La grande bellezza di Anita

L’attrice Anita Kravos (Foto: Ufficio Stampa)

L’attrice Anita Kravos (Foto: Ufficio Stampa)

L’attrice del film premio Oscar, ospite a Mosca per il festival Nice, racconta la sua esperienza a fianco di Sorrentino. E svela i segreti del dietro le quinte

La hall del cinema “Illusion” di Mosca, situato in uno dei famosissimi grattacieli staliniani, ieri era pieno di gente. Uomini e donne chiacchieravano in attesa di qualcosa importante. L’orchestra suonava opere classiche. I meno fortunati, coloro che non hanno ricevuto inviti speciali, aspettavano con pazienza all’ingresso. Si è inaugurata così la sedicesima edizione del festival del cinema italiano Nice.

Il festival si è aperto con la proiezione del film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, vincitore del premio Oscar. Tra il pubblico russo erano tanti gli appassionati di questa pellicola. Persone che l’avevano vista già più di una volta. E che si sono recate al Festival per rivederla in un’atmosfera speciale, condividendo le proprie emozioni con gli italiani che vivono a Mosca.

Ho visto il film per la prima volta a Mosca - dice Daria, una ragazza alta, con i capelli lunghi, che parla con voce alta e sicura -. L’ho visto in russo e mi dispiaceva non poter cogliere le sfumature particolari della lingua italiana. Il film mi ha fatto pensare. Mi ha fatto pensare all’arte, agli artisti in generale. Mi sembra di rivedere la Dolce Vita dei giorni nostri”.

Meno d’accordo, invece, l’amico Dmitri. “Secondo me non è molto corretta la comparazione con la Dolce Vita. Sono due film totalmente diversi. La grande bellezza mi è piaciuto. Anche se non gli avrei dato il premio. Ma tenendo conto che in generale il livello del cinema si è abbassato, non possiamo che fare i complimenti a Sorrentino e agli attori”. 

Sergei, un ragazzo dall’aspetto pensieroso, esprime il proprio giudizio in maniera più filosofica: “Per me è un film molto pittoresco. Un film che ci fa capire che la grande bellezza si dimostra non solo nel cercarla, ma anche nel distruggerla”.

Giorgio, un altro spettatore, confessa che la pellicola gli ha richiamato i temi della vita e della morte. “Il film inizia con la morte di un personaggio e finisce con la morte di un altro personaggio. Ho notato questa cosa. E all’improvviso mi è venuto da pensare a come la vita sia così fragile”.

Circondata dai giornalisti, l’attrice Anita Kravos, che ha recitato nel film, sorride. Parla perfettamente il russo. E conversa senza problemi con i reporter. La avviciniamo, per farci raccontare il suo lavoro, le impressioni che ha avuto di Mosca e il segreto del suo ruolo nel film. 

Olga Strada, il volto femminile del Nice

Cosa significa per lei presentare il film “La grande bellezza” qui a Mosca?

Si vede che i russi amano molto il cinema italiano, come gli italiani amano molto il cinema russo. Io oggi sono orgogliosa di presentare questo film al festival Nice e sono contenta di vedere un pubblico così caloroso e numeroso. Sono felice di tornare a Mosca perché qui ho studiato, ho frequentato il Gitis, e da quei tempi ho ancora tanti amici qua.

Ci racconti il suo ruolo, il personaggio che ha interpretato nel film.

Nel film interpreto Talia Concept, una performance-artist che sbatte la testa contro il muro di un condotto romano e urla qualcosa al pubblico in maniera provocatoria. Lei stessa è un personaggio irascibile, solitario. Nel film parlo con Jep Gambardella (interpretato da Toni Servillo) su cosa sia il bello, l’ispirazione. Il film propone questa tematica e la presenta come molto attuale. La battuta del film che preferisco è quella in cui viene detto al mago che fa sparire le giraffe: “Fai sparire anche me”. E il mago risponde: “Ma se fossimo capaci di far sparire le persone, staremmo qui a fare queste baracconate?”. Questa è la chiave di lettura che a me piace dare al film. C’è la possibilità di vedere il bello, qualcosa che ci faccia sognare, nonostante tutto. In Italia ora la situazione è difficile, soprattutto per quel che riguarda la cultura. Ma abbiamo fatto un miracolo. Abbiamo vinto un Oscar. Completamente inatteso! 

Cosa significa per Lei e per il cinema italiano questa vittoria?

“La grande bellezza” ha vinto l’Oscar come migliore film straniero. E questo è un segnale forte, che indica che l’Italia è capace di esportare qualità, e riesce a far parlare di sé come eccellenza nel mondo del cinema. Abbiamo fatto un film che è costato tanto, ma ha dato molto più risultato di quanto sia costato. Ora ci si chiede se entreremo nella storia del cinema con questo film. In realtà ci siamo già entrati. Abbiamo vinto l’Oscar: è il segno di come il cinema italiano debba continuare a crescere. Dobbiamo continuare a fare buon cinema, magari in coproduzione. Magari, perché no, con la Russia.

Qual è il trucco della performance di Talia Concept?

La pietra di gomma. Hanno costruito un muro di gomma molto rigida. Non si poteva nemmeno vedere la differenza con le pietre vere. L’unico problema è che le avevano messe troppo in alto. Io, invece, ero più bassa. Per colpire la pietra di gomma quindi dovevo saltare. E la scena che vedete risulta ancora più ridicola. Da ogni difficoltà si riesce a tirare fuori qualcosa di utile. La cosa più difficile comunque non è stata sbattere la testa contro il muro, bensì fumare: io non fumo, e nella scena successiva ho dovuto farlo per quattro ore. Una cosa che mi ha causato un forte mal di testa. Un po’ per la testata. Un po’ per il fumo a cui non sono abituata.

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