Il Gran Ballo Russo rientra nel programma dell'Anno del Turismo italo-russo (Foto: Ufficio Stampa)
Nel 2014 il Gran Ballo Russo “aprirà le danze” dell’Anno incrociato del Turismo italo-russo. L’appuntamento, che vedrà l’alternarsi di ballerini con costumi d’epoca alle prese con valzer, mazurche, polche, galop e altri balli dell’800 e di inizi del ‘900, si terrà l’11 gennaio nei saloni dell’Hotel St. Regis di Roma. L'organizzatrice Yulia Bazarova, rappresentante di “Eventi Rome”, della rivista Italia - La vita come arte e promotrice della cultura russa in Italia, non a caso lo ha definito come “l’evento-simbolo della vita culturale russa e italiana” e – ha aggiunto – “siamo fieri di inaugurare l’Anno del Turismo italo-russo con il Gran Ballo Russo”.
Mentre ancora fervono i preparativi, Nino Graziano Luca, ideatore dell’evento e direttore della Compagnia Nazionale di Danza Storica (www.danzastorica.it), racconta a Russia Oggi i dettagli della serata e le indicazioni per partecipare.
I balli nella Russia imperiale |
“Questo appuntamento con i balli della tradizione classica russa rientra in un progetto triennale in cui ogni edizione è dedicata ad un tema: l’anno scorso la selezione coreografica, intitolata ‘Gran Ballo dello Zar’, aveva per oggetto l’800. Quest’anno il “Gran Ballo Russo” fa un balzo in avanti, fino agli anni ’30-’40 del ‘900, per creare un ponte con la contemporaneità”, spiega Graziano e anticipa: “Su 25 balli complessivi circa 6-7 saranno insegnati da me al momento. Una selezione pensata ad hoc per tutti i partecipanti alle prime armi o completamente a digiuno di balli storici e in cui rientreranno di sicuro ‘Il valzer dei pattinatori’ e una ‘Contraddanza’, che prevede lo schieramento, l’una di fronte l’altra, di una fila di donne e una di uomini che si vengono reciprocamente incontro”. E per coloro che invece desiderano arrivare un po’ più preparati in mezzo alla platea composta per la maggior parte da allievi della Compagnia Nazionale di Danza Storica “nel periodo precedente l’evento sono previsti stage di due giorni circa”.
I relatori che hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione (Foto: Rosa Lella)
Due le formule di partecipazione con costi differenti: “Si può scegliere tra il buffet, accessibile nei diversi intervalli previsti durante la serata e che prevede una quota di 50 euro a partecipante, e la cena che si svolgerà prima del ballo, che prevede invece una quota di 180 euro per ogni partecipante”. Un’altra anticipazione riguarda i momenti dedicati ai grandi classici della letteratura russa. “I passi scelti per i reading sono l’arrivo al ballo di Nataša Rostova (tratto da “Guerra e pace” di Tolstoj,ndr) in cui viene descritto il suo stato d’animo come un misto di sensazioni di freddo ed emozione, e il frammento del ballo di Anna Karenina (tratto dall’omonimo romanzo di Tolstoj,ndr)”.
Ma il vero debuttante del Gran Ballo Russo è il Premio letterario intitolato al poeta russo “Pushkin”, un concorso per letterati italiani alla sua prima edizione, ideato da Paolo Rutili Dragonetti De Torres e Yulia Bazarova per promuovere la cultura italiana che s’ispira alla cultura russa. Il “Premio Pushkin” sarà uno dei momenti più importanti della serata, tant’è vero che – come spiega Nino Graziano - “Il brano che aprirà le danze sarà la polonaise di Lyapunov ‘In memoria di Pushkin”, per poi proseguire con il momento dedicato alla proclamazione del vincitore. E questa volta a rivelarci il nome del vincitore è il critico letterario italiano Arnaldo Colasanti, presidente della giuria. “La vincitrice di questa prima edizione del Premio Pushkin è Antonella Anedda, una poetessa contemporanea italiana che non ha scritto nulla senza pensare in russo. Tra gli autori russi di cui troviamo le tracce nei suoi componimenti ci sono Anna Achmatova, Marina Cvetaeva e Osip Mandel’štam”.
“L’obiettivo di questo concorso letterario – prosegue Colasanti – è comprendere come la cultura russa possa nutrire quella italiana. Un esempio storico è dato dall’ermetismo italiano, le cui origini sono ricondotte alla Francia. In realtà per il suo sviluppo si è rivelata fondamentale anche la traduzione in lingua italiana di un testo russo: l’antologia ‘Il fiore del verso russo’ (del 1949, ndr) tradotta in lingua italiana da Renato Poggioli”.
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