Giornalisti polonesi sul luogo del crash. Foto di Dmitry Raichev, Rossiyskaya Gazeta
Il disastro ha provocato un crollo del sistema nervoso della politica polacca. Un'intera lista Who’s Who di leader politici, finanziari e militari d'alto rango è scomparsa nello schianto di sabato. Oltre al Presidente Kaczynski tale lista include il Capo di Stato Maggiore Generale Franciszek Gagor, il Capo dell'Ufficio per la Sicurezza Nazionale Aleksander Szczyglo, il Governatore della Banca Centrale Slawomir Skrzypek e il Vice-ministro degli Esteri Andrzej Kremer. Le dimensioni della catastrofe non hanno precedenti nella storia europea moderna, e la società polacca ne è stata temporaneamente paralizzata. Il primo ministro Donald Tusk ha descritto l'accaduto come “il più tragico evento della Polonia post-bellica.”
In tutta la Polonia durante questo fine settimana le persone camminavano traumatizzate, quasi in uno stato di trance. A migliaia si sono radunati presso il Palazzo Presidenziale a Varsavia dove hanno accesso delle candele e posto dei fiori. La maggior parte dei presenti stava in piedi in completo silenzio, mentre altri mormoravano preghiere o cantavano sottovoce l'inno polacco. Si sono formate grandi code all'entrata dei negozi di fiori in tutta Varsavia mentre la popolazione attendeva il proprio momento per acquistare semplici mazzi di fiori bianchi e rossi – i colori della bandiera polacca. A Cracovia è stata suonata la grande campana della Cattedrale di Wawel, un avvenimento raro accaduto in passato solo per sottolineare momenti particolari della storia del Paese, come l'inizio della Seconda Guerra Mondiale o la morte di Papa Giovanni Paolo II.
La tragedia di sabato è sopraggiunta nel momento in cui Polonia e Russia si stavano avviando ad una graduale riconciliazione. Per molti polacchi Katyn è sinonimo sia di omicidio di massa sia di copertura officiale adottata per molti decenni dalle autorità sovietiche e (socialiste) polacche. Il massacro di Katyn è scolpito nella psicologia collettiva polacca e continua ad influenzare la visione che molti polacchi hanno del loro grande vicino ad est. Alla luce di questo, il gesto recente del Presidente Putin, il primo premier russo a rendere omaggio alle vittime polacche di Katyn, assume un significato importante. Tale gesto può benissimo essere un apripista per futuri sforzi di riconciliazione.
Per molti polacchi la vittima più toccante del disastro aereo del 10 Aprile è stato il Presidente Kaczynski. Nel bene e nel male, Lech Kaczynski e il suo gemello Jaroslaw hanno ricoperto un ruolo di primaria importanza nella formazione della scena politica polacca negli ultimi vent'anni. Ex attivista di Solidarnosc e fiero oppositore del comunismo, Kaczynski ha trascorso l'intera sua vita politica a combattere per la libertà, in Patria e all'estero. Nel 2008 ha ignorato le indicazioni dei suoi esperti consiglieri ed è volato a Tbilisi, mettendo così a rischio la propria vita per manifestare solidarietà al popolo georgiano. Ha fatto lo stesso con l'Ucraina durante l'ormai defunta Rivoluzione Arancione. Figlio adottivo della Nuova Europa di Rumsfeld, il Presidente Kaczynski si era dimostrato un forte alleato degli Stati Uniti, inviando continui rifornimenti di truppe in Iraq e in Afghanistan. Desideroso di fare della Polonia uno dei maggiori attori della scena europea, Kaczynski voleva anche dimostrare che la Polonia non è, secondo le sue parole, una nazione di disertori.
Sono stati spesso trascurati gli ultimi sforzi del Presidente per promuovere legami più stretti con la comunità ebraica in Polonia e la sua speranza di rivitalizzarne le attività. Kaczynski è stato tuttavia anche una figura in grado di dividere l'opinione pubblica, in Polonia ed in Europa. I suoi critici lo accusano di aver modellato la politica utilizzando uno stampino ideologico.
Kaczynski era fondamentalmente un uomo politico guidato da valori precisi. La forte fede cattolica e conservatrice e i rigidi valori morali lo hanno indotto a sostenere le leggi controverse contro l'aborto e l'omosessualità, oltre alla pena di morte. I fratelli Kaczynski e il loro partito Legge e Giustizia giunsero al potere promettendo una rivoluzione morale in Polonia. Questo non è accaduto a causa del principale limite del Presidente: la completa mancanza di contatto con le masse urbane e sempre più cosmopolite dei giovani. Nonostante tutto, non è possibile dubitare del fatto che Kaczynski fosse un vero patriota polacco e che avesse a cuore gli interessi della Polonia. Anche i suoi oppositori più accaniti, ed erano pochi, sarebbero d'accordo con questo.
Ad un giorno dal grande terremoto politico è ancora troppo presto per fare una stima dei danni a lungo termine arrecati da questa tragedia al motore della società polacca. Senza dubbio essa plasmerà uno scenario politico per molti versi nuovo. Con le elezioni presidenziali fissate entro sessanta giorni tutti gli occhi saranno puntanti sul gemello di Lech Kaczynski, Jaroslaw, più vecchio di lui di 45 minuti, per vedere se deciderà di candidarsi. Oltre le implicazioni politiche , è importante non dimenticare l'immensa tragedia umana. Da studenti, Lech e Jaroslaw si scambiarono una volta durante un esame: ora Jaroslaw Kaczynski può contare solo su sé stesso. Circa ventiquattr'ore dopo lo schianto Jaroslaw doveva già identificare il corpo carbonizzato del fratello gemello.
Se ci può essere qualche consolazione in un momento come questo, essa è che il processo di riconciliazione sta procedendo spedito. La stretta di mano della settimana scorsa tra il Primo Ministro Tusk e Putin si è trasformata in un abbraccio ieri sera, quando i due leader hanno deposto le corone di fiori sul luogo dello schianto. Gli sviluppi della situazione a Katyn e la tragedia stessa hanno iniettato una dose di penicillina politica di cui si sentiva molto il bisogno nelle relazioni tra Polonia e Russia. A differenza di quanto successo 70 anni fa le vittime polacche possono oggi unire e non dividere.
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