La Maschera d'oro a un italiano?

In gara a Mosca per il prestigioso riconoscimento alle arti sceniche russe, il coreografo Luca Veggetti che ha firmato un balletto del Teatro dell’Opera di Perm. Speranze e retroscena


Originario di Bologna, cresciuto alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, oggi vanta una carriera internazionale. Luca Veggetti, il primo coreografo italiano ad aspirare alla Maschera d’oro; l’ambito premio russo delle arti sceniche che verrà assegnato il 16 aprile 2012 a Mosca lo vede in lizza grazie a una produzione del Teatro dell’Opera di Perm: un trittico di balletti contemporanei, uno dei quali, Meditation on Violence, a sua firma.

Incontriamo Veggetti durante un suo breve soggiorno italiano, in partenza per Parigi e poi per New York, le due città dove vive insieme alla moglie giapponese Moe Yoshida, artista visiva che spesso collabora alle sue creazioni. Se oggi la sua carriera ha come fulcro gli Stati Uniti dove lavora per compagnie di punta quali il New York City Ballet o il Cedar Lake Contemporary Ballett, la creazione per il Balletto di Perm candidata alla Maschera d’oro l’ha riportato in quella Russia dove fu il primo coreografo italiano del XX secolo ad arrivare.

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“Accadde in modo fortuito - ricorda Veggetti -: un impresario russo vide una mia coreografia a Cuba e mi propose di lavorare per alcune compagnie del suo Paese; era la metà degli anni Novanta e iniziai con il Balletto di Novosibirsk e di Ekaterinburg. Nel 1999 ebbi la chance di arrivare al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, che allora poteva contare su un’irripetibile generazione di ballerini”.

Makhar Vaziev, all’epoca direttore del Ballo (oggi lo è al Teatro alla Scala di Milano) nel disegno di rinnovamento del repertorio commissiona a Veggetti un quartetto per grandi stelle: Farouk Ruzimatov, Diana Vishneva, Igor Kolb, Veronica Part. “Lo star-system nel balletto russo è molto influente, quindi fu una sfida per me, giovane e quasi sconosciuto, iniziare con danzatori di quel calibro. Il balletto piacque molto, a partire dagli interpreti, e nel complesso fu un’esperienza molto stimolante, per me e penso anche per loro. Avevamo la stessa età e si crearono anche legami di amicizia con i danzatori”.

Dopo oltre dieci anni di assenza dalla Russia, il capitolo si è riaperto proprio con la nuova creazione per il Balletto di Perm. “Non a caso mi chiamò Alexei Miroshichenko, che conobbi quend’era ballerino al Mariinskij e oggi è direttore del Balletto di Perm. Ho cercato di ideare una coreografia adatta a loro: ottimi danzatori classici con una formazione straordinaria ma non ancora abituati al linguaggio contemporaneo”.

Anche il titolo ha un legame con la storia russa: Veggetti ci spiega di averlo preso in prestito dal cortometraggio di un’artista dell’avanguardia newyorkese tra gli anni ’40 e ‘50: Maya Deren, nata a Kiev come Eleonora Derenkovskaja nell’anno della rivoluzione.

Il coreografo non è il solo italiano della produzione di Perm nominato alla Maschera d’Oro: le musiche di Meditation on Violence sono di uno dei più interessanti compositori contemporanei, Paolo Aralla, suo abituale collaboratore.

Intanto arriva la notizia che il balletto di Veggetti - al debutto a Perm già accolto con successo da pubblico e critica - è stato salutato molto positivamente anche a Mosca sulla Nuova Scena del Teatro Bolshoj, al festival della Maschera d’oro che precede la consegna dei premi. “Non possiamo dire di avere aspettative per la vittoria, anche perché essendo stranieri non conosciamo indiscrezioni e pronostici - conclude il coreografo italiano -. Certo, un eventuale riconoscimento potrebbe calarmi ancor di più su una scena che, come quella russa, è in pieno fermento e che seguo con grande interesse proprio per le sue rapide trasformazioni”.

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