Si accende la polemica a seguito della proposta di legge che vuole inasprire le pene per chi offende i sentimenti religiosi dei russi. Fino ad oggi, la legge prevede una multa di 1.000 rubli (circa 25 euro). Se il provvedimento venisse approvato, si
È stato appoggiato dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari il disegno di legge pensato per “I sentimenti religiosi dei cittadini della Federazione Russa”. Un documento presentato alla Duma il 25 settembre 2012, nato dalla convinzione che in Russia sia necessario inasprire le pene per chi offende i credenti. Una posizione, questa, giudicata in maniera piuttosto severa da parte di alcuni esperti.
Yaroslav Nilov, direttore del Comitato della Duma per gli Affari Sociali e le Organizzazioni Religiose, sostiene che la necessità dell’inasprimento delle pene nasca dagli ultimi fatti, riconducibili a questioni religiose, che hanno avuto grande risonanza nel Paese e anche all’estero: dalla “preghiera punk” delle Pussy Riot alle molte altre azioni perpetrate ai danni di differenti credi religiosi.
“In molte città del Paese sono state profanate delle icone – ha spiegato -. Sono state poi disegnate svastiche e simboli satanici in alcune chiese e sinagoghe. Senza dimenticare i tragici attentati terroristici in Daghestan e in Tatarstan, che hanno portato a morti e feriti, anche tra i leader musulmani”.
“A Krasnodar – ha aggiunto -, è stata bruciata una chiesa di legno, mentre a Mosca ci si è scagliati contro un centro di preghiere della chiesa protestante. È una sfida alla tranquillità del Paese e dobbiamo rispondere con tempestività”.
I deputati sostengono che la sanzione massima prevista adesso dalla legge per chi offende i sentimenti religiosi, sia troppo poco severa (1.000 rubli, circa 25 euro). Le pene proposte prevedono invece il carcere fino a cinque anni per chi profana un santuario, 400 ore di lavori forzati o una multa di 500.000 rubli (circa 12.500 euro). Chi invece offende i sentimenti dei credenti, può arrivare a pagare una multa di 300.000 rubli (7.500 euro), 200 ore di lavori o tre anni di carcere.
A favore del disegno di legge
Un provvedimento che trova l’appoggio dei rappresentanti dei principali credo religiosi: secondo Vsevolod Chaplin, rappresentante ufficiale della Chiesa Ortodossa Russa, “è in gioco la sicurezza del Paese”.
“L’offesa dei sentimenti religiosi, così come l’insulto della patria o la profanazione degli oggetti venerati dai credenti, sono azioni molto pericolose al giorno d’oggi - ha affermato -. Come ci insegna la storia, potrebbero sfociare in conflitti di sangue e provocare lo scontro tra gruppi di persone”.
Dal canto loro, i rappresentanti del mondo islamico mettono l’accento sulla sicurezza nazionale. Nello specifico, il loro sostegno arriva dopo la polemica che ha fatto seguito al film “L’innocenza dei musulmani”. “Il governo deve capire i sentimenti della sua società e del suo popolo – ha dichiarato Albir Krganov, muftì di Mosca -. In quei Paesi dove le autorità non hanno reagito in tempo, la gente è scesa in strada insieme all’opposizione”. Anche la comunità ebrea in Russia ha dichiarato ufficialmente il suo appoggio alla proposta di legge.
Solo censura?
Non si può negare che l'iniziativa dei deputati sia stata accolta con sospetto da parte di un'ampia fascia della comunità. Secondo la sociologa Lyuba Borusyak, docente presso la Scuola Superiore di Economia, la proposta di legge aprirebbe le porte a possibili abusi. “Una legge come questa, per definizione, non può essere universale”, ha affermato Lyuba.
Dello stesso parere anche l’opinionista di Kommersant Fm, Konstantin Eggert, convinto che i presupposti della legislazione in vigore siano più che sufficienti per difendere i credenti. “Qualsiasi intento di inasprire le pene, non sarà altro che un tentativo di rinforzare la censura. Una cosa che non sarà accettata ovviamente dalla popolazione. Il rischio è che i cittadini si schierino contro la chiesa”.
Anche l’arciprete Pavel Velikanov, vice rettore della Accademia Spirituale Ortodossa di Mosca, si dice preoccupato: “Non mi piace il fatto che una persona che si professa credente possa ricevere uno status eccezionale rispetto a un’altra persona – ha affermato -. E non capisco perché lo status di una persona che non si definisce religiosa debba essere inferiore a quello di una persona religiosa, che necessita così di una difesa speciale”.
L’articolo è stato realizzato sulla base di materiali tratti da Ria Novosti, Kommersant e dalla rivista Pravoslavie i mir.
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