I segreti di San Basilio

Viaggio all'interno della cattedrale simbolo di Mosca, nota per le sue colorate cupole a spirale sotto le quali si celano rinomate tecniche di stampo italiano

Composta da diverse chiese raccolte attorno a una torre centrale, la Cattedrale dell’Intercessione della Vergine sul Fossato, più comunemente nota come San Basilio, è stata sin dal suo completamento (avvenuto nella metà del XVI secolo) un potente simbolo di unificazione. Ma è soprattutto al loro interno che le chiese che la compongono rivelano la loro elaborata complessità.

Negli anni Cinquanta, all’interno della chiesa centrale, detta dell’Intercessione, venne alla luce un’iscrizione che indicava come l’edificio fosse stato consacrato alla Santa Trinità il 20 giugno 1561, alla presenza dello zar Ivan il IV (detto “il Terribile”), degli tsarevich Ivan e Fedor, e del metropolita Macario. (Le chiese circostanti, meno imponenti, erano state consacrate l’anno precedente).

Il restauro dell’interno dell’edificio ha rivelato la presenza di motivi decorativi di tipo geometrico.

Gli interni delle chiese che compongono la cattedrale furono decorati per lo più con la tecnica pittorica del pod kirpich, o del “finto mattone”, che riproduce l’effetto di un muro di mattoni. La stessa tecnica, importata dall’Italia, fu applicata all’esterno degli edifici in mattoni, perché la vernice, oltre a proteggere dalle infiltrazioni di umidità, ne rendeva più intensa la colorazione. Benché almeno metà delle chiese del complesso siano state successivamente abbellite con pitture murali, in alcuni punti è ancora possibile ammirare il motivo originario del pod kirpich.

L’estremità superiore delle cappelle culmina solitamente in una spirale a girandola posta in coincidenza delle volte interne delle cupole. L’interno della torre principale, detta  dell’Intercessione e alta 46 metri, è riccamente decorata e culmina con la raffigurazione, appena visibile, di Maria con Cristo bambino.

L’entrata principale del complesso coincide con quella della chiesa posta a Ovest e dedicata all’Ingresso di Cristo a Gerusalemme il giorno della domenica delle palme: una circostanza che può essere considerata un simbolo del trionfale ingresso di Ivan il Terribile a Kazan. Proprio il nesso tra questi due eventi, Kazan e Gerusalemme, favorì l’istituzione, a partire dal 1557, di un rito annuale in cui lo zar, in sella a un cavallo bardato come un mulo, simulava appunto la processione della domenica delle palme. Per due anni il rituale rimase circoscritto alle cattedrali del Cremlino, ma nel 1559 la processione fu allargata sino a comprendere la Chiesa della Trinità, che all’epoca era in fase di costruzione e oggi costituisce la cappella orientale della Cattedrale dell’Intercessione.

Si riteneva che il nuovo santuario rappresentasse la città sacra del popolo di Sion, tanto che la Cattedrale dell’Intercessione è stata spesso chiamata semplicemente “Gerusalemme”, come documentato già nel XVII secolo da alcuni viaggiatori occidentali, tra cui Adam Olearius.

Delle restanti sei chiese, quattro commemorano simbolicamente la presa di Kazan. La chiesa che volge a Nord Ovest è dedicata al vescovo Gregorio Armeno, poiché nel giorno a lui consacrato (il 30 settembre) si verificarono due importanti eventi che precedettero la battaglia di Kazan: la scomparsa di una pattuglia di truppe nemiche nel campo di Arsk, e la spettacolare esplosione della Torre di Arsk, uno dei principali bastioni della città.

La torre settentrionale, dedicata ai santi Cipriano e Ustinia, commemora invece il definitivo completamento della conquista all’indomani dell’irruzione nella città.

La chiesa situata a Nord Est è dedicata a tre patriarchi bizantini (Alessandro, Giovanni e Paolo) e rappresenta la vittoria, avvenuta il 30 agosto, sulla cavalleria tatara condotta dal principe Epancha, che spianò la strada all’assedio di Kazan. La stessa battaglia sembra commemorata anche nella chiesa che volge a Sud Est, dedicata a Sant’Alessandro di Svir.

Le restanti due chiese, poste entrambe sul lato meridionale, fanno invece riferimento alla famiglia dello zar. Quella situata a Sud Ovest è dedicata a San Varlaam del monastero di Chutyn, nei pressi di Novgorod, in onore del padre dello zar, Basilio III, il quale poco prima di morire prese i voti da monaco assumendo il nome di Varlaam. La torre meridionale è dedicata all’icona di San Nicola da Velikoretsk (il nome deriva da quello del fiume Velikaia, nella zona di Pskov): un’immagine giunta a Mosca e venerata.

Adesso che abbiamo passato in rassegna tutte le chiese originarie, non resta che soffermarsi sulla denominazione della cattedrale. Basilio il Benedetto (1469-1552) era un yurodivy – o “stolto in Cristo” – riverito oltre che da persone comuni dallo stesso zar per la sua santità, per il coraggio e per il dono della profezia. Quando Basilio, o Vasily, morì, lo stesso anno della presa di Kazan, in suo onore fu eretto un santuario in legno, situato a Est dell’originaria chiesa della Trinità. Lasciato intatto durante i lavori di edificazione della Cattedrale dell’Intercessione, il santuario fu poi sostituito nel 1588 con la piccola cappella di mattoni dedicata a Basilio il Benedetto e collegata all’angolo Nord Orientale della cattedrale. Malgrado la chiesa a lui dedicata sia di dimensioni modeste rispetto alle torri che la circondano, con il tempo il culto di Basilio crebbe sino a raggiungere proporzioni ragguardevoli e usurpare nell’uso comune tutte le precedenti designazioni della cattedrale, ufficiali o ufficiose.

Nel corso dei secoli la Cattedrale dell’Intercessione è stata sottoposta a successivi ampliamenti, a cominciare dall’aggiunta della cappella di Basilio il Benedetto e delle cupole a cipolla, avvenuta alla fine del XVI secolo, culminati nel secolo successivo con la chiusura della terrazza. Verso l’anno 1680, la grande torre campanaria che affiancava l’angolo Sud Orientale della cattedrale fu ricostruita in stile ornamentale del XVII secolo, con decorazioni policrome e un tetto a tenda rivestito in ceramica. Alla fine di quel secolo risale anche la maggior parte delle decorazioni che ornano le pareti esterne e la nuova galleria. Le cupole, infine, furono dipinte a tinte sgargianti durante i restauri compiuti attorno all’anno 1780.

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