"Call Me God" incanta Mosca

Gli attori dello spettacolo (Foto: Ufficio Stampa)

Gli attori dello spettacolo (Foto: Ufficio Stampa)

Grande successo per lo spettacolo scritto da Gian Maria Cervo, presentato al festival Maschera d'Oro

“Era un testo complesso, noi stessi non sapevamo se poteva avere una sua autonomia. Da quello che mi dicono, invece, la risposta del pubblico russo è stata entusiasta”. Chissà, magari alla fine arriverà anche un premio. Ma intanto Gian Maria Cervo può dirsi già soddisfatto: “Call me God”, lo spettacolo scritto dal 43enne drammaturgo viterbese insieme ad altri tre autori di esperienza internazionale (Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd), è approdato con successo all'edizione 2014 della Maschera d'oro. Per l'Italia l'ennesima affermazione al prestigioso festival delle arti sceniche.

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Cervo, come è nata l'idea di portare lo spettacolo a Mosca?

Il testo è stato segnalato al regista Yury Muravitsky che stava cercando un testo europeo contemporaneo per il festival. Tradotto, è stato rappresentato in forma di mise en espace il 9 marzo al centro Meyerhold da un cast di attori russi. Per noi un grande onore.

Lo spettacolo ha debuttato nel 2012 al Teatro Argentina di Roma e successivamente è girato per i teatri e le rassegne più importanti d'Europa. Osannato dalla stampa italiana e straniera. Eppure stavolta c'era più attesa del solito. Come mai?

Perché il testo non aveva mai avuto una riprova al di fuori dalla messa in scena originaria, per questo eravamo molto curiosi di capire come potesse funzionare.

Lo spettacolo "Il tempo libero”, in versione russa, nella Sala del Mappamondo a Palazzo Farnese di Caprarola a Viterbo (Foto: ufficio stampa)

“Call me God” parla dei cosiddetti “attentati della circonvallazione”, quelli che sconvolsero l'America nel 2002. Due cecchini, una decina di morti. Perché questo tema?

E' stato il mezzo per un'analisi di quel decennio, culminato con l'attacco alle Torri Gemelle, e della crisi culturale ed economica dell'Occidente. Una riflessione anche sulla manipolazione e la spettacolarizzazione che i mezzi di informazione fanno della realtà. Abbiamo usato vari registri, dalla parodia del medical drama allo sketch televisivo, fino a una scrittura più riflessiva, alla Heiner Mueller. In maniera del tutto inattesa, così ci è stato riferito, gli spettatori della Maschera d'oro lo hanno percepito come uno spettacolo sulla Russia contemporanea, segno, probabilmente, che certi meccanismi dell'informazione si riproducono ormai alla stessa maniera su scala globale.

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Lei in passato ha collaborato anche con alcune compagnie teatrali russe.

Ho seguito alcuni miei allestimenti per la compagnia Teatro del Dramma di Tobol'sk, in Siberia. Ricordo la prima volta che andai, pieno di pregiudizi, convinto di trovarmi davanti una realtà semi-amatoriale. Poi rimasi colpito dalla bravura dell'ensemble e dall'intelligenza e la cortesia del loro direttore. Ricambiarono la visita nel 2012 per il festival Quartieri dell'Arte, di cui sono il fondatore. Al Parco di Palazzo Farnese a Caprarola (Viterbo) rappresentarono 'Tra il naso e il cielo', spettacolo che trassi da una novella di Pirandello. Mentre l'anno scorso, sempre a Palazzo Farnese, nella splendida Sala del Mappamondo, i due registi Denis Azarov e Alexander Sozonov hanno portato una versione russa di una mia serie teatrale in tre episodi, 'Il temo libero'. Interpreti Dmitry Ivanov, Kirill Makalkov e Ilya Zamchalov.

Il drammaturgo Gian Maria Cervo (Foto: Francesco Galli)

Cosa l'ha colpita degli attori russi?

Mediamente sono tutti piuttosto forti, ma anche in quelli meno forti c'è una disciplina a livello di corpo, una capacità di essere presenti sul palcoscenico, che io trovo sempre molto affascinante. Non vedi mai un attore russo evanescente.

Tra gli autori russi contemporanei quali secondo lei sono i più interessanti?

I fratelli Durnenkov, Vyacheslav, che tra l'altro ha curato la traduzione russa del 'Tempo libero', e Mikhail. Poi i fratelli Presnyakov, autori di 'Playing the victim', che con il regista Kirill Serebrennikov ha vinto la prima edizione del Festa del cinema di Roma, e Vladimir Sorokin. Ultimo ma non ultimo, lo scrittore Zachar Prilepin, anche lui nostro ospite.

Progetti futuri sempre legati alla Russia?

Un progetto con l'Ermitage. Si tratta di una mostra su Dmitri Prigov, il padre del concettualismo russo, che si terrà il prossimo anno a Roma e per la quale curerò tutta la parte teatrale.

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