La bustarella protagonista del marketing russo

Foto: Chocobox

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Dalla lotta alla corruzione potrebbero guadagnarci gli imprenditori della Federazione. Alcuni di loro hanno sfruttato, con successo, la pratica delle tangenti come pubblicità ai loro prodotti

Secondo l'ultimo sondaggio della GlobeScan, il 67% dei russi ritiene che la corruzione sia il maggiore problema della Russia di oggi. Il proprietario del negozio di cioccolata online “Chokobox”, Andrej Sharkov, ha cavalcato questi umori popolari per realizzare la sua strategia di mercato. In aprile ha realizzato il design e ha messo in produzione la confezione di cioccolatini denominata “Un dolce pezzetto di budget”.

La scatola contiene 30 cioccolatini, sull'involucro dei quali ci sono i ritratti di funzionari statali e i logotipi di compagnie statali notoriamente corrotti, accompagnati da frasi esplicative. Per scegliere i propri modelli, Sharkov si è ispirato ad Aleksej Navalnyj, blogger molto popolare in Russia. Proprio grazie a lui, Sharkov ha avuto anche un'ottima campagna pubblicitaria su internet (vedi grafico sotto). I colori dei logotipi sono stati un po' cambiati rispetto agli originali. “Questo dovrebbe salvare la Chokobox da eventuali azioni giuridiche per l'utilizzo di marchi registrati e per diffamazione”, dice Igor Turnov, avvocato presso Turnov, Ajvar e soci. Proprio nel mese di giugno 2011 sarà messa in vendita una nuova confezione di cioccolatini dedicata al tema della corruzione all'interno della polizia stradale.

 

"Un dolce pezzetto di budget". Foto:Chocobox


La “Chokobox” non è l'unica ditta che sta sfruttando questo tema di attualità. Nel settembre 2010 la compagnia “Evrika”, specializzata in souvenir, ha messo in vendita due targhette da tavolo con le scritte: “Non si accettano tangenti” e “Di soldi non ne do”. Mentre sul retro di entrambe è incisa la stessa frase: “Cento dollari non sono una tangente”. Nonostante la “Evrika” proponga un ampio assortimento di targhette, queste due sul tema della corruzione vendono il 20% in più rispetto alle altre.

Gli affari vanno abbastanza bene anche al negozio di gioielli di Brjansk, “Bustarella”. La proprietaria, Tatjana Kruzhalina, ha scelto di chiamarlo così già sei anni fa, quando la sua attività venne presa di mira da vari funzionari locali su ordinazione della concorrenza. Il negozio, con la sua insegna fuori dal comune, è diventato una delle attrazioni locali. E i turisti non mancano di comprare qualche gioiello.

La confezione di cioccolatini “Non è una bustarella”, realizzata dalla ditta “Konfael” all'inizio del 2009, non ha avuto la stessa fortuna. Secondo i dati della GlobeScan, due anni fa solo il 23% dei russi riteneva che la corruzione fosse un problema serio. La tematica è invece diventata particolarmente attuale a un anno dalle elezioni presidenziali di marzo 2012. Sembra che il trend di mercato sia alquanto mutevole.

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