La Russia per L'Aquila

Tre anni dopo il sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese, l'impegno dalla Federazione continua a dimostrarsi generoso. Le parole del vicecommissario alla ricostruzione Luciano Marchetti

Il cuore grande della Russia continua a battere forte per L'Aquila, tre anni dopo quel sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese. E due anni dopo la firma che ha confermato nella ricostruzione la mano tesa della Russia all'Italia. La Federazione, infatti, è impegnata in prima linea nella rinascita del capoluogo abruzzese devastato dal sisma del 6 aprile 2009 e ha mantenuto le promesse di aiuto espresse sin dal primo momento al governo italiano, ribadite nel corso del G8 dello stesso anno a L'Aquila e, infine, messe nero su bianco il 26 aprile 2010.

"La Russia è stata uno dei primi Paesi, insieme al Kazakhstan, a mettere subito a disposizione dei fondi per la rinascita de L'Aquila - conferma il vicecommissario alla ricostruzione, l'ingegnere Luciano Marchetti -; il Cremlino è uno dei pochi governi, che in questi anni di crisi economica internazionale, sia riuscito a mantenere l'impegno preso, in termini di denaro e di tempistica di intervento".

Dmitri Medvedev visita L’Aquila.

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Mosca ha infatti scelto di adottare due capolavori aquilani da restaurare tra i 45 monumenti distrutti dal sisma e proposti dalla Farnesina al G8: il settecentesco Palazzo Ardinghelli, sede del Comune fino agli anni Ottanta e di proprietà del Ministero dei Beni culturali dal 2008, e la chiesa di San Gregorio Magno. "Parliamo di due edifici gravemente danneggiati - ricorda Marchetti -, ma davanti a un'impresa così ardua i russi non si sono tirati indietro e hanno accettato la sfida".

Il contributo è stato formalizzato il 26 aprile 2010, con un accordo firmato alla presenza dell'allora primo ministro della Federazione Russa Vladimir Putin e dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a conclusione del vertice bilaterale tenutosi a Villa Gernetto, in Brianza. Proprio in base a quell'intesa, il governo russo si impegnava a finanziare il restauro dei due monumenti scelti ai tempi del G8 de L'Aquila per un importo pari a 7,2 milioni di euro. Con una importante clausola: nel caso in cui i costi dei lavori di ristrutturazione avessero superato il contributo concordato, l'accordo siglato prevedeva un ulteriore finanziamento pari a 1,8 milioni di euro. "Una generosità che conferma la solidarietà del Paese - commenta Marchetti - e che sottolinea il profondo e speciale legame storico e culturale che lega l'Italia alla Russia e viceversa".


Palazzo Ardinghelli a L'Aquila, maggio 2012 (Foto: Gabriella Persiani)

Come si è concretizzato l'aiuto russo? "Tecnici specializzati sono arrivati dalla Federazione - continua Marchetti - per prendere visione delle condizioni delle strutture e per collaborare con la Sovrintendenza e il mio ufficio. L'iter prevede una gara di appalto europea su un progetto definitivo realizzato da un gruppo di lavoro. Subito la Russia ha versato tre milioni di euro direttamente nelle casse della Regione Abruzzo per l'opera di ristrutturazione che interesserà Palazzo Ardinghelli; la promessa dalla Federazione è di un finanziamento fino a 9 milioni di euro. Sicuramente basteranno, anche se parliamo di interventi molto complessi, soprattutto per la chiesa andata completamente distrutta".


La mano tesa della Russia a L'Aquila riporta alla memoria un altro avvenimento che ha segnato la storia dell'Italia e delle relazioni tra i due Paesi: il terremoto di Messina del 28 dicembre 1908. Furono allora i marinai della flotta imperiale russa, con grande eroismo, a fornire alla popolazione colpita dal cataclisma la prima assistenza. Non dimenticando che il salvataggio di Messina è considerato tra le maggiori operazioni umanitarie del XX secolo.



L'accordo tra il governo della Federazione Russa e il governo della Repubblica Italiana sulla cooperazione nella ricostruzione di L'Aquila

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