Cinetreno, il viaggio tra i conflitti

Il prossimo viaggio del Cinetreno riguarderà il tema dei “conflitti” (Foto: www.cinetrain-project.com)

Il prossimo viaggio del Cinetreno riguarderà il tema dei “conflitti” (Foto: www.cinetrain-project.com)

Affrontare la rete ferroviaria più grande del mondo, confrontandosi con temperature gelide e attrezzature congelate: è questa la sfida per i coraggiosi cineasti che hanno partecipato al progetto

Dal 2008 i produttori Tanya Petrik e Guillaume Protsenko hanno condotto con regolarità delle spedizioni nel cuore della Russia, sfidando un selezionato gruppo di registi e di troupe cinematografiche a esprimere uno sguardo nuovo sul paese. Ogni progetto è diverso, ma in genere vede coinvolti circa 20 registi che viaggiano attraverso tutta la Russia per un mese, esplorando il paese per migliaia di chilometri. L'edizione più recente, che si è tenuta a gennaio dello scorso anno, ha percorso 15.500 km da Mosca fino al porto artico di Murmansk, spingendosi in seguito attraverso la Siberia fino all’isola di Olkhon nel centro del lago Bajkal, percorrendo una distanza che copre cinque fusi orari. Il viaggio si è concluso quando il treno è rientrato nella stazione Yaroslavl di Mosca: le prime proiezioni sono state programmate per quella sera stessa.

Sette registi, sette troupe e sette cortometraggi hanno presentato un'istantanea della Russia moderna. I film successivi hanno ottenuto grande successo: i cortometraggi girati nel tour “Inverno russo” del 2013 hanno già vinto 10 premi in festival internazionali, tra cui una menzione speciale al prestigioso Sundance Festival per “Love. Love. Love”. Ma l'eredità più evidente del progetto è il modo in cui ha avvicinato le persone. Cristina Picchi, regista italiana basata a Londra, il cui corto 'Zima' (Inverno), girato l'anno scorso, ha ottenuto cinque di questi premi, ha ricordato un incontro memorabile: "Circa a metà del nostro viaggio, abbiamo incontrato alcune persone anziane in un villaggio isolato, quasi abbandonato - erano una coppia di circa 80 anni e avevano trascorso tutta la loro vita lì. Anche se avevamo un interprete, non riuscivano a capire come mai non parlavamo russo e in seguito abbiamo scoperto che non avevano mai visto uno straniero in tutta la loro vita, per loro eravamo degli alieni”.

Nonostante un certo shock reciproco a livello culturale, le troupe del Cinetreno e le persone che hanno incontrato nel corso dei loro viaggi attraverso il paese hanno trovato un modo per portare quelle storie sullo schermo. Petrik, che è russo, sottolinea anche lui lo scontro tra culture diverse, soffermandosi anche sul contrasto con la burocrazia. "Cerchiamo di realizzare un mix di grandi città e di piccoli centri, con l’obiettivo di raggiungere le parti più profonde del paese – che spesso sono più interessanti”, ha detto. "Per me Cinetreno ha rappresentato anche la prima volta in cui ho viaggiato in molti di questi luoghi. Grazie a questo progetto ho capito che c'è una differenza enorme tra la Russia nel senso di popolo e la Russia vista come uno Stato. Ho capito quanto veramente la nostra forza e la nostra ricchezza provengano da queste persone e di come, almeno secondo me, i problemi spesso siano causati dalle autorità”.

Il prossimo viaggio Cinetreno, in programma a settembre, esplora il tema dei “conflitti”. Una delle città incluse nel percorso è Grozny, capitale della Cecenia, una regione nota per i conflitti e un governo locale integralista - autorità quest’ultima a volte inopportuna che potrebbe rappresentare un serio problema per il progetto. "Siamo interessati alla Cecenia perché questo progetto riguarda il tema dei conflitti e anche se la Cecenia fa parte della Russia tutto è diverso lì", ha aggiunto Petrik. "Ci recheremo in Cecenia se le autorità locali ci accetteranno e se saremo certi che si occuperanno della nostra sicurezza. Per quanto riguarda il permesso di filmare, è importante sottolineare che siamo cineasti e non giornalisti. Il nostro lavoro mette in evidenza prima di tutto i valori umani, siamo interessati alla vita quotidiana delle persone e non alle questioni di Stato perché è impossibile affrontare temi politici nel modo in cui giriamo i nostri film. Altri possono farlo, ma a noi interessa qualcosa di diverso". Cinetreno è sempre stato “qualcosa di diverso”.

Cristina Picchi racconta
il suo Cinetreno

Il Cinetreno del 21° secolo è un discendente di un importante progetto sovietico degli anni Trenta con a capo Alessandro Medvedkin, KinoPoezd. Prendendo spunto dalla convinzione di Lenin secondo cui il cinema era la più preziosa delle arti nel debuttante stato socialista, lui e i suoi colleghi hanno abbracciato lo spirito avventuroso del loro tempo per far partire l’iniziativa e registrare la trasformazione del paese, concentrando la loro lente sulle persone alle quali non era mai stata data voce. Come spiega Petrik, l'idea aggiornata è stata sviluppata presso l'Istituto di Cinematografia VGIK di Mosca, soprattutto grazie agli sforzi di Protsenko, di Nikita Satyrin e di Natalya Pavlovskaya. Petrik stesso è contento di essere stato coinvolto: "Mi piace molto questa idea perché è così immediata”, ha detto. "Riprendi uno scorcio di vita, filmi ed è tutto molto autentico. Stiamo girando per strada, tutto si svolge qui e ora; non puoi ripetere le riprese domani.

Tutto avviene molto rapidamente e il film finito è come una brezza fresca". La storia coinvolge anche Maurice O'Brien, regista irlandese e uno dei 21 professionisti del cinema selezionati tra i 219 candidati per il tour di settembre 2014. "Conoscevo la storia del Cinetreno originale, ma non avrei mai immaginato di prendere parte a una versione rivisitata del 21° secolo", ha detto. O'Brien ha un interesse di lunga data per la cultura e la storia russe, anche se ammette di non essere un esperto del paese - e per lui il progetto deve gran parte del suo fascino alla possibilità di esplorarlo. "Uno dei motivi principali per cui giro film è che in questo modo posso recarmi in luoghi dove altrimenti in condizioni normali non andrei mai e incontrare persone che mi permettono di ampliare la mia comprensione del mondo", ha aggiunto. "Sono sempre stato interessato alla Russia, alla sua storia, ai cambiamenti che sta ancora vivendo, ma la possibilità di recarmi lì per la prima volta attraverso un viaggio in treno per tutto il paese girando un film mi è parso come un sogno che si avvera".

I partecipanti alle edizioni precedenti concordano. Picchi, nonostante abbia trascorso fino a 12 ore al giorno girando le riprese in esterno con temperature che sono scese a -35C, affrontando tutta una serie di problemi tecnici legati al gelo, è rimasta entusiasta dell'intero progetto. "Questa esperienza ha cambiato la mia vita e sono grata a tutti – ai produttori e ai miei incredibili collaboratori, il direttore della fotografia Saulius Lukosevicious e il regista del suono Henri D'Armancourt. Tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per girare il film Zima mi hanno permesso di capire quanto amo il mio lavoro e quanto è forte il desiderio di girare film. Il programma “Inverno russo” di Cinetreno si appresta a fare il suo debutto a un festival in versione completa il 30 aprile presso il "Visions du Réel", festival internazionale dedicato al film documentario che si tiene a Nyon, in Svizzera. La proiezione prevista in occasione del festival è una raccolta di sei cortometraggi girati a febbraio 2013, tra cui “Zima” di Picchi. Il prossimo viaggio Cinetreno, “Guerra e Pace”, è in programma a settembre. Si concentrerà sul tema dei conflitti in tutta la Russia e prevede di portare i cineasti da Mosca a Grozny, passando anche per la comunità settentrionale di Salekhard nella penisola di Yamal, dove la tradizionale vita artica convive con le industrie del petrolio e del gas.

Per saperne di più sul progetto Cinetreno: www.cinetrain-project.com

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