Svetlana Zakharova e Roberto Bolle nel balletto "Giselle" al Teatro alla Scala (Foto Marco Brescia)
È un ritorno molto atteso quello di Svetlana Zakharova al Teatro alla Scala. La ballerina russa, étoile scaligera da cinque anni, mancava a Milano da una stagione: il tempo di dare alla luce una bambina, Anna, avuta dal virtuoso del violino Vadim Repin.
Alla vigilia del debutto del balletto Giselle ritroviamo la stella del Bolshoj ancora più sottile ed eterea, radiosa di femminilità, sempre bellissima. Riservata com’è, della sua bimba non vuole parlare, ma è forse pensando a lei che si lascia andare, quasi intenerita, a un ricordo della propria infanzia. “È grazie a mia madre se sono diventata ballerina: lei avrebbe voluto esserlo e trasferì il suo desiderio su di me. A Lutz, la cittadina ucraina dove vivevamo, mi vide un’anziana ballerina, la quale disse che ero molto dotata e dovevo assolutamente studiare danza. Io non volevo, ma quando mia madre mi portò all’Accademia di Kiev per l’audizione, che superai, la vista di tutti quei bambini, così graziosi e impegnati, mi convinse. Sono stati anni molto faticosi, ma ho avuto ottimi insegnanti e la passione è cresciuta”.
Svetlana Zakharova e Roberto Bolle nel balletto "Giselle" al Teatro alla Scala
(Foto Marco Brescia)
Il resto è noto: al Concorso
Vaganova di San Pietroburgo la quindicenne Svetlana conquista il secondo premio
e l’invito a entrare nella leggendaria Accademia Vaganova, dalla quale dopo il
diploma accede al Balletto Mariinskij, di cui diventa Prima ballerina a soli
diciotto anni.
“In quegli anni ho imparato tutto, - ricorda oggi grata - lo stile e il repertorio, danzando con grandi partner. Ma dopo sette anni, proprio come tanti affluenti che convergono al fiume, molte cose mi indussero a cambiare vita, e nel 2003 accettai l’ennesimo invito del Teatro Bolshoj di Mosca, al quale avevo sempre detto no. E oggi che finalmente sono tornata a danzare nel teatro storico restaurato, lo trovo il più bello del mondo: così grande ed emozionante”.
Svetlana Zakharova e Roberto Bolle nel balletto "Giselle" al Teatro alla Scala
(Foto Marco Brescia)
Anche l’offerta di un contratto
con la Scala
non si poteva rifiutare: “Conoscevo già bene la compagnia: vi avevo danzato
come ospite parecchie volte e la apprezzavo molto. Mi piace lavorare dove sto
bene, e così è in questo teatro e a Milano, una città che adoro. Ho anche un
partner stupendo, come persona e come artista: Roberto Bolle”, dice con un
sorriso che le illumina i tratti delicati del volto.
Proprio insieme a Bolle la ballerina russa dà vita ancora una volta, sul palcoscenico scaligero, a uno dei suoi personaggi prediletti, Giselle (18, 22 e 24 febbraio 2012): “Ho danzato la prima volta questo balletto quando avevo solo 17 anni: allora non sapevo nulla dell’amore e del tradimento ed era l’insegnante a dirmi come dovevo interpretare un ruolo che oggi, invece, sento di vivere realmente”.
Se non vuole svelare al pubblico la fatica quotidiana che sta dietro il suo successo, l’étoile racconta invece volentieri come prepara un nuovo balletto. “Amo interpretare soprattutto i ruoli drammatici, che mi permettono di recitare danzando: li preparo leggendo e documentandomi quanto più possibile. Ma anche se danzo un balletto contemporaneo, senza trama, cerco di trasmettere allo spettatore non il semplice movimento, ma anche il suo senso”.
Dimostrazione che si avrà anche il prossimo maggio, quando alla Scala Svetlana Zakharova debutterà in un duplice programma: Marguerite and Armand, storico balletto di Frederick Ashton tratto dal romanzo di Dumas, e Concerto DSCH, creazione contemporanea del coreografo russo Alexei Ratmansky su musica di Shostakovich.
Per informazioni sul cartellone della Scala di Milano cliccare qui
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