Un italiano per il nuovo volto del cinema Pushkinsky

Foto: Itar-Tass

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Corrado Tibaldi è nella giuria del Premio internazionale per architetti “Changing The Face”, indetto per la progettazione della nuova facciata della storica sala moscovita.

La sesta edizione di “Changing The Face”, il concorso internazionale di idee rivolto agli architetti, proposto da DuPont per la prima volta in Germania nel 2008, avrà come oggetto il cinema Pushkinsky di Mosca. La competizione, organizzata in collaborazione con l'Unione degli Architetti Russi, il Royal Institute of British Architects, Yem Building Information Center, Architizer.com e Karo Film, chiede di riprogettare la facciata di un edificio pubblico esistente, allo scopo di rivitalizzarlo all’interno del suo contesto urbano.

Il 15 maggio è la data ultima per inviare le proposte. Dal 16 in poi una giuria internazionale vaglierà i progetti ricevuti per annunciare i nomi dei tre finalisti e del vincitore il 7-8 giugno a Mosca.  L'architetto italiano Corrado Tibaldi della DuPont Building Innovations e l'architetto russo Sergey Skuratov della Sergey Skuratov Architects, membri della giuria, svelano questa interessante iniziativa.  

Corrado Tibaldi  per la prima volta è membro della giuria di “Changing The Face”?

Pur avendo seguito le edizioni precedenti del concorso, sono in giuria per la prima volta. Sono stato scelto perché il mio background è quello di architetto e disegnatore industriale. Faccio parte di Building Innovations, il settore di DuPont, che si occupa di commercializzare i materiali di architettura che l’azienda ha in portfolio, come il Corian, il Kevlar, il Tivek ed altri.

Qual è il fine del premio? 

Si tratta di un concorso di architettura che ha il fine di cambiare la facciata degli edifici che destano controversie o che hanno degli issues all'interno del contesto urbano. È partito come concorso di idee, quasi provocatorio - l'edificio scelto per la prima edizione è stato il Colosseo - e negli anni si è evoluto. Si è passati ora a una fase più orientata alla realizzazione effettiva del progetto, in particolare in quest'ultima edizione, con la scelta del cinema Pushkinsky, collocato nel cuore di Mosca.

Perché proprio Mosca e perché il cinema Pushkinsky?

Il concorso ha toccato diverse città europee, Roma, Bucarest, Praga, Zagabria, Atene. Era arrivato il momento di spostarsi più ad Est. E Mosca, una città di importanza strategica a livello geografico e di business, è stata una scelta quasi obbligata. Inoltre, Mosca, la Russia ed i Paesi dell'Est, hanno un ruolo importante per la commercializzazione dei prodotti DuPont. Il cinema Pushkinsky, tra l’altro, è stato scelto come edificio con un’esigenza evidente di cambiamento, non tanto per lo stato in cui si trova, ma per le attività che ospita che non ne valorizzano l'importanza storica. Non lo impreziosiscono come vorrebbero i russi che continuano ad amarlo molto, soprattutto i moscoviti.

Conosce Mosca?

Sono stato varie volte per affari. Mosca è permeata della sua storia e questo lo si coglie anche nel dettaglio.  È chiaramente una città imperiale che infonde una sensazione di regalità e imponenza. Conosco il cinema Pushkinsky, ma quando l'ho visto non sapevo che sarebbe stato oggetto di una competizione. Verrò nuovamente a Mosca per la valutazione dei progetti, parteciperò allo screening finale delle proposte e alla premiazione del vincitore.

Chi può partecipare al concorso?

Il concorso è aperto a tutti, non ci sono richieste particolari, se non quella di utilizzare almeno un materiale del portfolio DuPont.

Sono molte le proposte ricevute?

Il riscontro è stato stupefacente e ne siamo felici. Abbiamo organizzato dei seminari, a Londra, Istanbul, San Pietroburgo, Ekaterinburg e Mosca per rendere il concorso visibile e rispondere alle domande tecniche degli eventuali partecipanti.

Quali dovrebbero essere le caratteristiche del progetto vincente?

Starà ai partecipanti trovare la migliore soluzione. La libertà è completa. Potrà trattarsi di una facciata tradizionale o che rompa completamente con le tradizioni esistenti. Lasciando agli architetti libertà totale, generalmente si arriva a soluzioni diametralmente opposte ma ugualmente valide. Qualsiasi idea è la benvenuta e sono sicuro che il livello sarà ancora superiore a quello delle ultime edizioni.

Sergey Skuratov, perché è stato scelto proprio il cinema Pushkinsky?

Posso supporre che il motivo sia il valore simbolico di questo edificio, che è un rarissimo esempio di modernismo in architettura. Costruito mezzo secolo fa, insieme alla piazza in cui è collocato, rappresenta un importante luogo culturale-democratico di Mosca. Questo edificio è sopravvissuto alla fine dell’epoca socialista in cui è stato costruito ed è entrato nell’epoca del capitalismo subendo notevoli perdite. Vi hanno collocato dei night club, dei casino, dei ristoranti e, di conseguenza, ha perso la grandezza passata. Ha perso il suo status: in passato si chiamava “Cinema Rossija” oggi si chiama “Cinema Pushkinsky”, per l'omonima piazza in cui si trova. Inoltre, i night club, i casino usano l'architettura dell'edificio sovrapponendovi continui orrori, palme o altre decorazioni che non hanno nulla a che vedere con i normali canoni estetici dell'architettura.

Pensa che il progetto vincitore di “Changing The Face” possa essere realizzato?

Io sono realista. Se e quando i proprietari dell'edificio decidessero di ricostruirlo, tutto avverrà in modo diverso. Spero che avvenga in modo limpido, ma si tratterà comunque di un concorso per una ricostruzione vera e propria, ordinato da un architetto reale ed esperto. Karo Film, attuale proprietario dell'edificio, ha ripetutamente affermato di non avere intenzione di ricostruire il cinema, che continua a svolgere la sua funzione, anche se non nel modo eccellente di una volta. Tecnicamente parlando, è arretrato rispetto ad altre sale della capitale. La visione di film in formato 3D non è possibile, sono molti i problemi legati alle dimensioni dei guardaroba, ai bagni, alle zone ricreative. Il cinema non è adatto ai festival, che comunque continua ad ospitare. La ricostruzione dovrebbe toccare sia l'esterno che gli interni ed essere legata a quella della piazza, con la quale il cinema ha un legame strettissimo.

Qual è allora il valore di “Changing The Face”?

È un concorso assolutamente concettuale, provocatorio, importante per ridestare la coscienza. Concorsi come questo sono utili. Per i giovani architetti, che generalmente vi partecipano, sono una buona occasione per presentarsi, sul piano intellettuale e creativo. Purtroppo il problema principale di tutti i concorsi veri è l'imparzialità della giuria. Trattandosi, in questo caso, di un concorso concettuale, spero che la giuria non venga sottoposta a pressioni esterne. Dovremmo avere la possibilità di scegliere veramente il progetto migliore.

È una giuria internazionale...

Non solo. È anche professionalmente eterogenea. Vi sono architetti, tecnologi, registi, sebbene personalmente non comprenda la funzione di questi ultimi, visto che non si parlerà di tecnologia cinematografica. Del resto, perché no. Se tra le proposte ci dovesse essere una facciata su cui proiettare film gratis per tutta la città… Ma non voglio correre troppo. Lasciamolo alla fantasia che in questo concorso non trova confini. Il tipo di intervento sull'ambiente cittadino potrà essere di qualsiasi tipo. L'iniziativa potrà andare oltre i confini dell'edificio stesso.

Importante è l'originalità, l'innovazione. Il progetto deve essere ben disegnato, ben pensato, proporzionato al paesaggio circostante. Deve anche prevedere l'utilizzo di materiali innovativi che portino a uno sviluppo della professione, sia dal punto di vista architettonico che urbanistico.


Il cinema Pushkinsky

Il cinema Pushkinsky, che fino al 1997 si chiamava cinema Rossija venne costruito nel 1961 per ospitare il Moscow International Film Festival, secondo festival cinematografico più vecchio del mondo dopo la Mostra del Cinema di Venezia. La sala porta attualmente il nome della piazza che la ospita, piazza Pushkinskaya, situata nel cuore di Mosca, a pochi chilometri dal Cremlino.

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