Un pezzo di Russia a Napoli

Il Centro di lingua e cultura “Russkij Mir” di Napoli diventerà il nuovo punto di riferimento per tutti gli amanti della lingua e della letteratura slava (Foto: Ufficio Stampa)

Il Centro di lingua e cultura “Russkij Mir” di Napoli diventerà il nuovo punto di riferimento per tutti gli amanti della lingua e della letteratura slava (Foto: Ufficio Stampa)

Inaugurato nel capoluogo campano il centro Russkij Mir. Per divulgare la cultura della Federazione

Quattro anni di lavoro, tre sale studio, nove postazioni multimediali, oltre mille tra volumi e riviste in lingua russa. Nel cuore di Napoli, a pochi passi dal Duomo, apre i battenti il Centro di lingua e cultura “Russkij Mir”, nuovo punto di riferimento in città per quanti amano la letteratura slava. La struttura nasce grazie alla collaborazione tra l’omonima fondazione, che ha interamente finanziato il progetto, e l’università di Napoli “L’Orientale”, che ha messo a disposizione alcuni locali all’interno dell’ottocentesco palazzo di Santa Maria Porta Coeli.

Il Centro ospita tre sale studio, nove postazioni multimediali, mille volumi e riviste in lingua russa (Foto: Ufficio Stampa)

"Dopo Milano, Roma e Pisa, Russkij Mir (Il mondo russo, ndr) di Napoli è il quarto centro in Italia e il 48esimo in tutto il mondo", spiega Alexei Gromiko, responsabile dei Programmi europei dell’istituto creato nel 2007 su iniziativa del governo di Mosca. La Fondazione si occupa di diffondere il patrimonio linguistico e culturale russo non solo tra i propri cittadini all’estero, ma anche tra gli stranieri appassionati alla terra degli zar. "Un’esigenza – secondo Gromiko – che in tempi di globalizzazione diventa ancora più pressante, in un’ottica di costante apertura e conoscenza reciproca". I quattro anni di lavoro per portare Russkij Mir a Napoli li racconta, visibilmente emozionata, Michaela Bohmig, coordinatrice e “anima” del progetto.

Il taglio del nastro (Foto: Ufficio Stampa)

"È stato un viaggio burrascoso tra la burocrazia italiana e quella russa – scherza la docente –, ma alla fine ci siamo riusciti, con l’impegno di tanti". E giù un lungo elenco di ringraziamenti, soprattutto agli studenti che "con pazienza hanno tolto i libri dagli scatoloni, li hanno etichettati e sistemati. Stiamo ancora lavorando alla schedatura". 

Tra loro, Anna, Francesca e Vincenzo, studenti di russo al primo anno. Entusiasti, nonostante la difficoltà di apprendere "una lingua complessa e così diversa dalla nostra, fin dalle lettere dell’alfabeto".

Una scelta “di pancia”, motivata dalla passione per le opere di Tolstoj e Dostoevskij, ma dai risvolti estremamente concreti: "La conoscenza del russo è sempre più richiesta, soprattutto nel settore turistico. Noi vogliamo cogliere questa grande occasione". La scelta di Napoli e dell’ateneo guidato da Lida Viganoni non è affatto casuale, ma è significativa di un legame secolare tra la città partenopea e il mondo slavo.

"L’insegnamento del russo è presente qui da noi dal 1913, cento anni durante i quali l’interesse per la russistica non ha conosciuto battute d’arresto, tutt’altro – commenta la rettrice -. In controtendenza con le altre università italiane, le nostre immatricolazioni sono cresciute perché molti hanno compreso le straordinarie opportunità offerte da lingue emergenti come russo e cinese". E il centro Russkij Mir, oltre a fornire strumenti di approfondimento agli iscritti, sarà aperto a tutti i cittadini napoletani grazie a corsi, convegni e cineforum.

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