L'incrociatore Aurora ammaina bandiera

L’equipaggio militare ha lasciato lo storico incrociatore Aurora, che ora sarà definitivamente convertito in museo (Foto: Itar-Tass)

L’equipaggio militare ha lasciato lo storico incrociatore Aurora, che ora sarà definitivamente convertito in museo (Foto: Itar-Tass)

La nave, simbolo di San Pietroburgo, attiva nelle operazioni di soccorso dopo il terremoto che nel 1908 colpì Messina, perde lo status militare e sarà convertita definitivamente in museo

Con il colpo sparato dal suo cannone, diede il via alla Rivoluzione d’Ottobre. E alla presa del Palazzo d’Inverno. Divenne per questo un simbolo, emblema della storia russa, enfatizzato anche da Sokolov-Skalia in uno dei quadri più rappresentativi del Realismo Socialista, “La salva dell’Auorora”. Adesso, dopo un secolo di storia, di battaglie e di scandali, l’incrociatore Aurora va in pensione. E si prepara ad essere definitivamente convertito in museo.


All’alba del 16 ottobre 2012, infatti, l’ultimo equipaggio della Marina militare russa, che ancora operava all’interno della nave ormeggiata sulla Neva a San Pietroburgo, ha lasciato definitivamente l’Aurora, facendo così cadere il sipario su uno dei luoghi simbolo di questo Paese.  


Dopo gli episodi che negli anni scorsi hanno suscitato scalpore e indignazione nella Federazione, a seguito di alcune presunte feste poco ortodosse organizzate all’interno dell’incrociatore, nel 2009 il comando della marina federale aveva preso la decisione di cancellare lo status di “nave militare”, trasformando così il leggendario torpediniere in un semplice museo. Quattordici in tutto i militari che ancora facevano parte dell’equipaggio e che alle 5 del mattino hanno ammainato bandiera.


Battezzato in onore della fregata Aurora, che nella metà dell’Ottocento difese la città di Petropavlovsk-Kamchatski durante la guerra di Crimea, l’incrociatore è stato costruito alla fine dell’Ottocento e venne impiegato durante alcuni episodi che hanno segnato la storia della Russia: dalla guerra russo-giapponese di inizio Novecento alle operazioni militari nel Mar Baltico durante la Prima Guerra Mondiale; dall’assedio di Leningrado fino alle operazioni di soccorso che hanno portato aiuto alle popolazioni di Messina e Reggio Calabria, duramente colpite dal terremoto che nel 1908 devastò il Sud Italia. L’Aurora fu infatti una delle prime navi a intervenire sui luoghi italiani della tragedia. Fino al 1950, quando si diede il via alla conversione in museo.


Ora i motori si spengono del tutto. Spetterà al Presidente della Federazione, Vladimir Putin, decidere il destino dei quattordici militari che fino a poche ore fa ancora abitavano un luogo che ha visto passare davanti a sé cento anni di storia russa. 

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