L’attrice Tatiana Samojlova, protagonista del film sovietico "Anna Karenina", girato nel 1967 (Foto: Itar Tass)
A quell'epoca, nel XIX secolo, i canoni della bellezza erano profondamente diversi da quelli odierni. Erano di moda forme molto femminili, quasi come quelle delle modelle di Tiziano, e vestiti che sottolineavano e talvolta addirittura esageravano le curve. Per questo motivo, nessuna delle attrici che hanno interpretato il ruolo di Anna Karenina sul grande schermo corrisponde all'idea di bellezza femminile dello scrittore russo. A quei tempi, per apparire belle bisognava davvero soffrire: la preparazione della "toilette" di una signora richiedeva molto tempo ed energie.
"I preparativi per il ballo erano costati a Kitty molto lavoro e molta riflessione; ora però, nel suo complicato abito di tulle dal corpetto rosa, al ballo incedeva con tanta disinvoltura e leggerezza come se tutte quelle roselline e quei pizzi, tutti i dettagli della sua toilette non avessero richiesto a lei e alle sue cameriere nemmeno un minuto di attenzione; quasi fosse nata con quel tulle, con quei pizzi, con quell'alta acconciatura con la rosa e le due foglioline in cima". Le tournure (imbottiture che venivano sistemate nella zona delle natiche), gli strascichi, i pizzi e le perle, i pellicciotti aderenti in vita e i cappelli alti: tutto ciò faceva parte del guardaroba di una signora agiata. Era di moda una "elegante sovrabbondanza": gli ampi drappeggi erano compensati dall'assenza di spacchi sulla schiena, la lunghezza delle gonne era equilibrata dai loro modesti volumi.
Vivien Leigh interpreta Anna Karenina in una trasposizione cinematografica del libro (Foto: Lori / Legion Media)
E poi, le dame erano letteralmente innamorate degli accessori: guanti con i bottoncini, cappellini con la veletta, e un trionfo di gioielli. "Il nastro di velluto nero del medaglione le cingeva il collo con una straordinaria tenerezza. Quel nastro era una meraviglia, e a casa, guardandosi il collo allo specchio, Kitty sentì che quel nastro parlava. Su tutto il resto si potevano avere dei dubbi, ma quel nastro era meraviglioso", scriveva Tolstoj. Tutto questo sfarzo, d'altronde, con le dovute "limature" risulta del tutto appropriato anche nella moda dei nostri giorni. Del capolavoro di Tolstoj nel 2008 il famoso stilista russo Igor Chapurin propose una rilettura assai curiosa.
Nella sfilata della collezione prêt-à-porter per la stagione autunno-inverno 2008-2009 del marchio "Chapurin", durante la Settimana della moda a Parigi, nei guardaroba comparvero lunghi abiti fluenti e bluse di seta, salopette di maglia, cappotti di pelliccia di procione e di volpe argentata, e ancora calze e guanti straordinari, lavorati a maglia finissima come gli scialli di Orenburg. Tutto ciò si accompagnava alla caratteristica linea sobria ed essenziale delle collezioni di Chapurin. Vestiti raffinati e casti al tempo stesso, con il collo alla coreana e con una fila ordinata di fitti bottoncini sul davanti, la vita sottolineata da un moderato rigonfiamento della gonna, lunga fino a terra: sono tutti rimandi all'epoca della Karenina.
La collezione di Banana Republic |
Esistono una ventina di trasposizioni cinematografiche del romanzo, per non parlare degli spettacoli teatrali. Nel corso degli anni, il personaggio di Anna è stato interpretato da Greta Garbo e da Vivien Leigh, da Mahiru Konno e da Maja Plisetskaja, da Sophie Marceau e da Keira Knightley.
La più vicina all'intento creativo di Tolstoj, secondo l'opinione di numerosi critici, fu Tatiana Samojlova, protagonista del film sovietico "Anna Karenina", girato nel 1967. Questa bellissima attrice, leggermente abbondante per gli standard del periodo (ma non per quelli di Tolstoj), recitò la parte di una donna amante della vita, con un incontenibile desiderio di felicità, che si ritrova prigioniera delle circostanze. Anche gli autori dei costumi fecero un ottimo lavoro: nelle condizioni di quegli anni, in cui regnava un atteggiamento scettico nei confronti dell'aristocrazia e delle abitudini di vita borghesi, e con un budget assai ridotto, essi seppero ricreare degli autentici, seppur modesti, vestiti del XIX secolo. Pelliccia, pizzi e velette, gonne sontuose, molto bianco e molta luce.
Quanto allo sfarzo e all'eleganza dei costumi, però, probabilmente la versione cinematografica più recente, quella apparsa nel 2012 con Keira Knightley protagonista, ha superato tutte le altre. Per questo film, la costumista Jacqueline Durran è stata persino candidata all'Oscar. Nel realizzare i costumi per il film "Anna Karenina", la Durran ha cercato di conciliare lo stile dell'aristocrazia russa della metà del XIX secolo con... le linee classiche degli abiti di Christian Dior degli anni '50, perché hanno qualcosa in comune. Nel mondo del design quasi nessuno può fare a meno di rendere omaggio alla contemporaneità. Inoltre, la Karenina interpretata da Keira Knightley aggiungeva al suo splendore quello dei ben riconoscibili gioielli di Chanel. Le sue toilette erano appariscenti e di carattere, come del resto è lo stesso personaggio di Anna. È stato proprio questo film, di recente, a far rinascere una certa attenzione per lo stile russo della fine del XIX secolo. Ispirandosi al personaggio della Karenina, gli stilisti del brand Banana Republic hanno creato una collezione di abiti che da lei prendono il nome; inserti in pizzo, linee femminili, colletti alti, colbacchi di pelliccia: tutto ciò che fa parte dello stile sontuoso ed elegante di Anna.
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