Karelin, dal ring alla Duma

Tre medaglie d'oro olimpiche e tredici anni di imbattibilità per l'Orso siberiano della lotta greco-romana che oggi si batte nell'arena politica russa

La sua mossa più famosa era conosciuta come “Karelin lift”. L’ascensore. Afferrava l’avversario disteso in terra - in media sui 130-140 chilogrammi -, lo sollevava di peso per poi alzarlo in aria, sbattendolo poi con violenza sul tappeto. Un’arma di distruzione che esattamente venti anni fa consentiva ad Aleksandr Karelin di vincere la medaglia d’oro nella lotta greco-romana, categoria supermassimi, alle Olimpiadi di Barcellona.

“The Siberian bear”, l’orso siberiano che avrebbe dovuto sfidare sul ring Mike Tyson. Il più grande atleta nella storia recente della disciplina olimpica. Tredici anni d’imbattibilità internazionale, dal 1987 al 2000. Nessun punto ceduto agli avversari negli ultimi sei anni senza sconfitte. Tre medaglie d’oro olimpiche, una d’argento, nove titoli mondiali, dodici europei, quattro sovietici, un successo con la Csi, otto sotto la bandiera russa.

Un simbolo. Divinità laica per i russi, che cercavano nei fuoriclasse sportivi alcune delle certezze disperse tra le rovine dell’Unione. Un culto della disciplina in nome del suo Paese, per il quale rifiutava i contratti a tanti zeri della federazione americana di Ultimate Fighting Championship.

La carriera di Karelin iniziava nel 1981, a 14 anni, mentre frequentava l’istituto di Ingegneria Elettronica di Novosibirsk, la sua città natale, sotto la guida di Victor Kuznetzov, l’uomo con cui ha messo a punto “l’ascensore” e che l’ha plasmato in breve tempo in una macchina da combattimento capace di dominare il circuito sovietico.

Quattro anni prima di Barcellona ’92, ai Giochi di Seul, Karelin vinceva l’oro in finale contro il bulgaro Gerovski. Primo ciak della lunga imbattibilità in una manifestazione dai toni politici, che riaccoglieva i campioni delle varie discipline dopo la stagione dei boicottaggi reciproci tra Stati Uniti e Unione Sovietica, a Mosca 1980 e Los Angeles 1984.

L'oro olimpico di Seul 1988

Ai Giochi spagnoli il fuoriclasse russo era la punta del maxi team delle ormai ex-repubbliche sovietiche. Ad Atlanta ’96 arrivava il terzo titolo olimpico proseguendo la striscia vincente che s’interrompeva solo quattro anni dopo a Sidney, nell’anno del ritiro dalle competizioni.

Come tanti colleghi, Karelin si dava alla politica, con l’elezione nelle file di Russia Unita alla Duma nel 1999 e nel 2003 come rappresentante dell’Oblast di Novosibirk. Nel 2007 era rieletto alla camera bassa del Parlamento russo come rappresentante del territorio di Stavropol.

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