“RUSSIA, Forza!”

L’articolo del Presidente della Federazione Russa Dmitri Medvedev.

Illustri concittadini!

Cari amici!

Ho scritto l’articolo che oggi viene pubblicato per far arrivare a ciascuno di voi, a tutti i cittadini della Russia la mia idea sugli obiettivi strategici che dobbiamo raggiungere. Sul presente e sul futuro del nostro paese. E per invitare tutti quelli che hanno da dire qualcosa a partecipare al dibattito su questi temi. Le vostre valutazioni, osservazioni e proposte saranno tenute in considerazione durante la preparazione del Messaggio del Presidente della Russia all’Assemblea Federale. E dei progetti concreti di sviluppo del nostro Stato.


Indirizzo di posta elettronica - kremlin@gov.ru, discussione sul blog di Dmitriy Medvedev.

Tra qualche mese la Russia entrerà in un nuovo decennio del nuovo secolo. Naturalmente, i confini temporali e le date “tonde” hanno più un carattere simbolico che non un valore pratico. Ma ci danno il destro per comprendere il passato. Per valutare il presente. E per riflettere sul futuro. Su ciò che attende ciascuno di noi. I nostri figli, il nostro paese.

"Quale Russia sarà per mio figlio, per i figli e i nipoti dei miei concittadini?"


Innanzi tutto domandiamoci semplicemente, ma con molta serietà. Dobbiamo continuare a trascinarci anche in futuro una struttura economica basata sulle materie prime, una corruzione cronica, il vecchio vizio di fare affidamento,nella soluzione dei problemi, sullo stato, sul mondo esterno, su qualche “onnipotente dottrina”, su quello che volete, su chi volete, ma soltanto non su noi stessi? E una Russia gravata da questi fardelli avrebbe un proprio domani?

L’anno prossimo celebreremo il 65° anniversario della vittoria nella Grande Guerra patriotica. Questo giubileo ci rammenterà che il nostro tempo è stato il futuro di quegli eroi che hanno conquistato la nostra libertà. E che il popolo, che in quei giorni lontani ha sconfitto un nemico feroce e molto potente, deve, è obbligato oggi a sconfiggere la corruzione e l’arretratezza. A fare del nostro paese un paese moderno e confortevole.

Noi, moderne generazioni del popolo russo, abbiamo ricevuto una grande eredità. Meritata, conquistata, raggiunta grazie agli sforzi tenaci dei nostri predecessori. Talvolta a prezzo di dure prove e di sacrifici veramente terribili. Noi disponiamo di un territorio gigantesco, di colossali ricchezze naturali, di un solido potenziale industriale, di un elenco impressionante di brillanti conquiste nel campo della scienza, della tecnologia, dell’istruzione, dell’arte, di una storia gloriosa dell’esercito e della marina , dell’arma nucleare. Del prestigio di una potenza che ha svolto un ruolo notevole e in alcuni periodi anche determinante negli eventi di portata storica.

Come utilizzeremo questa eredità? Come la moltiplicheremo? Quale Russia sarà per mio figlio, per i figli e i nipoti dei miei concittadini? Quali sarà il suo posto e di conseguenza quello dei nostri discendenti, degli eredi, delle future generazioni di russi, tra le altre nazioni – nella divisione internazionale del lavoro, nel sistema dei rapporti internazionali, nella cultura mondiale? Che cosa bisogna fare affinché la qualità della vita dei cittadini della Russia migliori incessantemente sia oggi che in futuro? Affinché la nostra società diventi più ricca, più libera, più umana, più allettante? Affinché essa sia in grado di dare a tutti coloro che lo desiderano una migliore istruzione, un lavoro interessante, un buon reddito, un ambiente confortevole alla vita personale e all’attività creativa?

Io ho le risposte a queste domande. E prima di formularle, vorrei analizzare l’attuale stato di cose.

La crisi economica mondiale ha dimostrato che le nostre cose non stanno affatto nel migliore dei modi. Venti anni di burrascose trasformazioni non hanno affatto evitato al nostro paese l’umiliante dipendenza dalle materie prime. La nostra attuale economia ha preso da quella sovietica il vizio più pesante – ignora in notevole misura le esigenze della persona. L’imprenditoria nazionale con poche eccezioni non inventa, non produce le cose e le tecnologie necessarie alle persone. Commercia quello che non è prodotto da lei – siano materie prime o merci d’importazione. I manufatti prodotti in Russia nella stragrande maggioranza per il momento si distinguono per una competitività estremamente scarsa.

Nel loro complesso le istituzioni democratiche sono state formate e consolidate, ma la loro qualità è lontanissima dall’essere ideale.


Da qui una flessione, anche superiore a quella di altre economie, della produzione durante la presente crisi. E le fluttuazioni del mercato dei fondi oltre ogni limite. Tutto ciò dimostra che non abbiamo fatto neppure lontanamente tutto il necessario negli anni precedenti. E non lo abbiamo neppure fatto nel modo giusto.

L’efficienza energetica e la produttività del lavoro della maggior parte delle nostre imprese sono vergognosamente basse. Ma si tratta solo di mezze sventure. La vera disgrazia sta nel fatto che sembrerebbe che questo non riguardi padroni, direttori, ingegneri capo e funzionari.

Nelle foto: il Messaggio del Presidente della Russia all’Assemblea Federale, 12 novembre 2009
(di Konstantin Zavarzhin)
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Ne consegue che nei processi economici globali l’influenza della Russia, lo diciamo apertamente, non è così grande come noi vorremmo. Ovviamente, nell’epoca della globalizzazione l’influenza di ogni paese non può essere assoluta. Questo sarebbe persino dannoso. Ma le possibilità del nostro paese debbono essere consistenti, conformemente alla funzione storica della Russia.

Nel loro complesso le istituzioni democratiche sono state formate e consolidate, ma la loro qualità è lontanissima dall’essere ideale. La società civile è debole, i livelli di auto-organizzazione e di autogestione non sono elevati.

Col passare degli anni diventiamo sempre di meno. L’alcolismo, il fumo, gli incidenti stradali, l’insufficiente accesso a molte tecnologie mediche, i problemi ecologici riducono la vita di milioni di persone. E la crescita, appena delineatasi, della natalità per il momento non compensa la diminuzione della popolazione.

Naturalmente, non bisogna caricare le tinte. Molto si fa. La Russia è al lavoro.


Noi siamo riusciti a compattare il paese, ad arrestare le tendenze centrifughe. E vi sono ancora moltissimi problemi. Compresi quelli più scottanti. Proseguono gli attacchi terroristici alla Russia. Gli abitanti delle repubbliche del Caucaso settentrionale non trovano proprio pace. Muoiono militari e operatori degli organi di tutela dell’ordine pubblico, funzionari statali e comunali, persone inermi. E’ evidente come questi crimini vengano compiuti con il sostegno di gruppi banditeschi internazionali. Ma suvvia riconosciamolo: la situazione non sarebbe così grave, se lo sviluppo economico e sociale del sud della Russia fosse realmente efficace.

Dunque una economia inefficace, una sfera pubblica semisovietica, una democrazia non consolidata, tendenze demografiche negative, un Caucaso instabile. Si tratta di grossissimi problemi persino per uno stato come la Russia.

Naturalmente, non bisogna caricare le tinte. Molto si fa. La Russia è al lavoro. Non è più quel semistato semiparalizzato di appena dieci anni fa. Tutti i sistemi sociali sono in funzione. Ma questo da solo non basta. Non per nulla essi riproducono solamente il modello corrente, ma non lo sviluppano. Non cambiano la struttura della vita così come si è sviluppata. Conservano abitudini nefaste.

E’ impossibile raggiungere il top affidandosi alla congiuntura del greggio e del gas. Occorre comprendere, percepire tutta la complessità dei nostri problemi. Esaminarli con sincerità per agire. Alla fin fine non debbono essere le borse delle materie prime a stabilire il destino della Russia, ma la nostra propria idea di noi stessi, della nostra storia e del nostro futuro. La nostra intelligenza, il giudizio di noi stessi a mente fredda, la nostra forza, il senso della propria dignità, l’intraprendenza.

Io parto dalle mie idee sul futuro della Russia per indicare cinque priorità dello sviluppo tecnologico, per proporre linee concrete di modernizzazione del sistema politico, misure di rafforzamento del potere giudiziario e di contrasto alla corruzione. E proprio grazie a questo futuro io ritengo indispensabile liberare il nostro paese dai malanni sociali accumulati che ne incatenano l’energia creatrice,che frenano il nostro comune balzo in avanti. Mi riferisco a questi malanni.

  • 1. Una secolare arretratezza economica, l’abitudine ad esistere grazie alle esportazioni di materie prime scambiandole di fatto con i manufatti. Elementi di un sistema innovativo sono stati prodotti – e non senza successo – da Pietro il Grande, dagli ultimi zar e dai bolscevichi. Ma il prezzo di questi successi è stato troppo alto. Essi sono stati ottenuti quasi sempre grazie ad una straordinaria tensione delle forze, al limite delle possibilità della macchina statale totalitaria.


  • 2. Una corruzione secolare, che da tempi immemorabili ha spossato la Russia. E che sino ad oggi l’ha corrosa a causa della eccessiva presenza dello stato in tutte le sfere più o meno significative dell’attività economica e delle altre attività sociali. Ma non si tratta solo dell’eccessiva presenza dello stato. Anche il mondo degli affari non è senza peccati. Molti imprenditori non sono impegnati nella ricerca di innovatori di talento, né nell’introduzione di tecnologie uniche nel loro genere, né nella scoperta e nell’accesso al mercato di nuovi prodotti, ma nella corruzione di funzionari al fine di ottenere “il controllo sui flussi” della ridistribuzione della proprietà.


  • 3. Gli umori paternalistici largamente diffusi nella società. La certezza nel fatto che tutti i problemi li deve risolvere lo stato. Oppure qualche altro, ma non ciascuno di noi al suo posto. Il desiderio di “arrivare”, di raggiungere passo dopo passo successi personali non è una nostra abitudine nazionale. Di qui la mancanza di iniziativa, quella di nuove idee, i problemi irrisolti, la bassa qualità del dibattito nella società, compresi anche gli interventi critici. La concordia sociale e il sostegno abitualmente si manifestano attraverso il silenzio. Molto spesso le obiezioni risultano emotive, sferzanti,ma nel contempo superficiali e irresponsabili. Che volete, la Russia conosce questi fenomeni non da ieri.



Tocca sentire che non è possibile guarire completamente le malattie sociali croniche. Che le tradizioni sono irremovibili, ma la storia ha la proprietà di ripetersi. Eppure un tempo anche la servitù della gleba e l’analfabetismo generalizzato sembravano insormontabili. Ma alla fine sono stati superati.

Mentre la corruzione, il ladrocinio, la pigrizia mentale e spirituale, l’ubriachezza sono vizi che offendono le nostre tradizioni. Di essi occorre sbarazzarsi nel modo più fermo.


Quanto alle tradizioni, ovviamente il loro influsso è notevole. Ma esse, inserendosi in ogni nuova epoca, subiscono comunque dei cambiamenti. Alcune di esse semplicemente scompaiono. E poi non tutte sono utili. Per me le tradizioni sono solamente i valori indiscutibili che bisogna custodire. Si tratta della pace tra le nazioni e tra le confessioni, del coraggio militare, della fedeltà al dovere, dell’ospitalità e della bontà, valori propri del nostro popolo. Mentre la corruzione, il ladrocinio, la pigrizia mentale e spirituale, l’ubriachezza sono vizi che offendono le nostre tradizioni. Di essi occorre sbarazzarsi nel modo più fermo.

E, naturalmente, la Russia moderna non reitera il proprio passato. Il nostro tempo è davvero nuovo. E non solo perché scorre in avanti come qualsiasi tempo. Ma perché apre dinnanzi al nostro paese e a ciascuno di noi enormi possibilità. Tali possibilità non ci sono mai state né venti, né trenta, e tanto meno cento e trecento anni fa.

Nei prossimi decenni la Russia deve diventare un paese, la cui prosperità è assicurata non tanto dalle materie prime, quanto dalle risorse intellettuali


I risultati impressionanti delle due più grandi modernizzazioni della storia del paese – quella di Pietro ( l’epoca imperiale ) e quella sovietica – sono state pagate con la rovina, l’umiliazione e la distruzione di milioni di nostri connazionali. Non tocca a noi giudicare i nostri antenati. Ma non possiamo non riconoscere che in quegli anni, per dirla con un eufemismo, la salvaguardia della vita umana non era una priorità per lo stato. Purtroppo, questo resta un fatto. Oggi per la prima volta nella nostra storia abbiamo la possibilità di dimostrare a noi stessi e a tutto il mondo che la Russia può svilupparsi attraverso il cammino della democrazia. Che la transizione del paese al successivo, superiore livello di civiltà è possibile. E che sarà realizzata con metodi non violenti. Non con la coercizione, ma con il convincimento. Non con la repressione, ma con il dispiegamento del potenziale creativo di ogni persona. Non con l’intimidazione, ma con il coinvolgimento. Non con la contrapposizione, ma con l’avvicinamento degli interessi della persona, della società e dello stato.

Noi viviamo effettivamente in un epoca particolare. Noi abbiamo la possibilità di costruire una Russia nuova, libera, prospera, forte. E io, come Presidente, debbo fare tutto quello che dipende da me affinché questa possibilità venga sfruttata pienamente.

Nei prossimi decenni la Russia deve diventare un paese, la cui prosperità è assicurata non tanto dalle materie prime, quanto dalle risorse intellettuali: da una economia “intelligente” che crei saperi unici nel loro genere, dalla esportazione di modernissime tecnologie e dai prodotti dell’attività innovativa.

Recentemente ho indicato cinque vettori strategici della modernizzazione economica del nostro paese. In primis, noi diventeremo uno dei paesi leader per efficienza della produzione, dei trasporti, e dell’uso dell’energia. Progetteremo e introdurremo sui mercati interni ed esteri nuovi tipi di combustile. In secondo luogo, manterremo e porteremo a un nuovo livello qualitativo le tecnologie nucleari. In terzo luogo, gli specialisti russi perfezioneranno le tecnologie informatiche, raggiungeranno unna forte influenza sui processi di sviluppo delle reti globali dell’informazione accessibili a tutti, utilizzando i supercomputer e altre necessarie basi materiali. In quarto luogo, noi disporremo di proprie infrastrutture terrestri e spaziali di trasmissione di tutti i tipi di informazione; i nostri satelliti “vedranno” tutto il mondo, aiuteranno i nostri cittadini e gli abitanti di tutti i paesi a socializzare, a viaggiare, a occuparsi di ricerche spaziali, della produzione agricola e industriale. In quinto luogo, la Russia occuperà posizioni avanzate nella produzione di singoli tipi di apparecchiature sanitarie, di strumenti ultramoderni di diagnostica, di medicinali per la cura delle malattie virali, cardio-vascolari, oncologiche e neurologiche.

Mentre seguiremo queste cinque strategie della leadership nella sfera delle alte tecnologie, noi riserveremo anche una costante attenzione allo sviluppo dei settori tradizionali più significativi. Prima di tutto del complesso agro-industriale. Uno su tre di noi vive nelle campagne. La possibilità degli abitanti delle campagne di accedere a moderni servizi sociali, l’aumento dei loro redditi, il miglioramento delle condizioni del loro lavoro e della vita quotidiana saranno sempre una nostra priorità.

E, va da sé, la Russia sarà bene armata. Abbastanza perché a nessuno venga in testa di minacciare noi e i nostri alleati.

Questi obiettivi sono realistici. I compiti che ci siamo posti per raggiungerli sono complessi, ma risolvibili. I piani dettagliati, un passo dopo l’altro, dell’avanzata lungo le linee indicate sono già in via di elaborazione. Noi incoraggeremo e incentiveremo la creatività scientifica e tecnologica. Innanzi tutto sosterremo i giovani scienziati e inventori. La scuola media e quella superiore formeranno una sufficiente quantità di specialisti per i settori di maggiore prospettiva. Le istituzioni scientifiche concentreranno gli sforzi maggiori nella realizzazione di progetti d’avanguardia. I legislatori prenderanno tutte le decisioni necessarie per sostenere complessivamente lo spirito dell’innovazione in tutte le sfere della vita sociale, della creazione del mercato delle idee, delle invenzioni, delle scoperte, delle nuove tecnologie. Le società pubbliche e private riceveranno il massimo supporto in tutte le iniziative miranti a creare la domanda di prodotti dell’attività innovativa. Alle società estere e alle organizzazioni scientifiche verranno concesse le condizioni più favorevoli per creare in Russia centri di ricerca e di progettazione. Noi inviteremo a lavorare da noi i migliori scienziati e ingegneri dai vari paesi del mondo. E, soprattutto, spiegheremo ai nostri giovani che il più importante vantaggio rispetto alla concorrenza sono i saperi, che altri non hanno, la superiorità intellettuale, la capacità di creare cose necessarie alla gente. Come scrisse A.S.Pushkin:” La massima audacia c’è: è l’audacia dell’invenzione, della creazione, dove un vasto piano è avvolto dal pensiero creativo “. L’inventore, l’innovatore, lo scienziato, l’insegnante, l’imprenditore che introduce nuove tecnologie diventeranno le persone più rispettabili della società. Da essa riceveranno tutto il necessario per una proficua attività.

Alle società estere e alle organizzazioni scientifiche verranno concesse le condizioni più favorevoli per creare in Russia centri di ricerca e di progettazione. Noi inviteremo a lavorare da noi i migliori scienziati e ingegneri dai vari paesi del mondo.


Ovviamente, l’economia che impiega le tecnologie innovative non nascerà in un battibaleno. Essa è parte di una cultura basata sui valori umanistici. Sull’aspirazione alla trasformazione del mondo ai fini di una migliore qualità della vita, ai fini della liberazione dell’uomo dalla povertà, dalle malattie, dal terrore, dall’ingiustizia. Le persone di talento che puntano al rinnovamento, capaci di creare cose nuove e migliori, non ci pioveranno da un altro pianeta. Essi sono già qui, tra di noi. E ne sono una indiscutibile testimonianza i risultati delle olimpiadi intellettuali internazionali, il brevettamento all’estero di invenzioni fatte in Russia, e l’attuale caccia da parte delle più importanti società e università del mondo ai nostri migliori specialisti . Noi – stato, società e famiglia – dobbiamo imparare a individuare, allevare, educare e custodire persone del genere.

Io considero lo sviluppo tecnologico il compito prioritario della società e dello stato anche perchè il progresso scientifico e tecnologico è strettamente legato al progresso dei sistemi politici. Si ritiene che la democrazia sia nata nell’antica Grecia, ma a quei tempi la democrazia non esisteva per tutti. La libertà era un privilegio di una minoranza. La piena democrazia, che ha sancito il diritto elettorale universale e l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini davanti alla legge, la democrazia per tutti è nata abbastanza recentemente,più o meno ottanta-cento anni fa. La democrazia è diventata di massa, quando di massa è diventata la produzione di merci e servizi. Quando il livello dello sviluppo tecnologico della civiltà occidentale ha reso possibile l’accesso generalizzato ai beni elementari, ai sistemi d’istruzione, al servizio sanitario, agli scambi d’informazioni. Ogni nuova scoperta che migliora la qualità della vita offre un grado ulteriore di libertà all’uomo. Rende le condizioni della sua esistenza più confortevoli, e i rapporti sociali più giusti. Quanto più la nostra economia diventerà più “intelligente”, più razionale, più efficace , tanto maggiore sarà il livello di benessere dei nostri cittadini. Quanto più libero, più giusto, più umano sarà il nostro sistema politico, la società nel suo complesso.

La diffusione delle moderne tecnologie dell’informazione, che noi favoriremo in ogni modo, offre possibilità senza precedenti per tradurre in pratica talune libertà politiche fondamentali come la libertà di parola e di riunione. Per individuare ed eliminare i focolai della corruzione. Per avere accesso diretto praticamente al luogo di ogni evento. Per scambiare direttamente opinioni e conoscenze fra la gente di tutto il mondo. La società diventa aperta e trasparente come non mai. Persino se ciò non piace alla classe dirigente. Anche il sistema politico della Russia sarà aperto al massimo, duttile e internamente complesso. Sarà adeguato ad una struttura sociale dinamica, mobile, trasparente e plurale. Risponderà ad una cultura politica di uomini liberi, garantiti, dal pensiero critico e sicuri di sé. Come nella maggior parte degli stati democratici, guideranno la battaglia politica i partiti democratici che periodicamente si danno il cambio al potere. I partiti e le loro coalizioni formeranno gli organi federali e regionali del potere esecutivo ( e non il contrario ), proponendo i candidati alla funzione di capo dello stato, di dirigenti delle regioni e delle amministrazioni locali. Essi avranno una prolungata esperienza di civile concorrenza politica. Di responsabile e consistente interazione con gli elettori, di cooperazione interpartitica e di ricerca dei vari tipi di intese per la soluzione dei più acuti problemi sociali. Unificheranno in un unicum politico tutte le parti della società, dei cittadini di tutte le nazionalità, i gruppi più diversi di persone e le terre russe investite di ampi poteri.

Il sistema politico verrà rinnovato e perfezionato in una libera competizione fra aperte coalizioni politiche. Conservando il consenso interpartito sulle questioni strategiche della politica estera, della stabilità sociale, della sicurezza nazionale, dei fondamenti della struttura costituzionale, della salvaguardia della sovranità della nazione, dei diritti e delle libertà dei cittadini, della salvaguardia del diritto di proprietà, del rifiuto dell’estremismo, del sostegno alle strutture della società civile, a tutte le forme di auto-organizzazione e autogestione. Un simile consenso esiste in tutte le moderne democrazie.

Il sistema politico verrà rinnovato e perfezionato in una libera competizione fra aperte coalizioni politiche.


Quest’anno abbiamo cominciato a muoverci verso la creazione di tale sistema politico. I partiti politici hanno ottenuto ulteriori possibilità di influire sulla formazione del potere esecutivo nei soggetti della Federazione e nelle amministrazioni. Sono stati alleggeriti alcuni requisiti riguardo ad una serie di aspetti della costituzione dei partiti. Sono state facilitate le condizioni di presentazione delle candidature nelle elezioni della Duma di stato. Sono state fissate per legge le garanzie di accesso paritetico dei gruppi parlamentari ai mass-media. Sono stati adottati anche una serie di altri provvedimenti.

Non tutti sono contenti dei ritmi della nostra avanzata in questa direzione. Parlano della necessità di cambiamenti serrati del sistema politico. E talvolta di come tornare ai “democratici” anni novanta. Ma il ritorno ad uno stato paralizzato è inammissibile. Per questo voglio amareggiare i fautori della rivoluzione permanente. Noi non andremo di fretta. Più di una volta nella nostra storia la fretta e la non ponderazione nel campo delle riforme politiche ci hanno portato a conseguenze tragiche. Hanno condotto la Russia al limite della disintegrazione. Noi non abbiamo il diritto di rischiare la stabilità sociale e di minacciare la sicurezza dei nostri cittadini per amore di qualche teoria astratta. Non abbiamo il diritto di sacrificare la stabilità della vita neppure agli scopi più elevati. Già Confucio faceva notare:” Una piccola intolleranza distrugge un grande disegno”. Noi in passato ne abbiamo “mangiato a sazietà” di ciò. Le riforme solo per le persone, e non le persone per le riforme. Nel contempo non rallegro neppure quelli per i quali lo status-quo va benissimo. Quelli che temono e non vogliono il cambiamento. Il cambiamento ci sarà. Sì, sarà graduale, ponderato, a tappe. Ma – incessante e coerente.

La democrazia russa non sarà la copia meccanica dei modelli stranieri. Non si compra la società civile in cambio di grant esteri. La cultura politica non si trasforma imitando semplicemente le tradizioni politiche delle società avanzate. Un efficace sistema giudiziario non si può importare. Non si può copiare la libertà da un libretto, anche se fosse il libretto più intelligente. Noi indubbiamente apprenderemo senz’altro dagli altri popoli. Noi assimileremo la loro esperienza, terremo conto dei loro successi e degli errori nello sviluppo delle istituzioni democratiche. Ma nessuno vivrà la nostra vita al posto nostro. Nessuno ci farà per conto nostro liberi, di successo, responsabili. Solo la nostra propria esperienza della costruzione della democrazia ci darà il diritto di affermare: noi siamo liberi, noi siamo responsabili, noi siamo gente di successo.

La democrazia deve difendersi. Come debbono difendersi i diritti e le libertà fondamentali dei nostri cittadini. Innanzi tutto difendersi dalla corruzione che crea arbitrio, mancanza di libertà e ingiustizia. Noi siamo solo all’inizio della formazione di questo meccanismo di difesa. Il tribunale deve esserne la parte centrale. Noi dobbiamo creare un tribunale moderno ed efficace che agisca in conformità con la nuova legislazione sull’ordinamento giudiziario e poggi su una interpretazione moderna del diritto. Noi inoltre dobbiamo liberarci degli atteggiamenti negligenti verso il diritto e il tribunale che, come ho avuto più volte modo di dire, sono diventati una nostra triste “tradizione”. Tuttavia nella formazione del nuovo potere giudiziario sono inammissibili salti e campanilismi, così come le chiacchiere sul fatto che il sistema stesso si è incancrenito e sarebbe più facile assumere un nuovo corpus giudiziario e di tutela della legge piuttosto che cambiarli. Noi non abbiamo giudici “nuovi”, così come non ci sono procuratori, poliziotti, collaboratori dei servizi segreti, burocrati, uomini d’affari, eccetera, “nuovi”. Occorre creare normali condizioni di lavoro agli attuali organi di tutela dell’ordine, liberandoci decisamente dei furfanti. Bisogna insegnare ai tutori dell’ordine di salvaguardare e difendere i diritti e le libertà. Risolvendo in modo giusto, chiaro ed efficace i conflitti in campo giuridico. Occorre eliminare l’influenza illegale sugli atti giudiziari, quali che siano le considerazioni che l’abbiano dettata. In ultima analisi lo stesso sistema giudiziario è capace di capire cosa è nell’interesse dello stato e cosa riflette gli interessi bestiali del burocrate o dell’imprenditore corrotto. Occorre inculcare il gusto della cultura giuridica, dell’obbedienza alla legge, il rispetto verso i diritti degli altri, incluso il diritto così importante alla proprietà. Proprio i tribunali sono chiamati, con il vasto sostegno della società, a ripulire il paese dalla corruzione. Si tratta di un compito complesso. Ma risolvibile. In altri paesi tutto questo si è ottenuto.

Noi faremo tutto il possibile per normalizzare la vita della gente nel Caucaso russo. Prossimamente saranno rivisti e concretizzati i programmi economici e umanitari per il sud del paese. Saranno adottati criteri singoli e più chiari di efficienza del lavoro dei responsabili delle strutture statali per i problemi del Caucaso. Ciò riguarda prima di tutto i ministeri e i dicasteri federali e regionali, che rispondono della qualità della politica nella sfera della produzione industriale, delle finanze, dello sviluppo sociale, dell’istruzione, della cultura. Contemporaneamente gli organi per la tutela dell’ordine pubblico continueranno la repressione contro i gruppi banditeschi che tentano col terrore e l’intimidazione di imporre alla popolazione di alcune repubbliche caucasiche le loro idee deliranti e i barbari ordinamenti.

Le tendenze demografiche negative vanno rallentate e bloccate. L’accresciuta qualità del servizio sanitario, gli incentivi alla natalità, la sicurezza sulle strade e sul lavoro, la lotta contro la pandemia dell’alcolismo, lo sviluppo dell’educazione fisica, dello sport di massa debbono diventare obiettivi anche strategici dello stato e in quanto tali risolvibili ogni giorno.

Quale che sia la sfera investita dalle trasformazioni, il loro obiettivo in ultima analisi è uno solo – il miglioramento della qualità della vita in Russia. La creazione delle condizioni per garantire ai cittadini l’alloggio, il lavoro, l’assistenza sanitaria. L’impegno diretto delle autorità di ogni livello è quello di prendersi cura dei pensionati, di proteggere i bambini, di supportare le persone con handicap.

Noi faremo tutto il possibile per normalizzare la vita della gente nel Caucaso russo.


Nei discorsi delle personalità politiche russe spesso viene ricordato che secondo la nostra Costituzione la Russia è uno stato sociale. E’ effettivamente così, ma non va dimenticato anche che un moderno stato sociale non è lo stragonfio ufficio sovietico di assicurazione, né il dispensatore speciale di beni che cadono dal cielo. E’ un sistema complesso ed equilibrato di incentivi economici e di garanzie sociali, di norme giuridiche, etiche e comportamentali, la cui produttività in misura decisiva dipende dalla qualità del lavoro e dal livello di preparazione di ciascuno di noi.

Attraverso lo stato la società può distribuire solo quello che guadagna. Vivere non in base ai mezzi è immorale, irragionevole e pericoloso. Occorre migliorare l’economia per guadagnare di più. Non semplicemente ricevere solo perché in qualche frangente il greggio è aumentato, ma appunto guadagnare.

Noi accresceremo l’efficienza della sfera sociale in tutte le direzioni, riservando maggiore attenzione agli obiettivi della tutela materiale e sanitaria dei veterani di guerra e dei pensionati.

La modernizzazione della democrazia russa, la formazione della nuova economia sono a mio avviso possibili solo se noi sfrutteremo le risorse intellettuali della società postindustriale. Senza alcun complesso, apertamente e con pragmatismo. Il problema di armonizzare le relazioni con le democrazie occidentali non è un problema di gusti o di qualsivoglia preferenza personale di questo o quel gruppo politico. Le nostre possibilità finanziarie e tecnologiche interne oggi non sono sufficienti per un aumento reale della qualità della vita. Abbiamo bisogno dei soldi e delle tecnologie dei paesi d’Europa, America, Asia. A loro volta questi paesi hanno bisogno delle possibilità della Russia. Noi siamo estremamente interessati all’avvicinamento e alla compenetrazione delle nostre economie e culture.

Naturalmente, non esistono relazioni senza contraddizioni. Si troveranno sempre temi controversi, cause per divergenze. Ma la permalosità, la boria, i complessi, la sfiducia e tanto più l’ostilità debbono essere escluse reciprocamente dai rapporti della Russia con i principali paesi democratici.

Abbiamo molti compiti comuni, tra cui alcuni prioritari e che toccano letteralmente ciascun abitante della Terra come la non proliferazione dell’arma nucleare e la riduzione dei rischi di sfavorevoli mutamenti tecnogenici del clima.

Noi dobbiamo saper interessare i partner, coinvolgerli in attività comuni. E se per questo bisogna cambiare qualcosa in noi stessi, rinunciare a pregiudizi e illusioni – bisogna fare così. Ovviamente, non parliamo della politica di concessioni unilaterali. La mancanza di volontà e l’incompetenza non possono dare né rispetto né gratitudine né vantaggi. Già è stato così nella nostra storia recente. Le rappresentazioni ingenue di un Occidente impeccabile e felice e di una Russia eternamente sottosviluppata sono inaccettabili, offensive e pericolose. Ma non meno pericolosa è la strada della contrapposizione, dell’auto-isolamento, delle reciproche rivendicazioni e cavilli.

Non è la nostalgia che deve determinare la nostra politica estera, ma le idee strategiche di lungo termine della modernizzazione della Russia. Peraltro la Russia, restando una delle maggiori economie, una potenza nucleare e un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, deve affermare apertamente e direttamente la sua posizione, difenderla in tutti gli agoni. Mi è già capitato di parlare di questi principi della nostra politica estera nell’agosto dell’anno scorso.

Non è la nostalgia che deve determinare la nostra politica estera, ma le idee strategiche di lungo termine della modernizzazione della Russia.


Unitamente al lavoro dinamico verso l’occidente noi dobbiamo approfondire la cooperazione coi i paesi della Comunità economica Euro-asiatica ( EvrAzES), dell’Organizzazione del Trattato sulla sicurezza collettiva ( ODKB) e della CSI. Sono i nostri partner più vicini, strategici. Abbiamo con loro gli obiettivi comuni della modernizzazione delle nostre economie, per la salvaguardia della sicurezza regionale, per una articolazione più giusta dell’ordine mondiale. Noi dobbiamo sviluppare la cooperazione mondiale con i nostri partner dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e del BRIC ( Brasile, India, Cina).

Il popolo russo, come ogni grande popolo ha una storia luminosa, eroica, che suscita rispetto e ammirazione, e nello stesso tempo – contraddittoria, complessa, disomogenea. Gente e popoli vari la percepiscono in modo diverso. E bisogna fare ancora molto per difendere il nostro retaggio storico dalle deformazioni e dalle speculazioni politiche. Noi dobbiamo guardare al nostro passato in modo sobrio. Vedere in esso sia le grandiose vittorie che i tragici errori, sia gli esempi da imitare che la manifestazione dei migliori tratti del carattere nazionale.

In ogni caso noi saremo attenti verso la nostra storia, la rispetteremo. Rispetteremo soprattutto il ruolo del nostro paese nel supportare un ordine mondiale equilibrato per molti secoli. La Russia ha teso sempre, in tutte le fasi della sua formazione, al raggiungimento di un ordine mondiale più giusto.

Proprio la Russia ha offerto più volte protezione ai piccoli popoli che sono stati minacciati di asservimento e persino di distruzione. Come è avvenuto anche recentemente, quando il regime di Saakashvili ha compiuto una criminale aggressione contro l’Ossezia del sud. Non una sola volta essa ha fatto fallire i piani avventuristici di chi pretendeva di dominare il mondo. La Russia è stata due volte alla testa di grandi coalizioni: nel XIX secolo quando ha fermato Napoleone, e nel XX secolo quando ha inflitto una totale disfatta ai nazisti. Sia in tempi di guerra che in tempi di pace, se una giusta causa richiedeva atti decisivi, il nostro popolo è sempre accorso in aiuto. La Russia è sempre stata un fedele alleato in guerra e un partner onesto negli affari economici e diplomatici.

In futuro la Russia sarà un partner attivo e rispettato della comunità internazionale delle nazioni libere. Abbastanza forte per influire fortemente sulle decisioni di natura globale. Per impedire qualsiasi atto unilaterale che possa danneggiare gli interessi nazionali e riflettersi negativamente sui nostri affari interni. Abbassare il livello dei redditi dei russi, nuocere alla loro sicurezza.

Per questo noi già oggi insieme ad altri paesi ci battiamo per la riforma delle istituzioni politiche ed economiche sovranazionali. Scopo di questa modernizzazione è lo sviluppo dei rapporti internazionali, il rispetto degli interessi del maggior numero possibile di popoli e paesi. La fissazione di certe norme della cooperazione e della soluzione delle controversie, alla base delle quali ci sono le idee moderne di uguaglianza e giustizia.

Ecco il mio punto di vista sul ruolo storico del nostro paese, sul suo futuro. Le risposte da me avanzate alle domande che riguardano ciascuno di noi.

In futuro la Russia sarà un partner attivo e rispettato della comunità internazionale delle nazioni libere. Abbastanza forte per influire fortemente sulle decisioni di natura globale.


Invito tutti coloro che condividono le mie convinzioni a collaborare. Invito a collaborare anche chi non è d’accordo con me, ma vuole sinceramente cambiamenti in meglio. Cercheranno di disturbare il nostro lavoro. Gruppi influenti di funzionari prezzolati e “imprenditori” che non intraprendono nulla. Si sono sistemati bene. Loro “hanno tutto”. Tutto gli va bene. Costoro si apprestano prima della fine del secolo a spremere redditi da quello che resta dell’industria sovietica e a svendere le ricchezze naturali che appartengono a tutti noi. Costoro non creano nulla di nuovo, non vogliono lo sviluppo e lo temono. Noi agiremo. Pazientemente, con pragmatismo, coerentemente, in modo equilibrato. Agiremo proprio ora. Agiremo domani e dopodomani. Supereremo la crisi, l’arretratezza, la corruzione. Creeremo una nuova Russia. Avanti Russia!

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