Le proteste infiammano Mosca

Polizia schierata in assetto antisommossa durante una manifestazione a Mosca (Foto: Afp)

Polizia schierata in assetto antisommossa durante una manifestazione a Mosca (Foto: Afp)

Clima post elettorale ad alta tensione: scendono in strada i delusi dai risultati delle urne e i giovani che sostengono il Cremlino. Escalation di arresti, si teme il bis per il 10 dicembre 2011. Duello a distanza Clinton-Putin

Stando ai risultati ufficiali della Commissione Elettorale Centrale, il partito di Putin ha ottenuto la maggioranza, con il 49,54% dei voti. Nonostante il presidente della Commissione, Vladimir Curov, abbia assicurato che le elezioni si siano svolte senza brogli, la Rete è stata invasa da video e commenti di osservatori indipendenti che testimoniano invece violazioni significative a favore del partito Russia Unita.  La protesta da Internet è poi scesa in piazza: il giorno dopo le elezioni a Mosca sono iniziate manifestazioni di massa.

Secondo le stime, il 5 dicembre 2011, in prossimità della stazione metropolitana Cistye Prudy, nel cuore della capitale, si sono riversate in strada, dalle tre alle sette mila persone. Il giorno seguente sia opposizione che movimenti giovanili sostenitori del partito di Putin hanno annunciato diverse manifestazioni. I giovani soddisfatti dai risultati delle elezioni hanno occupato la centralissima Plosciad Revolutsii, a due passi dal Cremlino, mentre l’opposizione ha annunciato l’intenzione di riunirsi in piazza Triumfalnaja, che molti moscoviti associano ad agitazioni di protesta. Ciò nonostante, non è stato possibile evitare il “confronto” tra le tue fazioni.

Ci siamo recati a piedi in piazza Triumfalnaja, dalla redazione accanto alla metro Savielovskaja. Secondo il tam tam dei social network, la manifestazione dell’opposizione sarebbe dovuta iniziare alle 19. Più ci avvicinavamo alla piazza più sentivamo uno strano ronzio. Arrivati sul posto, abbiamo scoperto che il rumore non proveniva affatto dell’opposizione, rimasta delusa dai risultati delle elezioni. Al centro della piazza, circondata da transenne e cordoni di polizia, erano invece riuniti gli attivisti del movimento giovanile filo-Cremlino, Nasci ("I Nostri"). I giovani, molti dei quali erano a malapena maggiorenni, martellavano tamburi di varie dimensioni e gridavano “Russia! Putin!”. A prima vista vi erano radunate circa un migliaio di persone.  Secondo un collega giornalista, che arrivava dal Cremlino, nelle strade circostanti si stavano radunando altri duemila giovani filo-Putin.

Proprio in piazza Triumfalnaja si è acceso il duello verbale tra sostenitori e opposizione. La polizia ha respinto i manifestanti dell’opposizione che si trovavano sullo stesso lato della piazza dove era radunata la maggior parte dei giovani del movimento Nasci, i quali continuavano a salutare ad alta voce la vittoria del partito di Putin, urlando in direzione dei manifestanti “Sorridete più spesso!”. L’opposizione ha risposto con sonori fischi. Le due fazioni, schierate una di fronte all’altra, separate solo dalla polizia, sembravano pronte, a fronteggiarsi duramente. Tuttavia, non si è mai arrivati a un vero e proprio scontro diretto. In un paio di casi sono volati da un gruppo all'altro bacchette di tamburo e candelotti. Gli agenti antisommossa hanno contenuto la tensione effettuando alcuni arresti. Il tutto è durato circa tre ore. Verso le 23 i manifestanti hanno iniziato a disperdersi, minacciando però che non era finita.

Per tutta la durata delle manifestazioni il quartiere di piazza Triumfal’naja è rimasto isolato: non era possibile utilizzare i telefoni cellulari e accedere a Internet. L'indomani si è saputo che sono state arrestate 560 persone, tra cui anche alcuni giornalisti. Tra gli arrestati anche Eduard Limonov, lo scrittore e leader del partito non registrato Altra Russia. Fermato anche il direttore del centro per i diritti umani Memorial, Oleg Orlov, rilasciato dopo pochi minuti. Anche a San Pieroburgo, la capitale del Nord, la gente è scesa di nuovo in strada e le agenzie russe parlano di alcuni fermi, tra cui un fotografo di Kommersant. Stessa situazione a Rostov sul Don, dove le forze dell'ordine hanno trattenuto quindici persone.

E sabato 10 dicembre 2011, a sette giorni dal voto, l'opposizione richiama i suoi sostenitori in strada atraverso il passaparola su Internet: appuntamento alle 14 a Plosciad Bolotnaja. La raccomandazione degli organizzatori è di mantenere la calma per dar vita a una manifestazione non violenta. Si prevede la partecipazione di circa 22mila persone.

Attriti con gli Usa

Anche a livello internazionale le elezioni della Duma si trascinano con un'ampia eco polemica.  Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in visita in Lituania, ha commentato di nuovo i risultati delle urne russe, parlando di elezioni “né libere né eque” e ribadendo la necessità di aprire un'inchiesta per frode. Ma una portavoce del Ministero degli Esteri russo ha risposto immediatamente, ribadendo che le dichiarazioni della Clinton sono “inaccettabili”.

Hillary Clinton a Vilnius (Foto: Ap)

Lo stesso ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha giudicato da Vilnius “una mancanza di rispetto nei confronti dell’Ocse” le dichiarazioni del segretario di Stato Usa, aggiungendo che “alcuni colleghi vengono ai vertici Ocse e sfruttano questa tribuna per dar voce alle proprie lamentele”. “Evidente il tentativo del gabinetto della Clinton di mettersi in luce agli occhi degli elettori. Tuttavia, se una delle due parti nutre delle perplessità nei confronti dell’altra è tenuta a esprimerle nel dialogo bilaterale”, ha concluso Lavrov.

Anche il premier russo Vladimir Putin accusa: "Gli Usa fomentano le contestazioni". Sarebbero state a suo avviso proprie le critiche della Clinton a incoraggiare le tensioni della piazza russa. Putin avverte anche gli oppositori: "Nessuno vuole assistere allo stesso caos che si è registrato in Ucraina. Se le leggi vengono violate la polizia deve farle osservare".

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