Falce e martello, alle origini di un simbolo

Fu Evgenij Kamzolkin, pittore moscovita, a ideare il simbolo dell'Urss (Foto: Lori\Legion Media)

Fu Evgenij Kamzolkin, pittore moscovita, a ideare il simbolo dell'Urss (Foto: Lori\Legion Media)

Sono raffigurati insieme sullo stemma dell'URSS e compongono l'immagine più riconoscibile del potere sovietico. Per una storia la cui origine è enigmatica e piena di mistero

L'origine dello stemma sovietico non è univoca. Inizialmente ne furono elaborate diverse varianti: falce e martello, martello e rastrello, martello e forcone, martello e aratro. Tradizionalmente, nei paesi europei il martello era sempre stato il simbolo degli operai. Insieme a un attrezzo agricolo, avrebbe dovuto rappresentare il famoso slogan di Lenin sull'unione dei proletari e dei lavoratori delle campagne. Nell'aprile del 1918 venne approvata la versione definitiva dell'emblema: ne fu autore il pittore moscovita Evgenij Kamzolkin. Nell'estate del 1918 il quinto Congresso dei Soviet adottò ufficialmente questo simbolo.  

La fortuna di un simbolo

Il nome di "Serp i molot" ("Falce e martello") venne dato a moltissimi villaggi, paesi e piccole stazioni ferroviarie sul territorio delle attuali Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan. Una delle più grandi acciaierie e stabilimenti metallurgici di Mosca, che prima della Rivoluzione era appartenuta al mercante francese Julij Goujon, venne in seguito ribattezzata "Falce e martello". Esisteva persino una speciale medaglia d'oro denominata "Falce e martello", realizzata dall'architetto e arredatore personale di Stalin Miron Merzhanov.  La medaglia veniva conferita agli eroi del lavoro socialistico e ai cavalieri dell'ordine di Lenin, ed era considerata la più alta onorificenza in URSS.  Fu concessa in totale a diciannovemila cittadini sovietici

Il fatto interessante è che Kamzolkin non solo non era comunista, ma era anzi un uomo di grande fede religiosa e proveniva da una famiglia agiata. Per oltre un decennio era stato membro della Società mistico-artistica "Leonardo da Vinci", ed era un profondo conoscitore del significato dei simboli. In primo luogo, la falce e il martello possono essere associati al simbolo massonico del martello e cesello. Questi utensili rappresentavano un fine chiaramente individuato (il cesello) e la fermezza nella sua realizzazione (il martello). Nella simbologia religiosa europea il martello è associato al vigore maschile e all'aggressività, alla forza fisica (il martello del fabbro Efesto in Grecia) e alla violenza distruttiva; lo impugnano gli dei del tuono, come lo slavo Svarog e lo scandinavo Thor. In Cina e in India il martello simboleggia il trionfo distruttivo delle forze del male.  

È difficile dire oggi quale significato riponesse nel suo disegno l'artista Kamzolkin: si limitò ad assolvere l'incarico di rappresentare l'alleanza dei contadini e degli operai, oppure volle esprimere in questo simbolo anche il proprio giudizio nei confronti del potere rivoluzionario, scegliendo i simboli della morte, della guerra e del male trionfante? Il filosofo russo Aleksei Losev ha espresso così il suo parere sullo stemma: "È un segno che fa muovere le masse popolari e non rappresenta solo un emblema, bensì un principio tecnico-costruttivo per le azioni degli uomini e per l'aspirazione della volontà. Abbiamo davanti a noi il simbolo dell'unione degli operai e dei contadini, l'emblema dello stato sovietico".   

Un famoso storico, l'accademico Jurij Gauthier, nel 1921 annotava nel suo diario: "Da qualche giorno a Mosca gira una battuta: - Come andrà a finire? La risposta è nelle parole "molot, serp" ("martello, falce") lette nel senso inverso!". Le due parole lette all'inverso in russo formano la parola "prestolom" ("con il trono"): gli abitanti di Mosca intendevano con ciò alludere ai metodi dittatoriali dei bolscevichi.

In diverse religioni la falce viene interpretata come un simbolo di morte. I covoni e la mietitura nel mondo cristiano vengono associati alle anime degli uomini che il Mietitore, ovvero Dio, raccoglierà alla fine del mondo. È interessante notare come nel Medioevo la Morte veniva raffigurata non con la falce fienaia, ma appunto con un falcetto da mietitura.  Nella cultura pagana di diversi popoli indoeuropei e slavi esiste la dea Mara o Morana, la signora della morte, che tradizionalmente tiene nella mano sinistra un falcetto.  Nell'induismo la dea della morte Kali, sorella di Shiva, regge un falcetto nella mano sinistra. Curiosamente, sullo stemma dell'Austria rivoluzionaria anche l'aquila stringeva un falcetto nella zampa sinistra. E anche nello stemma sovietico la falce è posizionata dalla stessa parte.

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