Quando Mosca adorava Federico Fellini

Una delle fotografie esposte alla mostra, ritratte da Nicola Sellitti

Una delle fotografie esposte alla mostra, ritratte da Nicola Sellitti

Dal 29 gennaio, a Napoli, alcuni scatti in bianco e nero dei fuoriclasse del ciak italiano in Unione Sovietica saranno esposti nella mostra dedicata ai 60 anni del cinema sovietico organizzata dall'Associazione Maksim Gorki

L'Italia, pietra angolare del cinema sovietico. E un punto di riferimento culturale, soprattutto negli anni Sessanta- Settanta. I più importanti artisti dell'epoca erano di casa a Mosca e nelle principali città dell'Urss. Famosi, coccolati, vere e proprie star delle pellicole. Federico Fellini, Sofia Loren, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida. Ed Eduardo De Filippo, accolto nei teatri di Mosca al grido di “Viva Eduardo, viva l'Italia”. Alcuni scatti in bianco e nero dei fuoriclasse del ciak italiano in Unione Sovietica saranno esposti durante la Mostra fotografica sui 60 anni del cinema sovietico organizzata dall'Associazione Maksim Gorki a Napoli, il 29 gennaio, inizio alle ore 17.

Istantanee sul set, nelle pause, nel tempo libero: immagini di Italia e Unione Sovietica che s'intersecano in un momento storico in cui l'Occidente non aveva accesso alle bellezze blindate dalla Cortina di Ferro. Oltre alle foto inedite sugli artisti italiani in trasferta in Unione Sovietica, in esposizione anche le locandine dei più celebri film della tradizione cinematografica dell'Urss. “Il cinema italiano è stato sempre sotto la lente di ingrandimento per i sovietici – spiega Luigi Marino, ideatore della Mostra all'Associazione Gorki – al punto che c'era il Festival del Cinema italiano a Mosca, con la presenza dei nostri attori più riconosciuti. Ma Eduardo De Filippo, Sofia Loren, lo stesso Federico Fellini si sono recati in Unione Sovietica più volte. Il pubblico li ha sempre adorati”.

Come Sofia Loren e Marcello Mastroianni, la coppia per eccellenza delle pellicole italiane, immortalati durante premiazioni oppure mentre firmano autografi agli ammiratori, durante le riprese de I Girasoli di Vittorio De Sica, sul set accanto alla star russa Ljudmila Saveljeva. Oppure Claudia Cardinale, alle prese con un suo ritratto, 36 anni fa mentre girava a Mosca La Tenda Rossa, assieme a Sean Connery. Ancora, Fellini all'aeroporto oppure in giro per i luoghi più belli di Mosca. L'ideatore della Mostra fotografica ricorda che anche il rapporto cinematografico tra Urss e Italia era solido da tempo. Il Neorealismo si era ispirato alle produzioni sovietiche, al Cinema d'Avanguardia, che pure aveva attinto dal Futurismo italiano.

A Napoli, per esempio, c'era il Circolo del Cinema, presieduto da Renato Caccioppoli che spesso organizzava incontri, discussioni, proiezioni delle più celebri pellicole dell'Urss. Con il cinema di casa nostra che provava a riprodurre la tendenza sovietica di infilare nelle sceneggiature il sogno di un'arte rivoluzionaria e popolare, specchio di vita e realtà per gli operai e per i contadini. Partendo dal cine-occhio, la tecnica del regista Dziga Vertov: niente narrazione ma poesia visiva attraverso metafore, ossimori, similitudini. Così per Fellini, che pure aveva conosciuto la critica della rivista teorica del partito comunista sovietico, Kommunist, che attaccava le interpretazioni dominanti della critica felliniana: e nei suoi film la deformazione soggettiva del mondo non oscurava affatto l’acuta rappresentazione dell’agonia della civiltà capitalista.

“Mentre su Eduardo De Filippo tutti concordi: era un fuoriclasse assoluto, narratore di storie e situazioni universali che i sovietici seguivano in tournèe da Mosca a Leningrado (ora San Pietroburgo), con le sue opere recitate in italiano e tradotte simultaneamente in russo” aggiunge Marino. Senza dimenticare che il grande attore e regista napoletano negli anni Settanta era molto presente nelle attività dell'Associazione Italia – Urss, ai tempi della sua militanza nel Pci. Lui, responsabile per il teatro, mentre Cesare Zavattini era responsabile del cinema, Claudio Abbado della musica, Renato Guttuso delle arti figurative, Carlo Levi della letteratura.

La mostra resterà aperta fino al 15 febbraio 2015. 

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