimir Sevrinovskij
Ozdoev ha più di sessant'anni e non riesce a stare fermo un minuto. Durante le prove mostra ai ragazzi in maglietta e pantaloncini come ballare il valzer e alle ragazze come gettare indietro la testa in maniera provocante. Prima di andare in Daghestan, Musa ha ballato a Kishinev, Baku e Vladikavkaz, ha organizzato il Teatro di Perm del balletto da camera e ha anche lavorato come ministro della Cultura dell’Inguscezia. È stato invitato in Daghestan per inscenare "The Mountain Girl", basato su un’opera del poeta più famoso della repubblica, Rasul Gamzatov. Non c'erano ballerini professionisti a Makhachkala, quindi ha dovuto lavorare con ballerini di Lezgi. La première è stata un successo. Dopo diversi altri progetti di successo, il governo daghestano ha invitato Musa e la sua famiglia a trasferirsi in Daghestan e creare un corpo di ballo.
La rivoluzione di Musa
All’inizio i ragazzi e le ragazze erano imbarazzati anche solo a prendersi per mano. Quando le ballerine si sposavano, i loro mariti vietavano loro di fare un lavoro così frivolo. Le calze non venivano nemmeno menzionate. Solo la diplomazia ha aiutato. Ozdoev ha raccontato ai ballerini che il linguaggio dei gesti corporei è simile al linguaggio delle parole: sollevare in alto una ballerina è lo stesso che dire alla propria amata: "Tesoro, ti alzo fino al cielo!" Musa ha fatto abilmente appello alla grinta caucasica. Ha lasciato le coppie danzare insieme e ha reso il balletto conforme alle abitudini locali, spiegando ragionevolmente che anche i protagonisti di Shakespeare non indossavano abiti attillati.
La moglie di Musa aveva paura degli islamisti radicali, ma non sono andati a dare fastidio alla troupe. "Penso siano perlopiù interessati al denaro e noi non abbiamo nulla da dare", ride il maestro di ballo.
Giravano molti pettegolezzi prima della première di Murad Kazhlaev “Imam Shamil”. Non solo i guerrieri della fede, ma anche i regolari frequentatori del teatro erano indignati dal fatto che Musa avesse vestito un santo in calzamaglia e che gli facesse fare l’entrechat. Ma la performance è stata più che dignitosa. Con il suo cappotto circasso bianco e le cartucciere, Shamil ha planato divinamente.
Non solo danza classica
Oltre all’impegno con il balletto, Musa si occupa anche di danze tradizionali che rappresentano molti dei popoli del Daghestan. Ha anche voluto mettere in scena un balletto giapponese. Era riuscito a trovare tre ballerini dal Paese del Sol levante, ma poi sono state introdotte improvvisamente le sanzioni anti-russe dal Giappone e il Ministero degli Esteri giapponese ha consigliato ai ballerini di non lavorare in Russia. Ozdoev è stato costretto a sostituirli con ballerini locali.
La scuola di danza in Daghestan è ancora giovane. Non ci sono famiglie d’arte o ballerini che iniziano questa attività in giovane età. Per ora una tecnica sottile può essere solo sognata. Dove non arriva con le competenze, la gente del Caucaso sopperisce con il temperamento. "Divampa la passione, ma non c'è scuola o capacità innate", dice Musa.
In sala prove. Fonte: Vladimir Sevrinovskij
Ozdoev capisce che i suoi allievi non padroneggeranno la danza classica. Ma ha trovato un compromesso: la danza moderna. "Nella danza moderna siamo liberi. Possiamo salire sul palco a piedi nudi, in pantaloni, in giacca. Per ballare la danza classica bisogna avere un corpo ideale, mentre per la danza moderna anche costituzioni medie vanno bene. Finché si è ricchi dentro".
Ecco come il balletto meno ortodosso della Russia sta sopravvivendo, nonostante tutto: presenta danze caucasiche e danze-spettacolo su Charlie Chaplin; inscena Amleto e l’Imam Shamil; arrotonda un po’ con la danza Lezgi e poi si presenta di nuovo sul palco. Che importa se il viziato pubblico moscovita pensa che le opere di Musa Ozdoev siano ingenue e i fouetté delle ballerine daghestane imperfetti. La cosa più importante è che il balletto di Makhachkala cambia delle vite e apre nuovi orizzonti, non meno di teatri con molta più esperienza in questo.
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