Isinbayeva, un salto verso l'Olimpo

Foto: Corbis/ Fotosa

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L’atleta russa ha stabilito 28 record mondiali nel salto con l’asta. Sogna di raggiungere quota 35, come il suo idolo Sergei Bubka, e conquistare l’oro olimpico a Londra

Il 3 giugno 2012 Elena Isinbayeva compirà 30 anni. Un traguardo importante, per un’atleta straordinaria che ha ottenuto 28 record mondiali e collezionato due ori olimpici nel salto con l’asta, oltre a conquistare tre volte il titolo di migliore atleta femminile dell’anno (2005, 2007 e 2008), assegnato dalla Iaaf, l’Organizzazione Internazionale dell’Atletica Leggera.

2003

vince i campionati europei under 23 saltando a 4.26 metri

Nel momento della maturità agonistica, la saltatrice è chiamata a una nuova sfida: superare le difficoltà che hanno caratterizzato la sua carriera negli ultimi anni e tornare a essere la numero uno nella disciplina, come il suo mito Sergei Bubka, che tra gli uomini ha centrato 35 record mondiali.

La campionessa russa, dopo le vittoriose Olimpiadi di Atene 2004 (dove ha superato la soglia dei 4,91 metri, precedendo la connazionale Svetlana Feofanova), ha deciso di lasciare lo storico allenatore Evgeni Trofimov per passare nella scuderia di Vitali Petrov, spiegando di voler provare una nuova tecnica e allenarsi in prossimità dei luoghi che ospitano la maggior parte delle gare (lasciando così Volgograd). Si è trasferita a Montecarlo, città affascinante da tutti i punti di vista: è sul mare, ci si può allenare tutto l’anno sotto il cielo azzurro e con il sole.

2005

conquista il tutolo mondiale a Helsinki. L'asticella è a 5.01 metri

Nelle prime interviste la Isinbayeva ha parlato con grande entusiasmo delle sue nuove scelte e della possibilità di tornare a visitare spesso l’Italia, che la affascina in maniera particolare, considerato che ha vissuto per un periodo a Formia. Tuttavia, la nostalgia della Russia e l’impossibilità di allenarsi con i compagni di squadra hanno avuto su di lei un effetto destabilizzante. Così come lo straordinario interesse dei tifosi e dei media per la sua persona.

Parola di Elena

"Per molto tempo ho avuto paura di perdere; temevo lo sguardo del mondo intero. Di notte piangevo e di giorno provavo vergogna. Ma a un certo punto mi sono detta: sforzati, combatti, dimostra a tutti quanto vali ancora"

Sta di fatto che, dopo aver conquistato il titolo olimpico di Pechino 2008 (superando al terzo tentativo la misura di 5,05 metri, nuovo record mondiale della specialità), sono iniziate le difficoltà. Prima con la sconfitta ai Mondiali di Berlino del 2009 (fallito il primo tentativo a 4,75 e i due successivi a 4,80), quindi ai campionati iridati indoor dell’anno successivo a Doha (quarta con la modesta misura di 4,60, centrata al primo tentativo).

2009

torna dai Mondiali di Berlino a mani vuote, fallisce a 4.80 metri

Sconfitte che l’hanno convinta a prendersi una pausa. Il ritorno alle competizioni dello scorso anno non ha, però, prodotto l’atteso riscatto: se l’esordio al meeting Russian Winter l’ha vista vincitrice con la misura di 4,81, ai Mondiali all’aperto di Daegu si è dovuta accontentare del sesto posto (4,65). L’età e gli infortuni sempre più frequenti hanno fatto dire a molti analisti che l’era di successi e record mondiali volgeva ormai al tramonto.

L’atleta si è presa un’altra pausa ed è tornata di nuovo. Qualche gara l’ha vinta, qualche altra l’ha persa. Fino all’inizio della primavera del 2011, quando sono filtrate voci di un suo abbandono dell’attività agonistica, anche per via del suo ritorno a Volgograd. Qualche giorno di permanenza nella città natale - è figlia di un idraulico appartenente al gruppo etnico dei Tabasarans e di una commessa, che hanno sopportato sacrifici enormi per sostenerla nei primi anni di carriera - si è rivelato in realtà salutare per ritrovare le motivazioni perdute e l’equilibrio per ricominciare.

2012

stabilisce il nuovo record mondiale indoor, ancora a 5.01 metri

Una domenica mattina ha preso coraggio e richiamato il vecchio allenatore Trofimov. Nel piccolo ristorante scelto per l’incontro, a parlare è stata soprattutto la Isinbayeva. Gli ha raccontato tra le lacrime del travaglio vissuto negli ultimi anni, della difficoltà di tener testa alle pressioni che la volevano vincente ovunque e gli ha chiesto di tornare ad allenarsi con lui. In caso di rifiuto da parte di Trofimov, la russa garantiva di mollare tutto, tornando alla sua vita privata.

Il trainer si è preso qualche settimana di tempo per decidere, ma in cuor suo - ha poi ammesso - aveva già capito di dover mettere da parte l’orgoglio personale per non disperdere il talento di un’atleta straordinaria e ha accettato. Cinque anni di separazione non sono certo uno scherzo, ma la collaborazione è ripartita con lo stesso entusiasmo del primo giorno.

E i risultati non si sono fatti attendere: all’inizio di quest’anno sono arrivati il nuovo record indoor a Stoccolma (5,01 metri superati senza particolari difficoltà) e la medaglia d’oro ai campionati mondiali di Istanbul. È stato fatto un lavoro immane in questo breve lasso di tempo. Sembra che la Isinbayeva sia tornata tra le migliori interpreti della specialità.

Ma la partita più grande si giocherà a Londra, in occasione delle Olimpiadi. La russa sa di non essere più la regina incontrastata del salto con l’asta mondiale, ma è anche consapevole di aver ritrovato forza, forma fisica e la tranquillità necessarie per giocarsi la medaglia d’oro. Tornando ai meccanismi che hanno accompagnato la sua stagione migliore: il primo salto con l’asta rosa, puntando a un’altezza cui oltre a lei altre brave saltatrici cercheranno di dare l’assalto, sarà di riscaldamento. Con l’asta azzurra entrerà nel vivo della gara e verrà il momento di battersi per la vittoria con le migliori atlete rimaste. E poi con l’asta dorata cercherà di dimostrare il suo talento nel tentativo di battere il record mondiale, che detiene dal 2005, quando a Zurigo raggiunse i 5,06 metri. Può darsi che anche in tanti l’abbiano dimenticato, ma fu proprio a Londra, il 22 luglio 2005, che la campionessa superò per la prima volta nella storia del salto con l’asta femminile la barriera dei 5 metri.

La sfida si rinnova. Questa volta sarà più difficile delle altre: anche per questo la finale della disciplina sarà tra gli eventi più attesi dei prossimi Giochi Olimpici londinesi.

L'articolo è stato pubblicato sull'edizione cartacea di Russia Oggi

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