Russia-Georgia due anni dopo

Abbandonate le armi, i rapporti tra i due Stati restano tesi e una via di uscita sembra ancora lontana.

L’ambasciata russa a Tbilisi è chiusa da oltre due anni, da quando la Georgia ha tentato con la forza di riportare sotto controllo le regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud, scatenando la reazione di Mosca e la guerra dei cinque giorni nell’estate del 2008. La Russia nel frattempo ha riconosciuto l’indipendenza delle due Repubbliche e i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono adesso in un vicolo cieco.

Il Cremlino si rifiuta di trattare con Mikhail Saakashvili, il presidente georgiano che Dmitri Medvedev e Vladimir Putin ritengono il principale responsabile nel conflitto per aver ordinato l’attacco massiccio a Tskhinvali, la capitale ossetina. D’altra parte a Tbilisi l’élite ora al potere si mostra intransigente contro quella che considera un’occupazione illegale di parte di uno stato sovrano, anche e soprattutto appoggiata degli Stati Uniti.

Nell’agosto del 2008 la disputa tra Georgia e Ossezia del Sud, degenerò in una guerra di cinque giorni che coinvolse militarmente la Russia. Foto di Reuters/Vostock Photo

Alla riunione di ottobre della Commissione bilaterale per la Partnership strategica tra Georgia e Usa, il segretario di Stato Hillary Clinton ha ribadito che Washington sostiene l’integrità territoriale della Georgia e le ambizioni di Tbilisi di entrare nella Nato e ha detto letteralmente che Mosca deve abbandonare le zone in questione. Il Cremlino però non ci sente, vede nell’indipendenza delle due regioni un elemento per la stabilità nel Caucaso e continua a intensificare le relazioni politiche ed economiche con Tskhinvali e Sukhumi, la capitale abkhaza. Poco è riuscita a fare la comunità internazionale nel mediare lo scontro. Anche i periodici colloqui di Ginevra tra le parti in conflitto, l’Ue, l’Onu e l’Osce non hanno portato finora a nulla.

A breve non si vede una via d’uscita, almeno sino a che Saakashvili rimarrà presidente in Georgia. Le prossime elezioni sono però solo nel 2013. Anche sul lungo periodo una soluzione che accontenti entrambi i contraenti sembra difficile da raggiungere.

Stefano Grazioli è giornalista, ha fondato il sito di informazione indipendente East Side Report

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