Dietro le quinte del nuovo Mariinskij

Dai costumi di scena si capisce tutta la ricchezza artistica di teatri come il Mariinskij II (Foto: Pauline Tillmann)

Dai costumi di scena si capisce tutta la ricchezza artistica di teatri come il Mariinskij II (Foto: Pauline Tillmann)

Durante il festival “Le stelle delle notti bianche”, sempre più appassionati di opera lirica arriveranno al teatro che sorge sulla sponda del canale Kryukov. Ma, oltre agli artisti sul palco, come lavorano tecnici e sarte?

Sul palcoscenico del Mariinskij II di San Pietroburgo si respira tensione. Il giovane regista Vasilij Barkhatov dà le sue ultime istruzioni, gesticola energicamente, prima di fissare i cantanti dritto negli occhi. Con concentrazione assoluta e grande attenzione tutti seguono le sue direttive. Sto assistendo alla prova generale di “Rusalka” (La sirenetta), opera di Aleksandr Dargomyzhsky, che inaugurerà il festival “Le stelle delle notti bianche” a partire dal 24 maggio 2013.

I cantanti lirici hanno avuto appena tre settimane di tempo per prepararsi. Barkhatov ammette che “sicuramente è un grande onore inaugurare il nuovo palcoscenico con questa anteprima, ma è tutt’altro che facile essere i primi”.

Le sue parole alludono chiaramente al fatto che i cantanti non sono ancora padroni di tutte le scene e, a dire il vero, avrebbero bisogno di più tempo per imparare a sfruttare bene tutte le possibilità tecnologiche che la nuova sala offre loro.

All’inaugurazione ufficiale del teatro, avvenuta  all’inizio di maggio 2013, il direttore d’orchestra Valerij Gergiev dichiarò che “quando arrivano a San Pietroburgo per il fine settimana, sempre più persone vogliono assistere a uno spettacolo al Teatro Mariinskij, ma in genere i biglietti vanno già esauriti con parecchi giorni di anticipo. Proprio per questa ragione, e per mettere in cartellone più spettacoli, era indispensabile avere un secondo teatro. Oltretutto il Teatro Mariinskij non poteva permettersi di chiudere i battenti per alcuni giorni per allestire le scenografie più complesse necessarie a mettere in scena produzioni come L’anello dei Nibelunghi di Wagner”.

Nel nuovo Teatro Mariinskij ci sono tre palcoscenici distinti che possono essere utilizzati anche simultaneamente. Sollevando una semplice leva, in cinque minuti si appronta un nuovo palcoscenico, e senza fare il minimo rumore. Il produttore esecutivo Boris Yanukyan aggiunge che “adesso siamo in grado di predisporre due fondali contemporaneamente, il che, almeno in teoria, ci permette di mettere in cartellone anche due produzioni diverse al giorno. Non è ancora successo, ma è pur sempre una possibilità”.

Sono le persone a rendere speciale il Teatro Mariinskij

Foto: Pauline Tillmann

Cucitura dei costumi per “Rusalka” (Foto: Pauline Tillmann)

Al di là della tecnologia adottata, c’è qualcosa di ancor più fondamentale per l’atmosfera unica che si respira nel Teatro Mariinskij II: la gente. Persone come Oksana Makarinka, che da tre anni gestisce la sartoria teatrale proprio dietro l’angolo.

Makarinka e il suo staff preparano i costumi per gli spettacoli in un edificio a due piani situato in un cortile dietro via Matveeva Pereulok. I suoi 150 dipendenti cuciono, tingono, lavano e stirano ogni costume. Per “Rusalka” hanno fatto molti straordinari, lavorando anche nei fine settimana per essere sicuri di finire in tempo per la prima. “Di solito ci occorrono due o tre mesi di lavoro per avere tutto pronto per il debutto. Durante il festival, tuttavia, ci saranno tre prime e quindi lavoriamo giorno e notte”, dice Makarinka.

Basta guardare i  costumi per capire subito quante risorse ha a disposizione questo  teatro, che è tra i più ricchi di tutta la Russia insieme al teatro Bolshoj di Mosca. “Le pietre artificiali non hanno la medesima brillantezza, - confessa la Makarinka, - e quindi in genere utilizziamo pietre Swarovski per decorare i costumi. La differenza tra le due è incredibile: le pietre vere brillano in modo maestoso e sul palcoscenico la differenza si vede”.

Foto: Pauline Tillmann

Costumi per il balletto "Il lago dei cigni" (Foto: Pauline Tillmann)

Una signora nella sezione acconciature ha lavorato alla corona di “Rusalka” per tre settimane. Si potrebbe pensare che questo sia il lusso assoluto. In effetti non si bada al risparmio: questo, dopo tutto, è il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

Tra il personale, alcuni lavorano qui da 20 o 30 anni. Svetlana Nepeijvoda, per esempio, crea maschere e si prende cura dei solisti. Per lei, creare una maschera è come dipingere un quadro: “In un film puoi scegliere i personaggi in un secondo tempo, per esempio in base alla loro somiglianza col protagonista. A teatro, invece, l’apparenza è secondaria alla voce”. Le capita di frequente di dover rendere l’aspetto di un uomo più anziano, e questo le piace molto. “In questo modo il lavoro è sempre vario e  interessante”.

Alla domanda su cosa sia cambiato negli ultimi 30 anni, risponde: “Un tempo era sufficiente salire sul palcoscenico e cantare. Oggi invece tutto deve andare alla perfezione, compresi i cantanti. E questo significa, per esempio, che il trucco deve reggere”.

La protagonista di questa produzione, Irina Mataeva, lavora anche lei ricercando la perfezione. Interpreta Rusalka e con tono un po’ critico fa notare che “è molto difficile cantare nel nuovo Teatro Mariinskij, perché l’acustica pone a noi cantanti la sfida di trovare il giusto equilibrio. Ci esercitiamo incessantemente, perché vogliamo arrivare sempre più in alto”.

Il nuovo teatro presenta alcuni svantaggi: è in fase di progettazione la realizzazione di una tenda alta un metro da utilizzare come barriera del suono, altrimenti i cantanti potrebbero non farcela ad arrivare all’ultimo atto.

Yanukyan, la cui responsabilità principale comprende la gestione dei tiranti del palcoscenico e del sipario, dice che “il vecchio Mariinskij ha un secolo e mezzo di vita e vibra di un’energia tutta sua, a differenza del nuovo teatro, il cui edificio è privo di quell’energia. Ma ogni teatro nel corso della sua storia è stato prima nuovo e poi vecchio”.

Evgenia Pushkareva, corista di 26 anni, aggiunge che, “se è vero che il nuovo palcoscenico è freddo, costituisce in ogni caso una fantastica occasione per noi, che dobbiamo infondergli tutta la nostra energia e la nostra musica”.

Durante il festival “Le stelle delle notti bianche”,  che proseguirà fino alla fine di luglio 2013, sia i cantanti sia i ballerini avranno modo di cimentarsi in questa sfida.

Per informazioni  sul programma completo del festival cliccare qui

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