Sokurov, chi era costui?

Foto: Getty Images/ Fotobank

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Il regista russo Leone d’Oro a Venezia, la carriera, i festival, i critici. Dalla censura all’ultimo capolavoro, il Faust, “per comprendere la politica”

In un’intervista alla vigilia della Mostra del Cinema di Venezia che lo ha incoronato vincitore, il regista russo Aleksandr Sokurov era stato molto duro sulle competizioni cinematografiche e sui critici di settore. “Sono stato a molti festival, come a Cannes, a Venezia, ma non mi piace essere lì, non mi piace la competizione”, aveva dichiarato  durante l’intervista rilasciata in un parco vicino casa a San Pietroburgo. Evidentemente senza immaginare quello che sarebbe capitato da lì a poco. Ma questa non era stata la sua unica critica al sistema del festival. “Quante volte capita una giuria di cui non si conoscono i due terzi dei componenti? Com’è possibile?”, aveva aggiunto.

Di Sokurov va apprezzata la sincerità, la volontà di non nascondere i pensieri del momento. I suoi primi film sono stati vietati dalle autorità sovietiche, cosa che gli ha portato una maggiore attenzione internazionale. Sokurov ha parlato delle sue ossessioni per i dittatori: “È incredibile che ci sia così poca attenzione per la storia del Faust”, ha detto. “Se un politico leggesse il libro, si renderebbe conto che nella storia c’è tutto. È come se fosse stato scritto nel 21esimo secolo, non nel 19esimo”. Alla base del film, che è stato girato in Spagna e Islanda, dove sono state ricostruite le città tedesche del 19esimo secolo, c’è una ricerca storica molto accurata.


Il regista non ha ricevuto alcun finanziamento da parte del Ministero della Cultura per realizzare il film, che per questa ragione ha rischiato di non essere girato. Ma il denaro è arrivato dopo che il primo ministro Vladimir Putin ha parlato a sostegno delle riprese. “Non so se troverà il film interessante, anche se conosce la lingua tedesca ed è vicino alla cultura germanica”, ha commentato Sokurov. “Non ho ancora capito perché mi è stato concesso questo aiuto, visto che io non sono un sostenitore politico di nessuno in Russia”. Invece, è stato a lungo un attivista per la conservazione dell’architettura storica della sua città d’origine, ed è stato un feroce critico del governo di San Pietroburgo, al punto che un’opera che stava mettendo in scena al Teatro Mikhailovsky è stata annullata.

Sokurov è anche in prima linea nella campagna per salvare Lenfilm, il secondo più famoso studio cinematografico russo dopo Mosfilm. Lo studio potrebbe essere rilevato dalla divisione media della gigantesca conglomerata Sistema Financial Corporation. Oltre ai festival, Sokurov non ha mai amato i critici, tranne la defunta Susan Sontag, che a suo modo di vedere è stata l’unica capace di offrire una prospettiva unica sulle sue pellicole, aggiungendo qualcosa alla loro comprensione.

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