L’Ucraina e le accuse alla Russia

 La votazione è avvenuta in assenza della delegazione russa (Foto: OSCE)

La votazione è avvenuta in assenza della delegazione russa (Foto: OSCE)

L'assemblea parlamentare OSCE ha riconosciuto per la prima volta la presenza delle forze militari russe nell'Ucraina dell’est, prendendo dure misure contro Mosca

L'8 luglio a Helsinki, l'assemblea parlamentare dell'OSCE ha approvato una risoluzione che ha condannato la Russia per gli “atti di aggressione militare contro l'Ucraina”, definiti “senza precedenti”, per violenza. Mentre prima l'OSCE non aveva confermato la presenza di forze armate russe nell'Ucraina orientale, questa volta l'assemblea ha dichiarato non solo della presenza di militari russi nella zona del conflitto, ma ha anche richiesto di cessare “qualsiasi aiuto ai gruppi armati illegali di Donetsk e Lugansk, anche attraverso i “cosiddetti” aiuti umanitari.

Oltre a questo, nella risoluzione si parla dell' “occupazione illegale della Crimea”, dove, secondo l'opinione dei deputati, la situazione dei diritti umanitari è nettamente peggiorata. In Ucraina inoltre, proprio in conseguenza dell'aggressione russa, difficile è ottenere effetti positivi da qualsivoglia riforma.

 
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La stessa delegazione russa era assente nel corso dell'ultima sessione e pertanto non ha potuto influenzare in nessun modo sul progetto di risoluzione. Poco prima, il 1° luglio, la Finlandia aveva rifiutato l'ingresso nel paese al portavoce della Federazione Russa, Sergej Naryshkin, e ad altri deputati, appellandosi alle sanzioni europee. In quello stesso giorno, la delegazione russa ha deciso di boicottare interamente la successiva fase dei lavori. Il deputato della Duma di stato, Nikolaj Kovalev ha avvertito che tutte le decisioni della detta assemblea sarebbero state ritenute illegali a Mosca. “È proprio così che ci rapporteremo a questa risoluzione. Giuridicamente essa è nulla”, ha detto Kovalev.

Una piattaforma costruttiva

In conclusione, il testo finale della risoluzione, che hanno preparato i deputati delle delegazioni del Canada e dell'Ucraina, è stata votata da 96 membri della sessione, con 7 persone contrarie e 32 astenute. Per via dell'assenza della Russia, si sono rifiutati di votare Francia, Svizzera, Italia e Armenia.

“Ora in nostra assenza, l'assemblea parlamentare dell'OSCE ha ceduto alla tentazione di occuparsi di campagne propagandistiche anziché di lavori concreti”, così ha commentato la risoluzione anti-russa il capo del Ministero degli Affari Esteri russo, Sergej Lavrov. “Che c'è da commentare, se noi non c'eravamo”, ha dichiarato al giornale Kommersant il capo del comitato della Duma di Stato per gli affari internazionali, Aleksej Pushkov. Il giornale osserva che in precedenza Pushkov ha più volte definito l'assemblea parlamentare OSCE la piattaforma più costruttiva per il dialogo fra la Russia e l'Occidente.

Il confronto è tuttavia ancora possibile e l'assemblea parlamentare è come prima “la piattaforma di dialogo più costruttiva”, ha detto a RBTH il capo del comitato della Duma di Stato per gli affari della CSI, dell'integrazione eurasiatica e dei rapporti con i connazionali, Leonid Sluckij. Egli ha anche affermato che la severa retorica della risoluzione “era assolutamente attendibile in assenza dei delegati russi”.

L'ennesima bandierina

Del fatto che la risoluzione doveva risultare dura, non dubitavano neppure gli esperti. “L'hanno preparata Ucraina e Canada. La posizione dell'Ucraina è chiara, per quanto riguarda il Canada, è ormai chiaro che l'attuale esecutivo si basa molto sui voti dei canadesi ucraini. Quest'autunno in Canada ci saranno le elezioni parlamentari e per mantenere i voti, è chiaro che lo stato debba mantenere una posizione particolarmente forte nei confronti della Russia”, ritiene il direttore dell'Istituto internazionale e delle ricerche politiche umanitarie, Vjacheslav Irgunov. Del resto, se la Russia fosse stata presente al dibattito, nella risoluzione ci sarebbero assolutamente stati elementi mitiganti, mette in evidenza l'esperto. “Semplicemente, gli Stati Uniti e il loro satelliti mantengono il controllo del pacchetto di voti dell'assemblea parlamentare, tutto qui. Oltre ai 28 paesi dell'unione Europea ci sono la Turchia, la Norvegia, il Canada, gli Stati Uniti, l'Azerbaigian che, sempre per motivi comprensibili, sostengono qualunque risoluzione in difesa dell'integrità territoriale e degli altri paesi”, così a RBTH spiega il cambiamento di tono dell'OSCE, il direttore del Centro di ricerche integrate europee e internazionali VshE, Timofej Bordachev. Egli definisce l'accaduto una reazione al fatto che la Russia non è scesa a compromessi a proposito delle ultime richieste mosse recentemente.

Vero è che parlare della radicalità della decisione parlamentare, confrontandola con le precedenti dichiarazioni delle diverse strutture NATO pure non è opportuno, come mette in evidenza il direttore generale del Consiglio russo per gli affari internazionali, Andrej Kortunov (ad esempio, la missione di monitoring OSCE non ha mai dichiarato la presenza dei militari russi in Ucraina e lo stesso direttore generale OSCE Lamberto Zannier ha detto che è “difficile confermare” e che “lui stesso, non li aveva mai visti”). “Fra le strutture OSCE occorre fare distinzioni. Se si parla dell'Assemblea parlamentare, essa ha sempre occupato posizioni più rigide rispetto agli altri organi”, -spiega l'esperto nella conversazione con RBTH.

Secondo la sua opinione, a quanto accaduto non ci si deve rivolgere altrimenti che come rispetto a una dichiarazione politica, a un segnale indirizzato probabilmente a Mosca, a Kiev e a quelle forze all'interno dell'UE che si trovano in opposizione dominante all'interno dell'assemblea. “Ora gli americani avranno presto un'altra bandiera da sventolare. Niente più di questo”, suppone Bordachev. L'assemblea parlamentare non può adottare decisioni di carattere sanzionatorio, ricorda Irgunov. L'esperto è dell'idea che in conseguenza della risoluzione anti-russa non ci sarà da aspettarsi altre conseguenze pratiche del tipo di passi concreti dei governi. “Ci si può attendere solo per un po' di tempo un aumento della propaganda anti russa”, riassume lui.

 

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