La copertina del libro |
Tante date e tanti luoghi hanno segnato la vita e la storia di Mikhail Gorbaciov. Una data in particolare, però, almeno a livello personale e intimo, ha lasciato il segno più duro e difficile da cancellare nella sua vita: il 20 settembre 1999. Quel giorno, più esattamente la notte tra il 19 e il 20 settembre di quell'anno, morì Raissa, l'amata e fedele compagna di una vita.
Sono trascorsi molti anni da quella morte che ha cambiato per sempre la vita di uno degli uomini politici che hanno maggiormente influenzato la storia mondiale del Novecento, ma il ricordo della moglie Raissa è ancora vivo nella mente e nel cuore dell'ultimo segretario generale del Pcus.
Così, con “Ogni cosa a suo tempo. Storia della mia vita”, edito da Marsilio, oggi Mikhail Gorbaciov ritorna a parlare di sé e lo fa parlando non solo della sua attività pubblica ma anche del suo sé più intimo, più profondo, del suo ruolo di uomo e marito, di quell'amore che dagli anni dell'Università lo ha legato a Raissa, la testimone e compagna di gran parte della sua vita pubblica e privata.
Quello che Gorbaciov vuole tracciare non è una semplice raccolta di memorie o di cronaca quindi. Un'autobiografia diversa dai libri pubblicati da Gorbaciov stesso anni fa, "la sua struttura non è rigida. Non si tratta di un romanzo e neppure di una cronaca storica. È il racconto della nostra vita".
"Ogni cosa a suo tempo. Storia della mia vita" è piuttosto un lungo ed intenso racconto della storia di Mikhail Gorbaciov, dall'infanzia vissuta nel cuore del Caucaso agli anni dell'Università a Mosca, fino al suo arrivo nella politica mondiale, alla perestrojka e alle famose dimissioni del 1991. Si tratta di un volume di ricordi e riflessioni dedicato alla memoria di Raissa e scritto dopo una lunga riflessione. "Non facevo che pensarci, ma non riuscivo mai a cominciare. È stato un parto faticoso", spiega Gorbaciov stesso.
Le vicende storiche si intrecciano con quelle personali e con riflessioni sulla politica e sull'evoluzione degli eventi che hanno segnato la vita di Gorbaciov e quella dell'Unione Sovietica.
Trascinato dai ricordi, Gorbaciov ricostruisce con schiettezza e onestà la sua vita e le sue scelte politiche e conclude parlando di quel destino che lo ha posto “di fronte a prove che raramente vengono riservate a un uomo. Ciò nondimeno, il destino si è mostrato con me eccezionalmente generoso concedendomi opportunità rare. (…) L'opinione che ho difeso e che continuerò a difendere è che la storia concede sempre una possibilità di scelta e un'alternativa. E che la storia è la storia degli uomini e della società e che fare la storia significa assumere decisioni”.
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