Un ponte di carta per i bambini di tutto il mondo

I bambini di una scuola russa che hanno partecipato al progetto (Foto: archivio personale)

I bambini di una scuola russa che hanno partecipato al progetto (Foto: archivio personale)

Proseguendo il lavoro iniziato a Venezia, i ragazzi di una scuola di Mosca raccontano con i disegni il proprio Paese, dalla chiesa di San Basilio alle Olimpiadi di Sochi. Un’unione di culture, tradizioni e religioni diverse, fatta di pennarelli e colori a olio

Coloratissimi e originali i disegni dei bambini di Mosca che nei giorni scorsi hanno partecipato a un progetto partito dall'Italia, basato sui valori della pace e dell’amicizia. Obiettivo: creare un ponte tra ragazzi di culture e religioni diverse, facendoli lavorare sullo stesso foglio in tempi differenti. “Era la prima volta che venivamo in Russia - spiega Nadia De Lazzari, responsabile dell'associazione Pesce di Pace che da più di 20 anni porta avanti l'iniziativa –. E siamo rimasti molto felici per l'entusiasmo e la partecipazione con i quali siamo stati accolti”. Grazie all'interessamento del Consolato generale d'Italia, hanno aderito la scuola “Italo Calvino” e l'Istituto 1251, con i due plessi. In totale 543 studenti, tutti delle elementari. A loro il compito di ultimare il lavoro già realizzato dai coetanei di Venezia, Berlino, Rodi e Yerevan.


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Tanti i soggetti scelti per parlare di sé e della propria realtà. Anche insoliti. Oltre ai monumenti e ai palazzi storici (il Cremlino, la cattedrale di San Basilio, il mausoleo di Lenin), c'è chi ha raffigurato i grattacieli della nuova Mosca e le grandi strade piene di auto. Altri si sono ispirati ai personaggi celebri. Di ieri (lo scrittore Pushkin) e di oggi: il presidente Putin. Qualcuno ha fatto riferimento alla tradizione, con l'immancabile matrioshka; gli appassionati di sport, invece, alle Olimpiadi di Sochi. E, ancora, ritratti di famiglia, di animali (tantissimi i cavalli) e scene di vita quotidiana.

“I bambini russi – prosegue Nadia De Lazzari –, si sono rivelati davvero dei piccoli artisti, dimostrando di sapersi destreggiare con qualsiasi tecnica: dal disegno con le matite a quello con i pennarelli, fino all'acquerello e all'uso dei lustrini. Sono stati molto scrupolosi, stando sempre attenti a non uscire dai margini per non rovinare il proprio lavoro e quello realizzato dai loro amici. Era un gioco, ma l'hanno preso molto seriamente”.

I bambini di una scuola russa che hanno partecipato al progetto (Foto: archivio personale)

Terminato il disegno – ogni foglio era suddiviso in 5 parti, quante sono le città che hanno partecipato – gli studenti hanno scritto messaggi rivolti ai loro coetanei: un semplice saluto (anche un “ciao” in Italiano), un breve racconto delle vacanze in dacia o hanno parlato dei loro sport preferiti. Spesso non è bastato lo spazio. Lasciando la propria e-mail, alcuni hanno espresso la speranza e l'augurio, un giorno, di poter giocare insieme.

“Il progetto è stato anche utile per vedere come i ragazzi percepiscono la realtà in cui vivono - aggiunge sempre De Lazzari -. Dai disegni dei bambini russi traspira sicuramente molta allegria. Lo si capisce dai soggetti e dai colori: il rosso, il giallo il blu, dai toni molto accesi. Molto diversi, per esempio, dai disegni dei loro coetanei armeni, dove purtroppo non mancano immagini che richiamano la guerra. Confrontandoli, gli studenti di Mosca hanno potuto riflettere sui problemi che vivono i loro amici in altre parti del mondo”.

Il materiale raccolto dal progetto intitolato “Disegni a più mani”, che, va ricordato, gode del plauso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che è stato benedetto anche da Papa Francesco, diventerà una mostra in programma a maggio a Venezia presso il convitto nazionale Marco Foscarini. In quell'occasione saranno presentati anche i messaggi in tutte le lingue tradotti dai detenuti del carcere femminile della Giudecca e da quello maschile di Santa Maria Maggiore.

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