A passo di danza, da Mosca a casa Salieri

Tutto esaurito per il “Gala delle future stelle del Benois de la danse con i giovani Solisti del Teatro Bolshoj”, in scena l'8 febbraio 2013 a Legnago (Verona)

Mentre si attendono notizie clamorose sulle responsabilità dell’attacco al vetriolo ai danni del direttore Sergei Filin, il Balletto del Bolshoj torna a fare notizia anche in Italia per i suoi meriti artistici.

Remota la possibilità di ammirare la possente compagnia al completo nei nostri teatri piegati dalla crisi, una piccola ma luminosa pléiade di suoi ballerini verrà a ricordarci l’eccellenza della scuola moscovita.

L’appuntamento ha dell’eccezionalità, trattandosi di un’unica rappresentazione: venerdì 8 febbraio 2013, al Teatro Salieri di Legnago (Verona), paese natale del compositore rivale di Mozart. A lui è dedicato il teatro, dalla caratteristica facciata monumentale del primo Novecento, che sorge proprio accanto al luogo dove si trovava la casa di Antonio Salieri, prima che i bombardamenti la distruggessero.

In un cartellone che spazia dalla musica classica alla prosa alla danza, il “Gala delle future stelle del Benois de la danse con i giovani Solisti del Teatro Bolshoj” è certo l’appuntamento di spicco, non a caso da tempo esaurito. Con il rimpianto che quella di Legnago sia rimasta l’unica tappa italiana di un evento di incompreso pregio.

I nove artisti che si esibiranno sul palcoscenico del teatro veronese sono accomunati dalla giovane età e dal fulgido talento e incarnano quella nuova generazione che è il futuro del Teatro Bolshoj.

In trasferta italiana arrivano sotto l’egida eccellente del Premio Benois de la danse, considerato l’Oscar del balletto, che per il Gala ha selezionato proprio quei ballerini che potrebbero in futuro venirne insigniti.

Senza far torto all’alto livello generale, converrà segnalarne alcuni, così da poterli seguire nella loro crescita artistica: se non sul palcoscenico del Salieri o magari del Bolshoj, almeno nelle dirette cinematografiche in mondovisione da Mosca, o anche semplicemente nei video postati su Youtube dagli ammiratori.

Tra gli emergenti di spicco per la perfezione della tecnica e l’eleganza dello stile ci sono la bella Angelina Vorontsova, già insignita di una manciata di premi, e il danseur noble Denis Rodkin: entrambi diplomati alla Scuola del Bolshoj, sono in compagnia da tre stagioni, dove studiano con NikolaiTsiskaridze, maître de ballet e ballerino star, in questi giorni sotto i riflettori per le sue mai nascoste accuse al direttore Filin.

È già tra i ballerini di punta della compagnia il giovane Artem Ovcharenko, inconfondibile nei ruoli classici di Principe per le linee sinuose e la souplesse dello stile. Tipicamente moscovita è il temperamento brillante della solista Anna Tichomirova, messasi particolamente in luce nell’ultima stagione, mentre si distingue per la personalità delicatamente romantica la giovane Darja Chochlova.

Quintessenza del repertorio del Bolshoj è il programma scelto per il Teatro Salieri. Ampio spazio ai passi a due tratti dai balletti imperiali di Petipa, come Il Corsaro – recentemente ricostruito in tutta la sua avventurosa spettacolarità – o il perduto e prezioso Talismano.

Del Lago dei cigni, balletto emblema della troupe moscovita, i due celebri pas de deux detti “bianco” e “nero” sono presentati nella versione di Yuri Grigorovich, geniale coreografo per trent’anni alla direzione del Bolshoj sovietico. Suo è anche il seducente Tango sulle note jazzate di Shostakovich tratto dal balletto L’età dell’oro.

Non manca un accenno a quell’avanguardia russa del Novecento, tuttora da riscoprire, nella Mazurka su musica di Skrjabin del grande coreografo Kasjan Goleizovskij, né un omaggio al più celebre dei russi émigrés, George Balanchine, con la sua festante Tarantella americana.

L’estratto da Croma del coreografo inglese Wayne McGregor rappresenta invece quella nuova apertura verso il contemporaneo occidentale che tante critiche da parte della fronda conservatrice ha scatenato contro il neo-direttore Filin.

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