Esercizi di equilibrio tra Mosca e Kiev

Sei giorni fa si è ricordato il 19esimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina da Mosca. Dopo l’elezione del presidente ucraino filo-russo Viktor Yanukovich, qualcosa nei rapporti tra i due Paesi sta cambiando.
Il 24 agosto scorso si é ricordato il 19esimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina da Mosca. Allora, nel 1991, nel referendum che si tenne a dicembre per confermare la decisione presa dal Parlamento ucraino in estate, oltre il 90% degli ucraini votò per la separazione dalla Russia. Se si rivotasse oggi, dicono i sondaggi, solo il 59% degli ucraini sarebbe a favore dell’indipendenza. Qualcosa nei rapporti tra i due Paesi sta cambiando dopo che Victor Yanukovich ha vinto le elezioni presidenziali sconfiggendo al ballottaggio Yulia Tymoshenko. L’ex capo di stato Yushchenko ha racimolato nell’occasione poco più del 5 per cento e subito un’umiliazione da record. Mai in nessuna elezione al mondo un presidente che si è ricandidato ha collezionato così poco.


Uno dei motivi di questa batosta e del cambio della guardia è stata la politica estera di Yushchenko, non tanto perché filo-europea, quanto perché troppo anti-Cremlino. Il protagonista della rivoluzione arancione, premendo per l’adesione alla Nato, ha guidato una battaglia non solo contro Mosca, ma contro buona parte degli ucraini, ai quali dell’Alleanza Atlantica non è mai importato nulla. E difatti è stato rispedito a casa.

Yanukovich ha iniziato il suo mandato chiudendo di fatto la porta alla Nato e siglando a Kharkov con il presidente russo Medvedev gli accordi sul prolungamento della permanenza della flotta russa nella base di Sebastopoli sino al 2042. Una mossa che la maggior parte degli ucraini ha sostenuto con le dovute differenze nelle varie regioni: se all’Ovest i più si sono dichiarati contrari, nelle altre parti del paese la maggioranza è stata favorevole. La nuova linea politica di Kiev ha insomma riportato tranquillità in casa propria e nei rapporti con il Cremlino.

La Russia vorrebbe relazioni più strette e una maggiore integrazione anche a livello economico, come sta accadendo con l’Unione doganale insieme a Bielorussia e Kazakistan. L’Ucraina guarda però anche verso l’Europa e lo stesso Yanukovich è alla ricerca di un equilibrio tra Mosca e Bruxelles. Un banco di prova importante è quello del gas e della modernizzazione del sistema di gasdotti ucraino: al Cremlino interessa risolvere la questione in due, Kiev spinge invece per un consorzio internazionale con i russi, ma anche gli europei. La soluzione va cercata insieme.

L’autore è giornalista e vive in Ucraina. Ha fondato il sito di informazione East Side Report

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